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Driven to Destruction

La serie di Test Drive esplora nuove applicazioni delle corse su quattro ruote, in un tripudio di scontri, salti spettacolari ed esplosioni di fumo. Avete il fegato per salire a bordo?

ANTEPRIMA di Tommaso Pugliese   —   22/10/2004
Driven to Destruction
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Cento modi per fare casino

La beta che abbiamo provato sembra praticamente definitiva, e mostra le due modalità di gioco tra cui è possibile scegliere: Action e Career. La prima di esse vi permette di selezionare un veicolo tra i tanti disponibili, appartenenti alle varie categorie (auto media, auto grande, veicoli speciali e via dicendo), verniciarlo come più vi piace, metterci sopra il pilota desiderato e lanciarvi all’assalto di uno degli stage presenti. In ogni stage è possibile cimentarsi in competizioni diverse, e nella modalità Action si può scegliere liberamente. Arrivare primi al termine di una gara è quasi sempre l’obiettivo da raggiungere, ma nel 90% dei casi bisogna ottenerlo osservando delle regole particolari. Ad esempio, ci sono le gare in cui bisogna invertire il proprio senso di marcia una volta superato il traguardo, fino a completare i giri del tracciato previsti. Naturalmente i concorrenti rimasti “indietro” rappresenteranno una spaventosa minaccia, in quanto li troverete “contromano” lungo la pista. Oppure ci sono le competizioni in cui si attraversa per alcuni giri un percorso a “otto” con delle rampe nella parte centrale: saltate al momento sbagliato e vi scontrerete a mezz’aria con le auto che si trovano a saltare dall’altra parte. Non mancano, poi, gli scontri di forza, come le gare in cui bisogna spingere fuori da un perimetro gli avversari o quelle in cui vince il veicolo ancora in grado di muoversi. Le possibilità offerte da Driven to Destruction, in questo frangente, sono davvero molteplici.

Arrivare primi al termine di una gara è quasi sempre l’obiettivo da raggiungere, ma nel 90% dei casi bisogna ottenerlo osservando delle regole particolari.

Driven to Destruction
Driven to Destruction
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La modalità Carriera

Se già la modalità Action offre innumerevoli ore di intrattenimento, insieme a un contorno di “sfide veloci” che vi permettono di sbloccare gli svariati extra del gioco, il fulcro di questo prodotto è come al solito la modalità Career. Una volta creato un proprio alter-ego, vi ritroverete a girare per strade deserte a bordo di una carretta, in cerca di gloria. Potrete accedere a un’officina o a un concessionario di automobili, ma prima bisognerà affrontare almeno uno stage del gioco per guadagnare soldi e reputazione. Per partecipare alle gare, dovrete raggiungere una certa zona della mappa. Fatto ciò, potrete scegliere a quale stage accedere (in base anche al vostro livello di reputazione) e quindi affrontarne in sequenza le competizioni. Una volta guadagnato un po’ di denaro, potrete acquistare una nuova auto (eventualmente lasciando in permuta la vecchia, se non vi interessa avere più veicoli a disposizione) e man mano accedere agli stage più avanzati. Quando la vostra reputazione comincerà a migliorare, avrete anche la possibilità di acquistare dei potenziamenti.
Ogni stage superato vi dà la possibilità di assistere a una interessante sequenza filmata in cui vengono mostrati stralci di vere competizioni del genere, con tanto di interviste ai piloti. Probabilmente tutto ciò, insieme ai “tutorial” presenti prima di ogni competizione, verrà tradotto in Italiano nella versione finale.

Driven to Destruction
Driven to Destruction
Driven to Destruction

Aspetto tecnico e conclusioni

Driven to Destruction vanta un motore grafico decisamente solido, che garantisce quasi sempre un certo livello di fluidità. È anche vero che le ambientazioni non sono ricche di elementi, ma il risultato complessivo convince per realismo e dettagli. Il modello di guida è molto simile a quello della serie Driver, con il veicolo dotato di cambio automatico e la necessità di lasciarlo andare in sovrasterzo nelle curve per guadagnare traiettoria. Superare avversari e ostacoli si rivela subito piacevole, anche grazie all’estrema precisione del sistema di controllo, che oltretutto ci permette di avere una visuale posteriore quando andiamo in retromarcia (cosa indispensabile, soprattutto nelle gare a scontri). Le visuali a disposizione sono molteplici, da dietro l’auto (vicino e lontano) e in prima persona (anche dalle ruote o all’interno della cabina).
Ci troviamo di fronte a un gioco molto “sostanzioso”, che offre davvero tante possibilità e che non manca nella realizzazione tecnica. Certamente non si tratta di una simulazione di guida per puristi, né per chi ama i giochi di corse a sfondo urbano, ma rimane una valida alternativa. Aspettiamo una recensione completa, comunque, per un giudizio definitivo in merito…

Driven to Destruction
Driven to Destruction

Quando di giochi di corsa ce ne sono fin troppi, e nel caso di PlayStation 2 la cosa è lampante, si può scegliere di realizzare un titolo “classico” ma dalle caratteristiche davvero eccezionali, oppure ripiegare su qualcosa di diverso dal solito e offrire un’alternativa. Driven to Destruction (ex Test Drive – Eve of Destruction) nasce proprio da questo tipo di ragionamento, offrendo una sorta di spin-off rispetto agli altri episodi della serie. Nel gioco, infatti, vi troverete a partecipare ad assurde competizioni “spaccatutto”, in cui ci sono ben poche regole da rispettare e la distruzione dell’altrui vettura (o delle altrui ossa) viene sempre premiata.