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Un nuovo inizio per Castlevania

L'inedita software house Mercury Steam sforna il più promettente capitolo 3D di una serie storica. Il risultato? Scopritelo insieme a noi

RECENSIONE di Antonio Fucito   —   13/10/2010

Versione testata: PlayStation 3

Reboot, una parola ultimamente divenuta cara agli sviluppatori di videogiochi, che nell'ottica di "sfruttare" un brand già conosciuto ne rimescolano le carte cercando di adeguarsi agli standard attuali ma avendo al contempo la "forza" del brand stesso come base sicura di supporto. Questa volta è stato il povero Koji Igarashi a farne le spese, il papà di una delle serie action più apprezzate in assoluto, e così lo sviluppo di Castlevania: Lords of Shadow è stato affidato al team madrileno di Mercury Steam sotto supervisione di Kojima Production, per un nuovo esperimento in tre dimensioni di una saga che mai ha avuto successo o voti lusinghieri in questa configurazione e che appunto con Lords of Shadow rappresenta un reboot, riavvio, sotto diversi punti di vista.

Lupi mannari in tre dimensioni

Gli elementi che ricordano i capitoli storici della saga li ritroviamo nel logo iniziale dei Mercury Steam, nella tipologia di alcuni nemici, in riferimenti alla storia e nel finale di gioco. Questo per dire che i punti di contatto o familiarità con il brand che tutti conoscono sono relativamente pochi, e il titolo nella sua trasposizione in tre dimensioni è diventato un action/adventure che propone un mix elevato di fattori che magari singolarmente abbiamo potuto apprezzare nei vari God of War e Darksiders, ma anche in Uncharted e se vogliamo Shadow of the Colossus. La visuale è ovviamente in terza persona con la telecamera semi-fissa gestita interamente dall'intelligenza artificiale mentre il protagonista di questo episodio è Gabriel Belmont, membro della Confraternita della Luce che si trova alla ricerca dei Signori dell'Ombra nel tentativo di vendicarsi e ricongiungersi con l'amata Marie, uccisa brutalmente durante il sonno.

Un nuovo inizio per Castlevania

L'avventura si dipana quindi attraverso dodici capitoli divisi a loro volta in sezioni al termine delle quali viene data una valutazione su tutti gli oggetti e i punti esperienza acquisiti. Proprio questi ultimi rappresentano la maniera principale per accrescere le abilità di Gabriel: si ottengono infatti avendo la meglio sui nemici e possono essere spesi per acquistare nuove abilità tramite un apposito menu che si raggiunge mediante il tasto select. Il protagonista principale non dispone di livelli ad ogni modo, ma per più della metà dell'avventura continua ad acquisire nuovi oggetti e potenziamenti che permettono di accedere a loro volta a nuove abilità o avere accesso a locazioni irraggiungibili, come il braccio dell'ombra piuttosto che gli stivali per coprire distanze più velocemente. La combinazione degli elementi di cui sopra permette di avere un sistema di combattimento piuttosto interessante, dove ad affiancare i classici colpi leggeri e potenti della croce di Gabriel abbiamo la magia della luce e quella dell'ombra, che rappresentano gli elementi di maggiore distinzione. Attivabili rispettivamente mediante i tasti L1 e R1, queste magie avvolgono Gabriel in una luce blu oppure rossa: nel primo caso il protagonista può guadagnare energia vitale dopo ogni colpo messo a segno, nel secondo invece la potenza dei fendenti è maggiore rispetto al normale.

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Per rimpinguare le apposite barre di energia esistono delle particolari fontane ed inoltre ogni nemico rilascia le cosiddette sfere neutrali dopo ogni uccisione in configurazione normale; a questo punto è possibile assorbirle mediante i tasti L3 e R3, anche in contemporanea. L'alternanza nell'uso di questi due tipi di magie rappresenta quindi l'elemento più interessante del sistema di combattimento di Castlevania: Lords of Shadow, perché bisogna alternarle spesso e volentieri per evitare di morire e al contempo avere la meglio sui nemici più velocemente. Ci sono inoltre alcuni boss in grado di essere più sensibili o meno a una o l'altra, peccato che siano sporadici e confinati alle battute finali. Al di là dei combattimenti Castlevania: Lords of Shadow è un titolo che propone una struttura molto varia per supportare la grande longevità di cui è dotato. Le 18/22 ore necessarie per portarlo a termine propongono infatti diverse sezioni platform e puzzle, che spezzano a dovere il ritmo. Le prime funzionano perché il sistema di controllo risponde bene e le scelte operate dagli sviluppatori sui tasti da premere sono azzeccate, ricordano quelle di Uncharted quando spesso ci si trova a muoversi da una sporgenza all'altra in maniera armoniosa, magari scalando grosse strutture o saltando da un dirupo all'altro. La telecamera in questo caso gioca a nostro favore regalando scorci sempre ampi e belli da vedere, che aumentano l'atmosfera e ricordano molto quelli oramai famosi del gioiellino di Naughty Dog. La stessa telecamera invece crea qualche problema in altri passaggi, perché alcune inquadrature fisse talvolta restituiscono punti "ciechi" che possono ingannare e infatti in sporadiche occasioni abbiamo girovagato a vuoto prima di capire dove andare, proprio perché la telecamera stessa non era posizionata nel migliore dei modi. Le sezioni puzzle sono preponderanti soprattutto nella parte centrale e finale dell'avventura, solitamente propongono enigmi di tipo ambientale e alcune sono decisamente interessanti da risolvere, come quella del carillon con diversi ingranaggi da sbloccare per proseguire. La loro varietà è apprezzabile, alcuni puzzle però sembrano essere un po' forzati e avremmo gradito una loro distribuzione più omogenea, soprattutto quelli che richiedono forzatamente del tempo per essere risolti anche se si conosce chiaramente la soluzione finale.

Un nuovo inizio per Castlevania

Trofei PlayStation 3

Completare Castlevania: Lords of Shadow a livello normale permette di ottenere solamente il 25% dei 43 trofei disponibili, ottenerli tutti sarà un vero e proprio incubo in fatto di ore da dedicare, tra lo scovare tutte le gemme disponibili (comprese quelle segrete), finire il gioco a tutti i livelli di difficoltà e così via. Il trofeo più ostico in termini di tempo prevede il completamento al 100% di ogni sezione di ogni capitolo, un lavoro fatto apposta per i cacciatori di platino più incalliti.

Un'avventura lunga e difficoltosa...

Ritornando ai combattimenti e dopo averne elogiato alcune scelte di design, dobbiamo ravvisare come purtroppo manchi quel bilanciamento che ha fatto grandi titoli come God of War, alla fine anche se le mosse a disposizione di Gabriel Belmont sono tante spesso è consigliabile usare un set molto limitato. Questo si traduce anche in una certa ripetitività quando per larghi tratti ci si trova a combattere le stesse tipologie di nemici, che se in assoluto non sono certo poche, nel particolare lo sono molto meno. In realtà la sensazione di cui sopra si ha quando bisogna reiterare troppe volte la stessa pratica, come ad esempio quella di arrivare a stordire un lupo mannaro gigante o un ragno dalle dimensioni generose per salirne in groppa e quindi sfondare una porta o creare un ponte con la bava di ragnatele. Detto questo, non mancano sezioni di combattimento più divertenti e interessanti, soprattutto quelle con i boss, presenti in numero generoso e che permettono di alternare diverse tattiche e sfruttare maggiormente i poteri a propria disposizione. Esistono poi quelli alla "Shadow of the Colossus", ovvero creature giganti da agganciare e scalare per trovare e colpire i punti deboli. Abbiamo detto che il gioco necessita di un bel po' di ore per essere portato a termine, è anche molto rigiocabile perché ogni sezione completata può essere affrontata di nuovo in qualsiasi momento assieme a delle prove al suo interno da portare a termine, senza contare che alcuni potenziamenti minori possono essere raggiunti unicamente con i poteri e gli oggetti acquisiti in livelli successivi dell'avventura. In realtà rigiocarsi intere sezioni unicamente per trovare uno scrigno che permette ad esempio di aumentare il numero di pugnali che è possibile trasportare non è particolarmente eccitante, meglio la ricerca delle gemme per aumentare il limite massimo della barra di energia o di quella delle magie, senza contare la possibilità di giocare il titolo a livelli di difficoltà più avanzati, compreso quello che si sblocca una volta che lo si è completato. In tal senso tra gli extra abbiamo le classiche illustrazioni, peraltro molto belle, un mini gioco che parafrasa gli scacchi e un paio di gadget, la Solid Eye e la bandana di Solid Snake, da applicare come skin al protagonista principale.

Un nuovo inizio per Castlevania

Parlando proprio di Kojima Production ci saremmo aspettati una maggiore collaborazione sotto il piano scenico e registico. Per gran parte dell'avventura invece dialoghi e personaggi sono piuttosto sfilacciati tra loro, con qualche approfondimento interessante ma un po' troppo slegato dal resto. Un peccato perché invece nel finale la parte narrativa esplode sotto ogni punto di vista, diventa lunga, piacevole e apre lo spazio a un'inevitabile seguito con presupposti esaltanti. Non ci siamo dimenticati del comparto tecnico: il livello artistico e tecnico di Castlevania: Lords of Shadow sono decisamente sopra la media; il gioco parte infatti "tranquillo" nelle prime sezioni ma diventa sempre più piacevole col proseguire dell'avventura, grazie a un'ottima varietà delle ambientazioni e soprattutto a scorci bellissimi da vedere, dove il lato artistico e la telecamera contribuiscono a regalare passaggi estremamente suggestivi e appaganti e dove anche dal punto di vista puramente tecnico l'utilizzo dei colori e le texture danno un ottimo impatto generale. Le cose migliori le abbiamo poi nelle fasi avanzate di gioco, con castelli gotici sotto tempeste di neve o strutture immerse in un sole caldo quasi desertico, in un crescendo che sotto certi punti di vista posiziona il gioco tra i migliori della categoria. C'è però un "ma" rivolto alla solidità del motore grafico, che purtroppo non riesce a garantire un frame rate granitico ancorato ai 30 frame al secondo, e all'assenza dell'anti-aliasing. I programmatori infatti hanno scelto di abilitare il v-sync per garantire la completa assenza di tearing, di contro in diverse occasioni la fluidità scende su livelli che fanno notare piccoli scatti nelle situazioni più complesse o nelle sequenze di intermezzo realizzate col motore di gioco, senza contare alcuni bug sparsi in giro e legati anche alla telecamera. Il comparto sonoro non riesce a rivaleggiare con quello clamoroso che ha sempre accompagnato la saga di Castlevania, si difende però abbastanza bene soprattutto in alcuni temi orchestrati e nel doppiaggio (inglese, con i testi in italiano), mentre gli effetti sonori sono funzionali al gameplay ma senza una realizzazione memorabile.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.4
Lettori (481)
8.8
Il tuo voto

Bisogna innanzitutto fare una premessa: di Castlevania questo gioco ha il prefisso e poco altro, per il resto è davvero un riavvio inedito per la saga, che disorienterà tutti quelli che hanno giocato e apprezzato uno qualsivoglia dei precedenti capitoli. Detto questo, Castlevania: Lords of Shadow è il primo episodio 3D degno di questo nome e un action adventure estremamente competente, che riesce a proporre diverse sfaccettature del genere e amalgamarle tra loro per rendere il titolo longevo, vario e decisamente rigiocabile. Il comparto tecnico e quello artistico propongono inoltre dei passaggi evocativi e molto belli da vedere, un lavoro non comune che in alcuni casi lascia davvero a bocca aperta. La sensazione però è che si sarebbe potuta ridurre la durata di gioco per bilanciare meglio i combattimenti e renderli meno ripetitivi, così come regalare momenti narrativi e di gameplay più esaltanti, che sono proprio i fattori che non permettono alla prima fatica di Mercury Steam di diventare uno dei migliori esponenti degli action adventure già al primo tentativo, pur rimanendo un acquisto consigliato agli appassionati del genere.

PRO

  • A tratti sublime tecnicamente
  • Gameplay molto vario
  • Longevo e rigiocabile

CONTRO

  • Narrazione un po' sfilacciata
  • Sistema di combattimento interessante ma ripetitivo
  • Privo di momenti realmente esaltanti