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Blazing Angels 2: Secret Missions of World War II - Recensione

Nuovi aerei, nuove missioni. I cieli della seconda guerra mondiale tornano di nuovo a infiammarsi!

La riscoperta dei cruenti scenari della Seconda Guerra Mondiale è diventata ormai un trend per il mercato videoludico, con un numero di titoli ispirati al più tragico conflitto della recente storia europea veramente spropositato. La moda pare aver attraversato già il suo apice, ed imboccare la strada del declino, fatto dimostrato peraltro dalla scelta degli sviluppatori di ambientare Call of Duty, bandiera della ricostruzione storica in FPS, nel periodo contemporaneo. All’interno di tutto questo florilegio di giochi sul secondo conflitto mondiale spicca la scarsità, almeno in ambito console, di titoli dedicati all’affascinante mondo dell’aviazione d’epoca, mancanza a cui Ubisoft ha cercato di porre rimedio con la sua serie Blazing Angels. In effetti, la scelta comporta un duplice risultato: da una parte sfruttare la scia del successo che la Seconda Guerra Mondiale pare continuare a riscuotere tra il pubblico di videogiocatori, dall’altra cercare di applicare la formula più classica dello sparatutto aereo ad una sorta di simulazione in senso moderno. Le simulazioni di volo arcade con ambientazione contemporanea soffrono infatti spesso della sindrome da eccessivo tasso tecnologico: con le armi moderne, il combattimento aereo in videogioco si riduce al rilevamento di puntini sullo schermo (i nemici in avvicinamento) e al loro automatico abbattimento non appena compare la scritta “Lock on”, salvo casi particolari. La scelta di utilizzare velivoli d’epoca, armati di mitragliatrici a corto raggio, suona come un ritorno alle origini dello sparatutto, con i nemici ben visibili e presenti a breve distanza, da inseguire ed abbattere con vorticose e ardite manovre. Questa è la vera forza di Blazing Angels, la riscoperta del “dogfight” più puro, in un’ambientazione indubbiamente affascinante.

Missioni segrete e armi misteriose

Piuttosto che offrire uno scorcio realistico su quello che fu il secondo conflitto bellico mondiale, Blazing Angels prende a prestito armi, ambientazioni e vari elementi storici mischiandoli all’interno di una trama che, al di là dei nodi storici principali, ha ben poco di realistico e molto di romanzato. Questo secondo capitolo, in particolare, affronta tematiche decisamente particolari, comparse raramente all’interno di altri giochi similari (anche se non assenti dal panorama): i segreti e le armi sperimentali dell’esercito tedesco. Al comando di un’immaginaria pattuglia di assi del cielo, facente parte (ovviamente) delle truppe alleate, ci ritroveremo dunque ad affrontare missioni top secret cercando di sventare la crescente minaccia rappresentata dalla potenza dell’esercito nazista. La vastità e la grande quantità dei fronti di battaglia della Seconda Guerra Mondiale provvede a fornire un corrispondente alto numero di ambientazioni diverse ed estremamente variegate: si va dal polo nord all’Egitto, per fare un esempio, e dalla tranquilla campagna inglese ai fronti più infiammati del centro Europa. La varietà di situazioni è inoltre assicurata dalla diversità degli obiettivi per ogni missione e dalla grande quantità di velivoli messi a disposizione, ognuno specializzato in operazioni specifiche da imparare di volta in volta.

Blazing Angels 2: Secret Missions of World War II - Recensione
Blazing Angels 2: Secret Missions of World War II - Recensione
Blazing Angels 2: Secret Missions of World War II - Recensione

Missioni segrete e armi misteriose

Non si tratterà dunque di lanciarsi in pattugliamenti aerei e semplicemente abbattere velivoli nemici in quantità industriali, ci sarà invece da districarsi continuamente in situazioni piuttosto diverse l’una dall’altra. In generale le missioni sono strutturate in base ad alcuni obiettivi principali, il cui raggiungimento è necessario per il prosieguo della storia, e in altri secondari, il cui completamento comporta il guadagno dei “punti prestigio”, con i quali è possibile acquistare numerosi potenziamenti per gli aerei. In linea di massima gli obiettivi comportano l’abbattimento o l’avvicinamento a bersagli a terra, oppure il combattimento aereo, con dentro tutte le varianti del caso: nella prima categoria, ad esempio, rientrano i bombardamenti di artiglieria nemica, il siluramento delle navi o l’avvicinamento a punti di interesse specifici, mentre nel secondo, che rappresenta il cuore del gioco, le situazioni sono molteplici, dallo scontro con aerei nemici all’abbattimento di obiettivi in volo. In alcuni casi il gioco ci pone davanti a veri e propri boss, con opportune dimensioni enormi e punti deboli da scardinare: notevole ad esempio l’attacco a, gigantesco dirigibile Zeppelin, scenograficamente appagante.

Simulazione arcade

Cieli minacciosi

Si nota fin dal primo impatto che il gioco è stato costruito su una versione rimaneggiata del motore grafico alla base del primo episodio: con le dovute proporzioni, e contestualizzando il titolo nell’attuale offerta software per PS3, bisogna dire che il comparto tecnico non fa decisamente gridare al miracolo, soprattutto se confrontato con Ace Combat 6 di Namco. E’ comunque caratterizzato da una grafica discreta, che dimostra il suo meglio nella realizzazione del cielo (drammaticamente carico di nuvole e riflessi rossastri al tramonto, oppure plumbeo nei pattugliamenti mattutini o ancora ammantato di una ricca volta stellata nelle missioni notturne) e degli aerei. Belli gli effetti di luce e i riflessi sulle nuvole e sulla superficie dell’acqua, mentre gli elementi a terra, pur presenti in grande quantità, sono generalmente piuttosto grezzi, quanto basta per far un buon effetto ad alta quota, ma scadendo di qualità con l’avvicinarsi al suolo. Un po’ incerte in alcuni casi le animazioni degli aerei, mentre piuttosto scarse risultano quelle degli elementi a terra, con tanto di errori grossolani nei contatti tra i poligoni, mentre il framerate si attesta su buoni livelli con alcune incertezze nei momenti di maggiore concitazione, occasionalmente compare il classico tearing a disturbare l'immagine. Il comparto audio svolge bene la sua parte per quanto riguarda gli effetti sonori, con i prevedibili rombi dei motori ad elica, i colpi delle mitragliatrici e le esplosioni rese in maniera credibile, insieme ad una grande quantità di dialoghi in Inglese tra i protagonisti della storia. Le musiche, dal canto loro, sottolineano i momenti pregnanti con il classico incedere epico delle colonne sonore dei giochi action di tipo bellico, seppure non rappresentino nulla di particolarmente esaltante.

Commento

Blazing Angels 2 rappresenta un classico “more of the same” rispetto all’episodio originale. Senza espandere il concept del primo verso nessun nuovo livello, questo secondo capitolo si limita a levigarne i difetti e potenziarne gli aspetti positivi, guadagnando un punto in più ma senza discostarsi troppo dal giudizio del capitolo precedente. Le missioni sono ora molto più varie e le situazioni in cui ci si trova fanno di tutto per scostare il gameplay dalla monotonia di cui il genere può facilmente soffrire. I combattimenti aerei sono più esaltanti, grazie ad una nuova intelligenza artificiale che costringe a manovre d’attacco o evasive più dinamiche e imprevedibili. La modalità multiplayer dona linfa vitale al gioco, aumentandone la longevità e aggiungendo quella vitalità che solo la sfida con avversari umani può offrire, e forse in questo aspetto il gioco mostra il meglio di sé. Eppure, manca ancora qualcosa per far decollare definitivamente il gioco, qualcosa che forse è difficile trovare all’interno del genere stesso, che difficilmente può sganciarsi dai clichè e da una monotonia di fondo che pure imperversa nonostante gli accorgimenti intrapresi dagli sviluppatori. Resta un titolo indicato agli appassionati del genere, che peraltro non possono contare su molte altre alternative, mentre gli altri potrebbero non riuscire a farsi prendere dal gameplay un po’ ripetitivo.

Pro:

  • Missioni e situazioni variegate
  • Gameplay arcade veloce e intuitivo
Contro:
  • Un po' ripetitivo
  • Tecnicamente non eccelso
  • Poco mordente per portarlo a termine