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Super Smash Bros. Ultimate: tutti i brand inseriti nel gioco

Super Smash Bros. ormai coinvolge al suo interno decine di brand: quanti, di preciso?

SPECIALE di Alessandro Bacchetta   —   05/11/2018

Iwata stimava enormemente Super Smash Bros., e non solo perché molto affezionato a Masahiro Sakurai, il creatore della serie, e ad HAL Laboratory, sviluppatrice dei primi due titoli. Aveva un'alta considerazione di questa saga per l'oggettivo successo commerciale, perché ha un pubblico parzialmente separato da quello classico Nintendo (e quindi capace di allargare la base installata di una console), ma soprattutto perché è una continua, gigantesca pubblicità per i tutti i brand che comprende al suo interno. Iwata era consapevole della necessità di investire sulle proprietà intellettuali Nintendo, tanto che tra poco vedremo dei parchi di divertimenti a tema mariesco, oltre a un film d'animazione sullo stesso idraulico, e anche per questo vide favorevolmente l'operazione Nintendo Land. Un titolo semplice, per giocatori occasionali, che fosse capace al contempo di non allontanare quelli tradizionali, e che pubblicizzasse in modo piacevole i tanti brand posseduti dall'azienda kyotese. Come sappiamo Nintendo Land, nonostante le buone vendite, non è stato propriamente un successo. Invece Super Smash Bros., che non ha nella diffusione dei brand la sua ragione d'esistere, continua imperterrito a ingigantirsi, inglobando al suo interno sempre più serie.

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Nel 1999, anno in cui uscì il capostipite della saga su Nintendo 64, nessuno avrebbe potuto immaginarsi, pur intuendo e comprendendo la beltà del gioco, che avrebbe avuto un simile sviluppo. Eppure era già chiaro all'epoca quanto fosse funzionale nel veicolare la storia dell'azienda, e di quella dei suoi brand. Il primo Super Smash Bros. aveva "solamente" dodici personaggi, provenienti unicamente da brand Nintendo, ma già all'epoca riuscì a diffondere un nome poco noto - soprattutto in Europa, comprensibilmente - come quello di Ness. E qualsiasi ragazzino avesse voluto sapere da dove venisse quel personaggio, accostato in Super Smash Bros. a figure come Mario e Pikachu, avrebbe potuto scoprirlo leggendone la descrizione all'interno del videogioco stesso. Idem per Samus Aran, che in quegli anni era in fase calante. Super Smash Bros. è partito come una guida all'universo Nintendo, per diventare una specie di enciclopedia dell'intero (o quasi) gaming giapponese. Tutto questo non smettendo mai di essere un eccellente - quanto atipico - picchiaduro.

I personaggi Nintendo

Il gigantismo di Super Smash Bros. non è necessariamente un bene in generale, e sicuramente non è un'evoluzione tipica per un titolo Nintendo; del resto, come abbiamo già scritto prima, la creatura di Sakurai è molto diversa dalle saghe sviluppate a Kyoto, per pubblico e anche per identità. Questo suo modo di evolversi, limitatamente alla valorizzazione dei brand, è piuttosto pericoloso: se su Nintendo 64 Ness era circondato da diversi personaggi molto più famosi di lui, in Super Smash Bros. Ultimate non è certo tra i combattenti meno noti. Anzi. Nel 2018 essere inseriti in questo gioco, vista la molte di contenuti, non garantisce necessariamente una straordinaria visibilità. Di sicuro c'è una differenza enorme tra i brand rappresentati da uno o più lottatori - che sono ormai settantaquattro, e toccheranno quota ottanta coi DLC - e quelli relegati ad assistenti o semplici trofei (o spiriti, nel caso di Ultimate). Un combattente in Super Smash Bros. ha una visibilità maggiore rispetto a qualsiasi altro elemento, perciò riteniamo giusto scindere dagli altri i brand che ricadono in questa categoria.

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I primi due giochi comprendevano solo personaggi provenienti da serie Nintendo. I brand coinvolti nel primo erano dieci, quasi tutti rappresentati da un unico lottatore, con l'eccezione di Super Mario (Mario e Luigi) e Pokémon (Pikachu e Jigglypuff). Oltre a questi due c'erano The Legend of Zelda (Link), Metroid (Samus), Yoshi e Kirby (qui personaggio e brand coincidono), Star Fox (Fox McCloud), Earthbound (Ness) ed F-Zero (Captain Falcon). Pur essendo l'episodio per Nintendo 64 un grande gioco, è stato il suo successore, sottotitolato Melee, a diffondere a dismisura la serie, tanto da divenire il gioco più venduto su GameCube. E il suo roster si ingrandì notevolmente, riconfermando tutti i personaggi precedenti, aggiungendo tanti altri combattimenti ai brand già presenti (come Peach, Bowser o Ganondorf), e introducendone alcuni nuovi. Non tantissimi, a dire la verità. I lottatori totali aumentarono parecchio, passando da 12 a 26, ma i brand aggiunti furono solamente tre. Ice Climbers (rappresentato dagli omonimi personaggi, una coppia di scalatori), Game & Watch (con lo stilizzato e brutale Mr. Game & Watch) e quello più valorizzato tra i nuovi, ovvero Fire Emblem, che si presentò con due carismatici spadaccini, Marth e Roy. Il successo in Occidente recentemente ottenuto da questa serie non è imputabile a Super Smash Bros., ma è indubbio che, come accaduto per Earthbound, l'opera di Sakurai abbia contribuito eccome a farlo conoscere.

I personaggi "esterni"

Prima di procedere con l'elenco, è bene comprendere cosa fosse diventato Super Smash Bros. dopo la pubblicazione di Melee, ovvero il picchiaduro più venduto al mondo, e uno dei videogiochi più noti - e giocati, sia seriamente che occasionalmente - del pianeta. Da questo momento in poi apparire in Super Smash Bros. sarebbe stato un onore e una possibile pubblicità per qualsiasi azienda, ancor di più considerando il clamoroso successo di Wii, che infatti avrebbe aiutato ad accrescere il pubblico della serie (ma non in modo eccezionale come accaduto a Mario Kart). La produzione di Super Smash Bros. Brawl fu mastodontica, venne fondato un team ad hoc per la lavorazione del gioco, il main theme della colonna sonora fu ideato da Nobuo Uematsu, il celebre compositore reso noto da Final Fantasy. I personaggi divennero trentanove e, come anticipato, per la prima volta non furono limitati agli universi Nintendo.

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La prima introduzione esterna era abbastanza prevedibile: Sonic, l'antico rivale di Mario, un combattente che non stonava affatto se affiancato agli altri personaggi (per la conformazione media dei lottatori). La seconda colse tutti di sorpresa, e (pare) fu voluta direttamente dal creatore della serie, Hideo Kojima: Snake, da Metal Gear Solid. Un lottatore molto diverso da tutti gli altri, dalle proporzioni realistiche e dall'indole seria. Gli altri personaggi andarono ad espandere gli universi Nintendo già presenti (in particolare Pokémon), e presentarono quattro nuovi brand. L'arrivo di Olimar era quasi inevitabile, visto e considerato l'amore di Miyamoto per Pikmin, e anche il successo critico (più che commerciale) ottenuto dalla saga in epoca GameCube. L'aggiunta di R.O.B. aumentò il valore "enciclopedico" della serie, e giunse in seguito all'introduzione di questa periferica come corridore in Mario Kart DS. Wario, rispetto alla sua fama, venne introdotto piuttosto in ritardo: arrivò come rappresentante di WarioWare, e non come semplice antagonista di Mario, una differenza resa esplicita dai vestiti. Al cast si aggiunse anche Pit, protagonista di Kid Icarus, una prestigiosa saga limitata a NES e Game Boy, che sarebbe tornata in epoca moderna, qualche anno dopo (su Nintendo 3DS), proprio grazie a Sakurai. Il capitolo successivo venne sviluppato sia su Wii U che su 3DS e, quando pareva impossibile ingrandirsi ancora, Sakurai smentì tutti: cinquantotto personaggi totali.

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Per quanto riguarda Nintendo si proseguì con l'introduzione dei nuovi brand di successo: Abitante per Animal Crossing, Wii Fit Trainer da Wii Fit, Mii Brawler/Swordfighter/Gunner per i Mii, Shulk dall'osannato Xenoblade. Ai nuovi fecero compagnia altri personaggi storici, Little Mac da Punch-Out!! e il Duck Hunt Duo da Duck Hunt. L'apertura alle terzi parti proseguì, inizialmente solo con due personaggi in linea con la scelta di Sonic, ovvero Pac-Man e Mega Man, tratti dalle omonime serie Namco e Capcom. Attraverso i DLC vennero poi aggiunti personaggi più atipici per la serie, ovvero Ryu da Street Fighter, Cloud da Final Fantasy e Bayonetta da... Bayonetta. Questo capitolo di Super Smash Bros. è stato molto, molto vicino ad essere quello "definitivo", considerando le finalità della serie; anche per questo il prossimo episodio, che arriverà a dicembre, gli somiglia da vicino. E il roster sarà ulteriormente ampliato: torneranno tutti i lottatori precedenti, che sommati alle novità formeranno, come anticipato, un totale di settantaquattro personaggi. Un solo brand Nintendo verrà introdotto (non considerando i DLC e i cinque lottatori ignoti), ma è sicuramente quello più atteso da milioni di giocatori, soprattutto giapponesi: gli Inkling, da Splatoon. Arriverà inoltre, così da completare idealmente le mascotte più famose dell'era NES, Simon Belmont, accompagnato dal discendente Richter (naturalmente dalla serie di Castlevania).

Gli altri brand

Sakurai, oltre a crearli, è anche un grande appassionato di videogiochi; li colleziona, addirittura. Questo suo amore è palesato non solo dai personaggi di Super Smash Bros., ma anche da tutte le citazioni e dai brand che, non fortunati abbastanza da avere un lottatore, sono comunque stati introdotti attraverso uno stage, uno sticker, un trofeo, un assistente o uno spirito. Nintendo ha definito Super Smash Bros. Ultimate "il più grande crossover della storia dei videogiochi". Qualche utente si è "divertito" a contarli, e pare che - al momento - siano coinvolti ben 156 brand. Un numero destinato ad aumentare - anche di parecchio, forse - grazie agli spiriti, dei personaggi che miglioreranno le capacità dei lottatori. Tenendoli in considerazione tutti, la percentuale di elementi d'estrazione occidentale sale un pochino. Goldeneye 007 e Perfect Dark, ad esempio, sono presenti attraverso degli oggetti e dei trofei. In quanto a prestigio subito dopo i lottatori arrivano gli scenari, e quindi vediamo un po' i brand presenti con gli stage, ma senza combattenti. Tra quelli più recenti abbiamo Electroplankton, Mii Plaza, Tomodachi Life (un grande successo per 3DS coi Mii, quindi indirettamente inserito anche nel roster), il defunto Miiverse, Nintendogs e Pictochat. Sulla stessa linea, ma ripescando dal repertorio storico, ci saranno stage tratti da Pilotwings, Wrecking Crew e dall'iwatiano Balloon Fight.

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Come importanza, subito dopo gli scenari, metteremmo i trofei assistenti, dei personaggi che, scagliate le apposite teche, correranno in vostro aiuto. Qui c'è più vita extra Nintendo rispetto agli stage (vi ricordiamo che stiamo citando solamente brand che non siano rappresentati anche da scenari o lottatori). Tra le novità più gradite in questo ambito ci sarà Bomberman e, sempre per rimanere in ambito terze parti, assistenti da Monster Hunter, SimCity, Sin & Punishment, Shovel Knight, Taiko no Tatsujin. Celebri saghe Nintendo saranno rappresentate in questo modo, come Advance Wars, Golden Sun, Excitebike, Kuru Kuru Kururin, The Legendary Starfy, Drilldozer... e altre ancora. Una citazione a parte meritano lo storico Sheriff e Joy Mech Fight, un picchiaduro tra robot uscito solo in Giappone nel 1993, sviluppato dal futuro direttore di Super Mario Galaxy 2, Koichi Hayashida. Infine in questo gruppo aggiungiamo l'assistente Takamaru, il protagonista del titolo per Famicom The Mysterious Murasame Castle, rimasto confinato fino al 2014 in Giappone. Doveva essere il gioco "fratello" di The Legend of Zelda, un po' come accaduto per Metroid/Kid Icarus, ma visto l'insuccesso commerciale non ha mai avuto sequel (finora). Sarebbe pernicioso continuare oltre, ma sappiate che Super Smash Bros. ci avrebbe consentito di scrivere ancora a lungo. Il gioco, con tutte le sue chicche e la sua vocazione enciclopedica, arriverà su Switch il sette dicembre.