41

Vite da Mii

Arriva anche in Occidente il "simulatore di vita" con i Mii di Nintendo

RECENSIONE di Christian Colli   —   06/06/2014

L'ammettiamo: abbiamo barato. Stiamo giocando Tomodachi Life già da più di un mese, immaginando le espressioni stranite e perplesse dei giocatori bombardati, nel frattempo, dai trailer e dalle foto di quello che, a prima vista, appare proprio un titolo incomprensibile.

Vite da Mii

Il successo di Tomodachi Life in patria, dopo tutto, è anche imputabile a un umorismo e ad una bizzarria squisitamente nipponici. La prima impressione che può fare è quella di una sorta di clone di Animal Crossing, ma è una descrizione decisamente sbagliata. Tomodachi Life assomiglia più a The Sims che all'altro titolo Nintendo, e chiunque si aspetti la stessa profondità e complessità di Animal Crossing rischia di andare incontro a una cocente delusione. Nelle prossime righe vi spiegheremo perché, raccontandovi le nostre esperienze con i Mii che sono venuti a vivere sull'isola Colli: è forse il modo migliore per capire Tomodachi Life e scoprire se è un gioco che fa o meno al caso vostro.

Tomodachi Life non è un vero e proprio simulatore di vita, ma un giochino simpatico e spensierato

L'isola che non c'è

Le differenze con Animal Crossing già si sentono alla "creazione" della nostra isola, alla quale in realtà ci limiteremo a dare un nome visto che è uguale per tutti. All'inizio apparirà anche piuttosto spoglia: ci saranno giusto il municipio e il grande condominio degli appartamenti Mii, che potremo riempire con i nostri Mii importati (wireless, codice QR, eccetera) o creati ad hoc. Sull'isola Colli abbiamo fatto traslocare un eterogeneo gruppo di persone composto da parenti, amici, personaggi immaginari e VIP.

Vite da Mii

Fa un po' effetto vedere che Shigeru Miyamoto abita sopra il nostro appartamento e che all'altro capo del condominio viva Samus Aran, tra mamma e papà, ma sull'isola Colli succede anche questo. Ogni Mii gode di una personalità basata su una manciata di parametri stabiliti alla creazione, come la sua serietà o la sua agilità: il profilo psicologico che traccia il software è piuttosto azzeccato e serve a stabilire l'affinità tra gli abitanti e il tipo di oggetti e alimenti che piacciono loro. A parte questo, la creazione dei Mii sblocca fin da subito altri punti di interazione: oltre al suddetto municipio, che permette di consultare l'elenco dei Mii e modificare alcune opzioni, tra i primi locali che apriranno troveremo il ristorante, il negozio di vestiti e quello dei copricapi. Non è che l'inizio: i Mii nel condominio avranno frequentemente bisogno del nostro aiuto per soddisfare le loro necessità. Nella maggior parte dei casi ci chiederanno di mangiare o di comprar loro un nuovo indumento: bastano pochi click sulla comoda interfaccia (Tomodachi Life si gioca interamente col pennino) per esaudire i loro desideri o ignorarli completamente. Nel secondo caso non cambierà nulla, nel primo invece modificheremo il loro aspetto e li renderemo più o meno felici, aumentando una vera e propria barra dell'esperienza. Ad ogni level up, è possibile regalare al Mii in questione un oggetto, un arredamento, una canzone o una frase personalizzata. Tomodachi Life, infatti, integra un sintetizzatore vocale personalizzabile che dà voce ai Mii, i quali parleranno con noi completamente in italiano. Certo, il tono robotico è quello che è, ma l'effetto è abbastanza piacevole, soprattutto quando li si sente cantare a teatro.

Vite da Mii

Perché, sì, in Tomodachi Life c'è anche quello, e come tante altre attrazioni si sblocca soddisfacendo determinati requisiti indicati sotto il lotto di terra relativo. I locali più complessi richiederanno, ovviamente, maggiori sforzi, ma già nei primi minuti di gioco è possibile sbloccare parecchie attività senza tribolare troppo, ampliando l'offerta del gioco. Sarà così possibile esibirsi sul palcoscenico in veri e propri musical, scattare foto personalizzate (condivisibili sui social network tramite l'apposita feature integrata) e scambiare i Mii e gli oggetti con gli altri giocatori, assistere a gare di rap o di parole a catena , effettuare dei test di affinità e altro ancora. I risultati sono quasi sempre esilaranti, ma lasciano il tempo che trovano: le sfide, per esempio, durano tantissimo e non vanno mai da nessuna parte, mentre la maggior parte delle attività dei Mii non influenzano in alcun modo l'esistenza dell'isola. Potremmo trovarli a passeggiare sulla spiaggia o a godersi il paesaggio in cima alla torre panoramica, ma basterà magari uscire dall'attrazione per vedere gli stessi Mii magicamente impegnati in un'attività completamente diversa. Manca, insomma, quel senso di logicità e coesione che, in via definitiva, sfata ogni dubbio: Tomodachi Life non è un simulatore di vita. Almeno finché i Mii non si sposano tra loro.

L'effetto 3D

L'effetto stereoscopico è sorprendentemente ben realizzato per un titolo casual di questo genere. La profondità visiva non ha il benché minimo impatto sul gameplay, ma è piacevole e rende più interessante alcuni scenari dell'isola.

I protagonisti sono i Mii

Le interazioni tra gli abitanti dell'isola sono sicuramente l'elemento più interessante e divertente di Tomodachi Life. Quando non sono per conto loro, i Mii tendono a riunirsi nei vari scenari o nei loro stessi appartamenti per dedicarsi alle attività più insolite e insensate. Capita quindi di spiare l'appartamento di un amico per trovarlo a saltellare senza motivo insieme a Miyamoto o di beccare mamma impegnata a fare yoga grazie al manuale che le abbiamo regalato al precedente level up. Di notte la maggior parte dei Mii dorme (precludendo praticamente qualunque tipo di interazione) e durante il giorno è possibile che facciano una pennichella: in questi casi può capitare che sognino e noi potremo osservare i loro pensieri, spesso decisamente assurdi. Quando un amico sogna di essere stato rimpicciolito e di nascondersi dietro a delle pentole oppure di trovarsi seduto a una tavola imbandita, circondato dagli altri Mii con parrucche alla francese che discutono di bon-ton, è chiaro che agli sviluppatori manca qualche rotella.

Vite da Mii

Ma va bene così, perché queste scenette strappano non pochi sorrisi. La personalizzazione dei Mii, poi, è un altro elemento caratteristico di Tomodachi Life: oltre a dar loro da mangiare e da vestirsi su richiesta, potremo agghindarli in qualsiasi momento con qualunque tipo di vestito o costume, a prescindere che piaccia loro oppure no. E così è possibile vestire il nostro miglior amico con un costume da gatto o far indossare a Samus un completino decisamente sexy. Non è chiaro in che modo le nostre scelte influenzino il loro comportamento, se pure lo fanno, ma presto o tardi i Mii cominceranno a stringere amicizie o antipatie e, in certi casi, si prenderanno pure una cotta gli uni per gli altri. A quel punto chiederanno il nostro parere e potremo incoraggiarli a perseguire o meno una relazione che potrebbe trasformarsi in un fidanzamento - con tanto di proposta! - e condurre al matrimonio, tutto sotto gli occhi degli altri Mii e del loro demiurgo, alla faccia del voyeurismo.

Vite da Mii

I matrimoni implicano la convivenza dei Mii e, in certi casi, la nascita di un bebè... o addirittura il divorzio. In Tomodachi Life succede anche questo, in una perversa replica in miniatura della vita reale: è bizzarro, perché il titolo Nintendo non vuole essere un simulatore di vita, eppure propone dei risvolti drammatici dal sapore realistico, pur mostrandoli con un pizzico di ironia. Nel contesto generale, considerando che tali colpi di scena influenzano soltanto marginalmente la vita dei Mii sull'isola, ci è sembrata un'aggiunta un po' esagerata, al di là di tutte le polemiche sorte intorno al gioco negli ultimi tempi (una su tutte, quella sulla sessualità). Il problema, semmai, è che tutta questa varietà di eventi e situazioni, per quanto ininfluenti, non è distribuita in modo né omogeneo né prevedibile, e le sessioni di gioco si riducono spesso ad esaudire le richieste dei Mii e a sfidarli in brevi e semplici mini-game in un susseguirsi ripetitivo che alla lunga non può fare altro che stancare. A questo problema contribuisce marginalmente, peraltro, la realizzazione tecnica generale, abbastanza mediocre: i Mii sono quelli che sono, ma Tomodachi Life è un titolo decisamente spartano e privo di carattere che mischia una modellazione poligonale risicata a sfondi e immagini fotorealistiche che creano un contrasto non sempre azzeccato. Il tutto, poi, è accompagnato da poche musichette, allegre ma fortemente ripetitive.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.0
Lettori (37)
7.4
Il tuo voto

Tomodachi Life non piacerà a tutti: richiede una predisposizione particolare nei confronti del genere che rappresenta e a molti giocatori, molto semplicemente, non farà né caldo né freddo. È sicuramente un titolo bizzarro e allegro, ma per quanto all'inizio possa essere divertente spiare i nostri Mii e le loro attività nonsense, l'interazione tra il giocatore e l'isola, nella sua interezza, è comunque piuttosto limitata e viene a noia ben presto. Nonostante il nostro intervento sulla vita dei Mii, infatti, ci si sente sempre e comunque degli spettatori passivi, continuamente in attesa della prossima gag che possa dare un senso al prezzo, a nostro avviso un po' salato, di quello che è più un simpatico passatempo che un gioco vero e proprio.

PRO

  • L'interazione tra i Mii è spassosa
  • Tanti oggetti e attività da sbloccare
  • Componente "social" interessante

CONTRO

  • In una parola: inconcludente
  • Stanca in fretta
  • Realizzazione tecnica mediocre