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Battlefield: Vietnam

Electronic Arts ci porta dalle pianure del centro Europa alle umide e acquitrinose foreste della penisola vietnamita, cavalcando uno Huey del Settimo Cavalleggeri con i Creedence a schitarrare violentemente da sconquassati amplificatori militari. Se volete sapere come sarà il vostro "tour of duty" a caccia di "charlie" potete iniziare da questa rapida occhiata in anteprima.

ANTEPRIMA di La Redazione   —   16/03/2004

L'intervista ad AJ Marini

Riportiamo qui un breve stralcio dell'esclusiva intervista ad Armando "AJ" Marini, produttore di Battlefield Vietnam. Che il nome italiano non tragga in inganno: Armando è americano 100%. L'intervista, condotta sempre da Manlio Milazzi, è esclusiva Premium Gold ed è raggiungibile a questo indirizzo. 22 Domanda: Non c’è nessun dubbio che BF1942 fosse un buon gioco quando potevi giocarlo con un paio di amici ed era fantastico quando potevi giocarlo con un sacco di persone. Quanta gente potrà giocare online a Battlefield Vietnam?

Armando Marini: Anche Battlefield Vietnam supporterà sessantaquattro giocatori. Come è stato detto, abbiamo studiato le mappe apposta in modo che possano essere divertenti anche con molte meno persone. Le mappe sono molto diverse: alcune possono essere giocate meglio con tanta gente, altre con meno. Noi ci siamo divertiti tantissimo anche con quattro giocatori su una mappa.

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- L'intervista ad Armando "AJ" Marini

Vedo elicotteri volare.

Effettivamente il restyle grafico è notevole, soprattutto l’implementazione dell’erba, che ricopre convincentemente ogni minima porzione di territorio rendendo il design dei livelli incredibilmente realistico e vivo. I modelli esplodono di poligoni pur mantenendo quell’appeal grafico vagamente cartoonesco del primo titolo, i veicoli sono meravigliosamente disegnati anche se a tratti sembrano carriarmatini da spiaggia di plastica. Le mappe appaiono molto più bilanciate, interessanti e in genere meno vuote e piatte del titolo precedente. Ottima la colonna sonora, sulla quale non intendo svelare ancora alcun dettaglio (ci sarà tempo e spazio all’interno dell’imminente recensione).

I ritocchi al gameplay ci sono e sembrano funzionare parecchio bene, con un nuovo sistema di classi basato su “kit” di armi e oggetti tra cui scegliere e che possono cambiare a seconda della mappa impostata. I veicoli sono tanti, ben bilanciati e presenti in numero decisamente ridotto, dando molto più spazio alla fanteria e generando un maggior equilibrio di forze sul campo. Gli elicotteri, soprattutto i modelli americani, sono splendidi: non troppo difficili da manovrare richiederanno comunque un po’ di pratica per essere sfruttati al meglio sul campo di battaglia dove offriranno anche la possibilità di agganciare e sollevare veicoli per trasportarli in locazioni altrimenti irraggiungibili (cosa molto utile in alcune mappe).

Battlefield: Vietnam
Battlefield: Vietnam

Considerazione spicciola.

Un seguito ben realizzato, questo appare dalle prime ore di gioco a BF: Vietnam. Sembra che i Dice siano cresciuti professionalmente dopo il loro boom di fine 2002 e questo titolo porta i segni di una buona maturazione. Più curato nei riferimenti storici, colmo di citazioni cinematografiche e dotato di un motore grafico al passo con i tempi questo titolo sembra possedere la stessa fresca immediatezza del predecessore senza, però, tralasciare di inserire numerosi e congrui miglioramenti. Non sarà il titolo più innovativo di questa stagione, ma sicuramente potrebbe rivelarsi un altro blockbuster firmato EA. Le conferme eventuali e le conclusioni le rimando alla recensione, in arrivo molto presto.

Battlefield: Vietnam
Battlefield: Vietnam
Battlefield: Vietnam
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Ancora screenshot!

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Good Morning Vietnam!

Dopo una breve attesa finalmente stringo tra le mie manine avide il seguito di uno dei più importanti best-seller di due anni fa. Battlefield 1942 ha ripulito il banco: premi, voti, giudizi e soprattutto denaro sonante hanno gonfiato le tasche di Electronic Arts che ha avuto la lungimiranza di produrre il team svedese Dice. Il resto è storia, Half-Life e i suoi mod a parte (ma ormai dopo cinque anni non è più un fenomeno: è una patologia - non me ne vogliamo i fan), Battlefield 1942 resta il signore indiscusso dell’intrattenimento online e la sfida della primavera si gioca in casa, perché il possibile erede al trono è un fratellino “minore” chiamato Battlefield: Vietnam.

Le virgolette sul “minore” sono d’obbligo poiché EA punta a bissare il successo del predecessore migliorandone ogni aspetto e mantenendo la vincente meccanica di base. Davanti a noi quindi si presenta un titolo armato di grafica all’ultimo grido e giocabilità da vendere, almeno sulla carta. La ciliegina sulla torta deriva dal cambio di ambientazione: evidentemente Vietcong di Pterodon ha funzionato da apripista, e così EA si è preparata a seguire il nuovo trend dell’anno che ci trascina nell’umida penisola indocinese dilaniata dalla guerra più famosa degli ultimi trent’anni.