Diario del Capitano
Settimana di annunci e indiscrezioni importanti quella appena trascorsa per il mondo PC e, casualmente, tutti riguardanti Vivendi Universal Games. Ma andiamo con ordine.
Un anno fa arrivò in commercio un bel gioco di guerra. Si chiamava Medal of Honor. Raramente uno sparatutto, seppur riflessivo, era riuscito a rendere così bene le esperienze della Seconda Guerra Mondiale, narrate egregiamente nel film di Steven Spielberg. Medal of Honor: Allied Assault era fatto così bene da crearsi un nugolo di appassionati tutto intorno, sebbene questi non riuscissero ad attivare quelle sinergie tipiche di Quake (mappe, mod, espansioni) a causa dello scarso supporto dato da Electronic Arts. Forse fu proprio questo il motivo che portò, pochi mesi dopo, alla rottura tra 2015, la software house artefice del gioco e il suo publisher americano. Ed è in questo punto che entra in gioco Vivendi, accaparrandosi i servigi della 2015 che annuncia, proprio nello stesso momento, di star lavorando ad un misterioso gioco che avrebbe fatto pubblicare e distribuire al colosso multimediale francese.
E si arriva così a questa settimana, quando viene annunciato Men of Valor: Vietnam, un gioco che, esattamente come Medal of Honor, ha tutte le carte in regola per funzionare: un buon motore grafico (l'ultima tecnologia di Unreal), una buona ambientazione (Vietnam) e una software house che ha già dimostrato di saper lavorare. Da notare la "continuità concettuale": da Onore a Valore, da MEdal of Honor a MEn of Valor. Non è un caso.
Ma Vivendi non si è fermata qui questa settimana. Grazie alla controllata Sierra, publisher di Blizzard, ha dato il via all'ufficializzazione della più scontata delle espansioni: Warcraft III - the Frozen Throne, il trono ghiacciato. Il modello Blizzard non delude mai: annuncio del gioco, tempi di sviluppo mesozoici, gran successo di vendita, annuncio dell'espansione del gioco, uscita dell'espansione. Non fa una grinza. Per la gioia delle casse di Vivendi che hanno sempre bisogno di aria fresca. Sono convinto che, come sempre, Blizzard farà centro, per il semplice fatto che non può sbagliare.
Ah, Blizzard l'infallibile. Talmente abile a sfruttare fino in fondo le possibilità offerte dal mercato e dai suoi marchi (detti più aziendalmente "franchising") da aver annunciato nell'ultimo anno un gioco ambientato nell'universo di Starcraft per next generation console e aver fondato una nuova divisione, la "Blizzard Classic Arcade", che ha il compito di "riciclare, rinverdire e sfruttare" vecchie glorie, cosa che ha già iniziato a fare con The Lost Vikings per Gameboy Advance.
Arriviamo infine all'ultima notizia, più che altro indiscrezione direi, riguardante Vivendi Universal Games: ma Microsoft se la vuol comprare? In verità non è tanto Microsoft a desiderarla, quanto la capogruppo, la Vivendi Universal a volerla cedere per ripianare grane finanziarie piuttosto gravi che stanno affliggendo il colosso francese da qualche mese a questa parte.
La divisione videogiochi (la Vivendi Universal Games appunto), vista all'interno di una corporation martoriata da costante penuria di liquidità, è come un'oasi felice, e per questo facilmente cedibile contro un cospicuo riscontro economico. Riscontro che sarebbe molto utile per ripianare, in parte, la situazione della casamadre.
Delle tante voci giunte da queste parti sui possibili acquirenti (Electronic Arts, Activision), Microsoft appare come il più verosimile perchè dotato tanto del capitale necessario - l'ultima volta che Bill Gates ha chiesto l'estratto conto in banca della sua società ha contato 70 miliardi di euro - quanto dell'interesse più forte - Sierra, Blizzard e gli altri marchi del gruppo Vivendi Universal Games sarebbero essenziali nella guerra delle console in atto. Per ora si rimane nel campo della fantafinanza, ma chissà che non torneremo ancora a parlare di questo argomento in uno dei prossimi diari sabatini.
Andrea Pucci, editore Multiplayer Network