Beviamoci su compagni, sono arrivati prima loro
Qualche licenza storica è dunque presente, e ben venga, ma non è la sola novità, qualcosa di ben più concreto lancia Rush for Berlin lontano dalla definizione di add-on, sebbene non si possa parlare di un prodotto totalmente innovativo rispetto ai capitoli precedenti. Quante chiacchere, dicevamo novità, ebbene sì: molti prototipi, realmente ideati ma per lo più mai schierati sui campi di battaglia, saranno finalmente parte della sperimentazione bellica reale, simulata però sui nostri schermi. Parliamo di avanguardistici mezzi radiocomandati quali il Goliath, marchio tedesco per un robot in grado di avvicinare mezzi corazzati e detonare potenti esplosivi proprio sotto i loro cingoli ignari. Tra i mezzi privi di pilota ma comandati a distanza figura un'altra celebre minaccia nazista chiamata Rheintochter; un missile terra-aria che promette terrore e castigo per i politi dell'Alleanza. Vi assicuriamo che non sono vuote minacce. Non che i "buoni" restino a guardare, potendo contare per esempio sull'aereo Messerschmitt 262, ma è solo uno dei preziosi ritrovati che Stormregion ha riesumato per voi. Rimandiamo ad un'eventuale box in sede di recensione un'approfondimento su questi cimeli.
Beviamoci su compagni, sono arrivati prima loro
Il piatto è ricco non c'è che dire, procediamo dunque con l'assaggio. Ogni scenario consente un piccolo momento "del soldatino", piuttosto interessante, nel quale ci viene offerta l'opportunità di scegliere quali mezzi schierare prima della missione. Diverse categorie sono disponibili in quantità limitata, e se decidete di coprire anche gli slot considerati aggiuntivi, dovrete fare i conti con una sensibile riduzione del tempo massimo per compiere l'impresa. Facciamo un esempio: ci troviamo di fronte alla necessità di sabotare delle basi dedicate alla produzione bellica. Il cioccolato capirete non è un grande affare in tempo di guerra. Tra le truppe a nostra disposizione potremmo sacrificare l'unità medica, considerando che si tratta di azioni furtive e fulminee, in favore di un reggimento S.A.S.. Questo conferma quanto detto nel box allegato alla recensione di The Regiment, la mitica squadra speciale esiste fin dai tempi della Grande Guerra. Comunque, continuiamo con l'idea di base, parlando di sabotaggi è fondamentale creare un diversivo, per il quale due carri corazzati si candidano con successo per il compito e via di seguito. Speriamo di aver reso l'idea, perchè se già questa prima fase ci ha intrigati la pratica è ancora più interessante.
molti prototipi, realmente ideati ma per lo più mai schierati sui campi di battaglia, saranno finalmente parte della sperimentazione bellica reale
Beviamoci su compagni, sono arrivati prima loro
Rush for Berlin corre contro il tempo, un fattore chiave che influirà sulle missioni successive, in relazione a quanto sarete in grado di risparmiarne. Come ogni RTS da tempo immemore si avvale di comandi oramai noti che di per sè ne definiscono il genere, anche se noterete due indicatori a fondo schermo. Il primo di sinistra è molto generale, utile per chiamare sul campo il trasporto di ufficiali specializzati quando la missione lo consente, mentre del secondo vi servirete per una microgestione rapida ed efficace delle unità singole o raggruppate tra loro. Partiamo dagli ufficiali, veri protagonisti, dopo i carri, del qui presente Rush for Berlin. Similmente a quanto avveniva in Warcraft 3, ogni personaggio dispone di abilità speciali, sia passive che attive, dotate di un proprio cooldown specifico. I personaggi sono decisamente il sale del gioco e forniscono un pizzico di GDR, rinforzato dall'accumulo di punti esperienza che le divisioni ottengono sul campo di battaglia, sempre che rientrino al campo base sulle proprie gambe. I puristi non si preoccupino, non ci sono eroi in grado di sbilanciare il gioco e tutto concorre alla buona riuscita di una missione; gli ufficiali forniscono opzioni inedite e verosimili, ma soprattutto un grande fattore di divertimento. Ogni schieramento si avvale di propri a volte parodistici espedienti, quali il volantinaggio sulle linee nemiche per stroncarne il morale o le riserve di vodka per mantenere alto il temperamento dei propri uomini. Inezie rispetto ad alcune idee molto più intriganti, come la possibilità di ordinare un bombardamento mirato o la chiamata per un volo di ricognizione che illumini porzioni buie della mappa. Ci sono poi ufficiali specializzati nel sabotaggio che diventano veri e propri commando. Anche le singole unità dispongono di azioni speciali attivabili con un semplice click del mouse: il medico ad esempio è in grado di allestire un campo per i feriti, mentre alcune squadre possono piazzare esplosivi con i quali tendere un'imboscata ai blindati nemici.
Beviamoci su compagni, sono arrivati prima loro
E' interessante notare che anche l'avversario si avvale degli stessi mezzi e mette molta tensione sapere che un aereo della R.A.F. vola sopra le vostre teste facendovi brillare come lampadine di Natale agli occhi di un nemico che, potete giurarci, sta per sbucare fuori dal nulla. Se mettiamo inseme tutti questi elementi ne ricaviamo uno strategico non finissimo, ma variegato e appassionante, che si divide tra la gestione di grosse squadre, tipico di ogni RTS, e qualche piccola micro-gestione in stile Commandos, non sempre facile da conciliare con le meccaniche tipiche di uno strategico in tempo reale ma che per il momento ci fa ben sperare, considerando quanto questa versione sia vicina a quella che raggiungerà presto i negozi. Lo so, ce n'è abbastanza per leccarsi i proverbiali baffi, ma non abbiate fretta. C'è molto altro ancora!
Ciò che è tuo... è mio!
Che fine hanno fatto i peoni, infaticabili boscaioli e indefessi minatori? Pensionamento forzato e per fortuna, vorrei aggiungere. Non se ne poteva più di costruire mangiatoie per mantenere la popolazione crescente di braccianti, ed è il fronte che bramiamo. Nonostante questo, Rush for Berlin ci sgrava il peso della raccolta ma non si priva del piacere più grande: produrre in serie nuove unità fresche di fabbrica. Certi scenari infatti, vi forniranno fin dall'inizio alcuni stabilimenti, dai quali avviare la produzione di unità lungo tutto l'arco della missione, così che possiate decidere cosa mettere in cantiere e in quale momento. Un contatore vi terrà aggiornati sul denaro disponibile, ma a parte questo non sentitevi limitati in alcun modo. Proprio il dover contare su fabbriche contate comporta un'aggiuntivo fattore strategico, da calcolare e aggiustare a seconda di come vanno le cose sulla linea calda di fuoco. Se vedete i vostri uomini sanguinare senza riuscire a guadagnare terreno forse è il momento di mandare un medico nelle retrovie per curare i feriti, lasciando ai mezzi pesanti o alle unità aeree il compito di fiaccare la potenza nemica. Facciamo un piccolo sforzo d'immaginazione, cosa succede se prendiamo possesso di una fabbrica nemica? Esatto! Fine dei modellini di colore opposto e una nuova boccata d'ossigeno per noi altri.
Ciò che è tuo... è mio!
Questo introduce l'ultimo elemento che vorrei trattare in questa sede d'anteprima. I dettagli convergeranno tutti nella prova finale, per ora abbiamo potuto esplorare a fondo i cardini di Rush for Berlin, uno dei quali consiste nella presa degli edifici o dei mezzi disseminati sulle mappe. Esiste difatti un interessante e innovativo fattore d'interazione. In alcuni casi si tratterà di fuochi da accendere, munizioni da sperperare o depositi di farmaci per le unità mediche, ma si arriva fino all'occupazione di bunker, edifici e mortai! I nostri uomini infatti possono salire sui mezzi corazzati e sulle jeep, così come dominare i tetti e i piani superiori delle case. In caso di scontro a fuoco tra unità schierate in campo aperto e nemici asserragliati dietro le mura di una casa sventrata non c'è sfida: anche se vi trovate in superiorità numerica, rischiate una clamorosa disfatta, e comunque perdite di gran lunga superiori a quelle tollerabili. E' una questione di punti chiave questo Rush for Berlin; individuare i nodi cruciali di ogni mappa e controllarli per poter ottenere un margine sul nemico. Non è prematuro parlare di un titolo solido, che non rivoluziona il mercato offrendo però al contempo interessanti varianti sul classico gameplay. Ancora due parole riguardo al motore grafico e poi ci congediamo in attesa di potergli dare un voto.
Un Gepard di consolazione
E' una tradizione consolidata: un team mette in piedi un motore performante ma non proprio in forma smagliante e comincia a rodarlo in pista, migliorandolo una gara dopo l'altra. La stessa sorte sembra toccata al Gepard, che torna ora molto più dettagliato, credibile e a suo agio. Trattandosi di un engine tridimensionale abbiamo dato un occhio da vicino alle unità, che hanno fatto bella mostra di sè nella loro minuziosità. Tutt'intorno gli alberi, la neve ma soprattutto gli effetti di luce delle superfici d'acqua incorniciano l'azione, conferendole il giusto grado di realismo. In particolare gli effetti speciali, indispensabili per un gioco che si prefigge di mettere a ferro e fuoco mezza Europa, dimostrano la naturale evoluzione della serie Codename: Panzers. Chiudiamo in bellezza con il doppiaggio inglese, perfettamente al pari con gli standard del gioco. Difficile dire se godremo di una localizzazione in italiano, ma non è certo indispensabile. In attesa di testare a fondo tutte le possibilità offerte dall'opzione multiplayer di Rush for Berlin, che promette nuove modalità di gioco, grazie anche alle novità che implementa nella campagna per singolo giocatore, vi rimandiamo alla base. Ma tenetevi pronti, la chiamata può arrivare da un momento all'altro.
Chi tardi arriva male alloggia
Dopo pochi secondi Rush for Berlin viene lanciato sullo schermo. Ohibò. Niente filmati in bianco e nero, al contrario, una ripresa dal sapore hollywoodiano dell'aquila nazista. E le cose vanno sempre meglio. Fin dalla prima schermata delle opzioni si può dire che Stormregion ha una marcia in più: il font è quello dei manifesti americani in voga all'epoca del conflitto e si accompagna perfettamente con la grafica pulita, quasi fumettistica, che strizza l'occhio a Commandos. Finalmente un quadro di gestione luminoso, accattivante e non per questo meno serio. L'occhio è deliziato, il redattore divertito ma vogliamo toglierci un dubbio; diamo il via ad una rapida escursione tra le diverse fazioni presenti per constatare come anche le colonne sonore, personali per ogni schieramento, sono forse tra le migliori sentite all'interno di un RTS basato sulla seconda guerra mondiale.
Bene dunque, non potevamo partire con più entusiasmo, vediamo allora cosa bolle nella pentola di Rush for Berlin, superato il tutorial composto da tre missioni introduttive. Come il titolo già di per sè lascia presagire si compete per la vecchia capitale, all'epoca baluardo dell'Asse nazista. Un po' come se il mondo giocasse a ruba bandiera invertendo le regole: anzichè portare a casa il trofeo dovrete arrivare prima degli altri e piantare il vostro vessillo, come simbolo di potenza, da esibilre sul tavolo delle trattative alla fine della guerra. In questa versione di prova non ci è stato concesso mettere le mani sullo schieramento francese, del quale abbiamo solo sporadiche notizie, come il fatto che probabilmente sarà breve e orientato più sull'uso di unità scelte per compiere delicate missioni. Alla recensione definitiva le risposte, abbiamo comunque di che parlare, potendo scegliere tra gli Alleati, i Russi e la potente macchina bellica tedesca, nell'ordine che più vi aggrada. Quello che ci ha stupito è stato il contesto storico; benchè assolutamente accurato si concede diverse licenze, un po' per motivi legati all'idea che sorregge Rush for Berlin e un po' per darvi la possibilità di esplorare percorsi storici alternativi.
Che bellezza, quanto gaudio, e c'era da aspettarselo, considerando che sono gli stessi sviluppatori degli apprezzati Panzers, perciò dopo un sorso di vodka decido di mettere alle corde Berlino, che il Cremlino ci protegga compagni (frase probabilmente mai pronunciata una sola volta in tutto l'arco della guerra)!