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Giocare con la gravità

Annunciato in pompa magna, mostrato in diverse fiere e alla fine scomparso misteriosamente. Ecco finalmente arrivare sul mercato Inversion

RECENSIONE di Dario Rossi   —   06/07/2012

David Russel è un poliziotto, di quelli duri, e sta per morire. Per mano di sanguinari assassini chiamati Lutadores. Chi è questa misteriosa razza aliena? Da dove proviene? E come riesce ad alterare la gravità? Ma soprattutto, dov'è finita sua figlia? Le domande lasciano spazio ai ricordi di una serenità tragicamente appassita, nell'affollata metropoli chiamata Vanguard. Le sue ronde col fedele compagno Leo Delgado, i pasti approssimativi lasciati sul cruscotto della macchina, i sogni e le speranze di un futuro migliore. Tutto è stato spazzato via quel funesto giorno dell'invasione, quando la terra si è spezzata, le macerie hanno invaso il cielo e il sangue ha ricoperto le strade. E sono arrivati loro, i Lutadores, con quelle sinistre armature tribali e il linguaggio incomprensibile. Il mondo è condannato, ma a lui non importa, l'unico pensiero che abbraccia in quel momento riguarda la figlia, la speranza che sia in salvo, lontana da tutto quell'orrore.

Niente sarà più come prima

Questo a grosse linee è l'incipit di Inversion, il nuovo sparatutto in terza persona prodotto da Saber Interactive, software house russa conosciuta soprattutto per il controverso Timeshift. L'idea è quella di portare una formula rodata verso nuove soluzioni, con l'utilizzo strategico della fisica. In questo caso si parla di uno shooter ad alta spettacolarità sul modello di Gears of War, ormai quasi un virus per come riesce ad insinuarsi in qualsiasi produzione.

Giocare con la gravità

Bisogna aggiungere che qui ci si è lasciati sfuggire la mano, tanto da sembrare un clone quasi indistinguibile, con lo stesso impatto "testosteronico", con personaggi nerboruti e massicci, armi esagerate e una caratterizzazione generale sgarbata e ruvida. Complice probabilmente l'utilizzo dell'Unreal Engine, ancora una volta protagonista a tutto campo, ma non si può proprio dire che Saber si sia scatenata sul lato artistico. Ben altra cosa in effetti si rivela l'implementazione della fisica, in grado di imprimere una certa personalità al prodotto. David e Leo acquisiscono dopo poche ore di gioco delle speciali attrezzature (Gravlink) in grado di alterare la gravità, nella fattispecie lo spostamento di determinati oggetti funzionali sia al superamento delle limitazioni ambientali, sia in ambito bellico, visto che ad esempio possiamo lanciare la carcassa di un auto sulle teste di un branco di nemici, o scaraventare i nemici stessi in aria per poi colpirli in tutta calma. Oltre a questo il gioco presenta delle sezioni speciali a gravità zero, molto vagamente ispirate a Dead Space e altre addirittura ambientate su piani ribaltati, con un elevato impatto spettacolare. Purtroppo però entrambe sono vincolate a sezioni circoscritte che rendono l'esperienza rigida ed a compartimenti stagni.

Tradizioni e novità

Saber Interactive si diverte a citare diversi prodotti analoghi dei giorni nostri, oltre al capolavoro di Cliff Bleszinski si notano ispirazioni da Bulletstorm, Rage, Half Life 2 e InFamous, mentre è data grande enfasi al comparto narrativo, attraverso una serie di cutscene che tengono strategicamente all'oscuro lo spettatore sul perché di ciò che accade a schermo. Larga parte del gioco è un lungo flashback che racconta le vicende dei due protagonisti dall'invasione dei Lutadores, misteriosi neo barbari in grado di controllare la gravità, fino alla distruzione di Vanguard, la città principale del gioco.

Giocare con la gravità

Il tutto riesce a conferire la sensazione di un'esperienza carica di mistero, anche se pende la sgradevole sensazione che non ci sia alcuna storia da raccontare, a causa della situazione piuttosto ridicola che culmina in un colpo di scena finale veramente ai confini della realtà. Nonostante questo bisogna ammettere che le otto ore della campagna di Inversion riescono a intrattenere per diversi motivi, in primis l'allestimento dei livelli, piuttosto vari e ricchi di situazioni che richiedono approcci diversi, fino ai numerosi scontri con i boss, spettacolari e davvero impegnativi, molto più della media, che vi costringeranno a numerosi tentativi prima di poterli abbattere, quando questo accadrà però, sarà una vera soddisfazione. Chi ha giocato Timeshift noterà subito la tipica vena di Saber, con sezioni che richiedono un certo impegno, come quelle contro i cecchini, che a differenza di prodotti analoghi non lasciano scampo al primo colpo, obbligando il giocatore a sfruttare al meglio le risorse di cui può disporre. Il risultato è che in Inversion si muore parecchio, anche al livello di difficoltà minimo, ma la perseveranza viene sempre premiata.

Obiettivi Xbox 360

50 Obiettivi per un totale di 1000 punti giocatore caratterizzano Inversion, proprio come ogni titolo retail. Il completamento dei 13 capitoli della campagna garantisce 200 preziosi punti, ma vi consigliamo di portare con voi un amico per aggiungerne altri 50! Per aggiudicarsi anche gli altri occorre cimentarsi nelle modalità multiplayer ed effettuare determinate operazioni collegate ad esempio all'utilizzo del GravLink. Buona fortuna!

La coperta corta

Il problema principale di Inversion è rappresentato dagli scarsi valori di produzione, che si ripercuotono inesorabilmente nel prodotto. L'esaltazione per ogni nuova idea buttata in campo viene ridimensionata dall'impossibilità di esprimerla al meglio. Non è piacevole passare attraverso delle stanze che si distruggono progressivamente, con le pareti devastate dai proiettili, per poi scoprire che non è possibile neanche scalfire un vaso quando l'azione non è prevista dal codice di gioco. Questa è una problematica comune in questa generazione, dove le limitazioni hardware si fanno sentire, ma nell'opera Saber Interactive tutta l'impalcatura espone eccessivamente le meccaniche precalcolate. Le numerose ambizioni nel gameplay vengono limitate anche dalla rigidità dell'Unreal Engine, incapace di offrire quel dinamismo palesemente ricercato dai programmatori. Anche nelle sezioni a gravità zero quasi mai si è in grado di effettuare movimenti in maniera trasparente: spesso la direzione da seguire è ignota, o il personaggio si rifiuta di eseguire l'azione, portando spesso alla rabbia per le morti che ne susseguono. Alla fine dei conti le parti più riuscite sono quelle dello sparatutto classico,

Giocare con la gravità

che si esprime attraverso le rodate dinamiche di copertura già viste allo sfinimento da Gears Of War in poi. Anche qui, però, si notano i valori approssimativi della produzione, con armi scarsamente caratterizzate quando non estremamente derivative. Nonostante la buona realizzazione grafica l'appetibilità degli scenari è inesistente, con strutture anonime e nemici insipidi e incapaci di attirare l'attenzione dello spettatore, così come i due protagonisti, che finiscono per essere la brutta copia dei ben più celebri Marcus Fenix e Dominic Santiago (curiosamente anche le etnie corrispondono!). Quasi si dimentica che uno dei punti cardine è il salvataggio della figlia di David, a dimostrazione di quanto è scarsa l'empatia sviluppata verso i personaggi e le vicende narrate. Il gioco presenta la possibilità di affrontare la campagna in co-op online (niente locale), insieme a una serie di modalità multiplayer sia deathmatch che sopravvivenza. I dialoghi sono in lingua inglese, sottotitolati in italiano.

Conclusioni

Versione testata: Xbox 360
Multiplayer.it
6.5
Lettori (53)
6.9
Il tuo voto

Inversion è uno sparatutto che soffre gli scarsi valori di produzione e le limitazioni tecniche di questa generazione, con una serie di idee che quasi mai riescono a esprimersi pienamente, finendo per diventare poco più che piacevoli diversivi. Saber Interactive ce la mette davvero tutta, ma i risultati non si discostano troppo dal precedente Timeshift. Quello che rimane dopo l'effimero senso di novità è un clone piacevole di Gears of War, spesso ai limiti del plagio, con qualche trovata narrativa più sagace del solito, che cerca di celare fino all'ultimo una storia alquanto assurda. Il gioco comunque nella sua essenza funziona, proponendo scontri concitati e sempre vari lungo le otto ore della campagna, da affrontare da soli o con un amico. È insomma il classico prodotto di serie B che può essere apprezzato per la decisione commerciale del publisher di lanciarlo a prezzo ridotto e che potrebbe vivere una seconda giovinezza nel mercato di seconda mano.

PRO

  • Tutto sommato si lascia giocare
  • Diverse buone idee
  • Scaraventare oggetti sui nemici è sempre una soddisfazione

CONTRO

  • Approssimativo in tutte le sue parti
  • Esteticamente poco originale
  • Storia improbabile