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Atlantide, com'era nel 1992

Quando raccontavamo alle nuove generazioni che diciassette anni fa abbiamo visitato il Continente Perduto, nessuno ci prestava fede. Ora dovranno ricredersi.

RECENSIONE di La Redazione   —   10/07/2009

Sfatiamo un mito: esistono videogiochi tratti da una serie cinematografica che sono stati acclamati come capolavori dalla critica mondiale. Della critica non v'importa nulla? Sappiate allora che anche la comunità dei videogiocatori accolse Indiana Jones and the Fate of Atlantis con quantità inusitate di popcorn, neanche fossero al cinema. Non vi abbiamo convinti? Ok, allora aggiungeteci che quest'avventura è per molti fan dell'Indiana Jones di celluloide un compendio del suo universo, valido quanto le pellicole che hanno fatto il pieno ai botteghini.

Atlantide, com'era nel 1992

Il motivo è semplice, non c'è nessun mistero: Fate of Atlantis ha una storia che trascina il giocatore per centinaia di schermate invischiandolo in un intrigo dapprima noir, poi esotico, e infine avventuroso, diritto fino alle porte di Atlantide. Se solo Platone avesse potuto immaginare come stavano davvero le cose. E invece saremo noi a scoprirlo, partendo da un artefatto contenuto nel museo del Barnett College, che dovremo recuperare per Mr. Smith, prima che questi ci tradisca e si dia alla macchia con il contenuto dell'antica statuetta. Da qui in poi, vestiremo i panni impolverati dell'archeologo più famoso del mondo.

Curiosità

LucasArts ha deciso di rendere disponibili su Steam le sue glorie del passate, dando a tutti la possibilità di giocare ancora, o per la prima volta, diversi videogiochi che hanno fatto la storia. Multiplayer.it ha scelto per voi i migliori, a partire da Indiana Jones and the Fate of Atlantis.

Brillante, ruvido o romantico

Come potete vedere dalle immagini, si tratta di un'avventura fuori moda per quanto riguarda l'interfaccia. LucasArts a quei tempi aveva ideato lo SCUMM, un motore che gestiva diversi elementi del gioco. Per esempio, non basta cliccare su di una porta per aprirla, ma bisogna scegliere un verbo tra quelli disponibili, che potrebbe essere "apri" per esempio. Lo stesso meccanismo vale per la combinazione degli oggetti nell'inventario o la loro interazione con gli elementi del fondale. Inoltre, e qui forse tocchiamo un tasto dolente, ci tocca muovere il cursore del mouse per lo schermo alla ricerca dei pixel sensibili con i quali interagire. Niente aiuti e niente scorciatoie: un tempo si usava così. D'altronde, il cinema era in bianco e nero prima di diventare a colori, perciò non stupiamoci se Indiana Jones and the Fate of Atlantis ha solo 256 colori.

Atlantide, com'era nel 1992

Cos'ha reso questo gioco una delle avventure più belle di tutti i tempi? Innanzitutto la qualità della narrazione e delle ambientazioni, che ancora mettono i brividi per la voglia di scoprire cosa si cela dietro un mistero apparentemente insolubile. Forse perché la tecnologia carente costringeva gli autori a dare il massimo puntando alla sostanza e lasciando da parte fronzoli e distrazioni fuorvianti. Inoltre, il personaggio di Indiana Jones è stato ricreato con coerenza e attenzione: le battute di spirito e la capacità di sdrammatizzare anche davanti alle situazioni più tese è intatta per tutto il gioco. Non ultimo, e questa è una caratteristica notevole per l'epoca, l'avventura ci costringe a scegliere ad un certo punto tra tre approcci diversi. Pensate a quanto poteva emozionare un giocatore nel 1992 il poter scegliere tra uno stile ruvido, fatto di scazzottate, un percorso logico, dove si privilegia la risoluzione degli enigmi, e un'alternativa "a due", in cooperativa con Sophia Hapgood, la collega di Indy dai capelli rossi. Comunque decidiate di procedere, l'ultima tappa è Atlantide, e lì scoprirete che Platone non era da sbeffeggiare come abbiamo fatto noi all'inizio. Prima però di scegliere se tuffarvi in questo viaggio nel passato, tenete a mente che la copia disponibile per il download su Steam è totalmente in inglese, e che gli enigmi, per quanto logici e ben congegnati, sono ostici se paragonati a quelli delle avventure più recenti. Detto questo, noi però avviamo il gioco e lo ricominciamo da capo per l'ennesima volta.

9,6 o 6,9? Dipende. In fondo, se ci avete già giocato all'epoca, una recensione non vi serve. Sapete già tutto ed è probabile che amiate quest'avventura senza riserve, proprio come noi. Per tutti gli altri, si può imparare ad apprezzare anche quello che a prima vista sembra un tentativo preistorico, perché è grazie a titoli come questo se oggi possiamo giocare Secret Files o Syberia. Indiana Jones and the Fate of Atlantis ha una storia intrigante e imprevedibile, e tre approcci possibili alla soluzione dell'avventura, per una longevità oggi impensabile. Inoltre, molti dialoghi influiscono attivamente sullo svolgimento degli eventi, e questo ben prima di Fahrenheit. Poi certo, sono solo 256 colori, e i pixel sono abbastanza grandi da poterli contare uno ad uno. Perciò, a voi la lettura del voto. Indy è autentico come nei film Tre modi diversi di concludere l'avventura Vario e avventuroso Interamente in inglese

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core 2 Quad Q6600
  • RAM: 2 GB
  • Scheda video: GeForce 8800 GT
  • Sistema operativo: Windows Vista

Requisiti minimi

  • Sistema Operativo: Windows XP / Vista
  • Processore: Qualunque PC del 2002 o superiore
  • RAM: 32 MB
  • Scheda video: Scheda Grafica PCI 2 MB
  • DirectX: Versione 9.0c o superiore
  • Scheda audio: 16 bit