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Guai temporali

Con il terzo capitolo, Layton e aiutante tornano in gradissimo spolvero sui piccoli schermi del DS in quella che probabilmente si impone come la loro miglior avventura.

RECENSIONE di Umberto Moioli   —   29/10/2010

Un colto gentiluomo inglese in compagnia del suo giovane assistente, un uomo della ragione già in un paio di occasioni uscito vincitore da situazioni di non poca complessità, si aggira per le vie di una Londra dieci anni nel futuro rispetto a quella da lui di solito frequentata. Una situazione non comune che, aggiungendo assurdo su assurdo, partirà come la semplice raccolta di una richiesta d'aiuto e si evolverà nella sfida a un potente uomo a capo di un'organizzazione criminale, una figura che, quando svelata, susciterà non poco stupore nel giocatore.

Guai temporali

Il Professor Layton e il Futuro Perduto, terzo capitolo di una saga giunta a scoppio ritardato in Europa ma poi divenuta un appuntamento fisso della stagione natalizia, superando nove milioni di copie vendute a livello globale, si presenta ai blocchi di partenza con più certezze che dubbi: uno sfondo narrativo solido, personaggi esagerati ma sfiziosi e uno stile grafico squisito sono da sempre stati i punti di forza su cui Level-5 ha spinto per mettere in cassaforte l'unicità di questa curiosa variante del genere puzzle-enigmistico, dovendo piuttosto lavorare - e qui forse è il caso di ammettere un po' di indulgenza eccessiva dodici mesi or sono - sul ritmo della narrazione e l'empatia suscitata nel giocatore dai personaggi che gravitano attorno ai misteri da risolvere, in entrambi i casi superiori nel primo capitolo che nel secondo. Un lavoro di aggiustamenti, piccole ma importanti rifiniture, che come andremo a vedere è stato svolto in modo egregio.

Pixel hunting, con classe

La struttura che il giocatore è chiamato a sperimentare in Il Professor Layton e il Futuro Perduto è esattamente la stessa degli altri due episodi, quindi, con una linea narrativa costruita in modo da accompagnare la risoluzione degli oltre 165 enigmi inseriti, i veri protagonisti di quanto accade su schermo per quanto si provi, in modo volutamente pretestuoso, a renderli omogenei alla trama, con un effetto esagerato quando non comico sempre efficace. Se in Il Villaggio dei Misteri questo processo funzionava alla perfezione e in Lo Scrigno di Pandora lo faceva più sulla carta che nella pratica, mancando un po' di cuore, in questa terza iterazione il misto di personaggi vecchi e nuovi e prossimi - nel senso di inediti e mai visti, ma anche di osservabili nel presente laytoniano oppure dieci anni nel suo futuro - unito a situazioni estreme come l'uso di una macchina del tempo e la sparizione del primo ministro inglese, riescono a coinvolgere come ci si aspetterebbe, schivando il rischio di rendere noioso il processo di interazione con scenari e personaggi, rimasto invariato e riconducibile a un semplice punta e clicca.

Guai temporali

I puzzle godono dell'esperienza che Level-5 ha accumulato in passato, presentando un ventaglio di differenti situazioni notevole, accomunate dagli stessi principi da sempre abbracciati dalla serie: che si tratti di qualche gioco numerico oppure di un labirinto da cui evadere, che ci si debba districare tra le complessità di un indovinello oppure muovendo qualche forma geometrica, gli enigmi sono sempre risolvibili semplicemente lavorando di logica e senza perdersi in infiniti calcoli. La varietà di quelli qui inseriti, inoltre, è ancora superiore rispetto al passato con un uso limitato di varianti e doppioni. Peccato quindi - o forse no, dipende dai punti di vista - che il livello di difficoltà sembra sia stato un po' abbassato, specialmente nelle prime ore di gioco. Torna anche il sistema di supporto alla risoluzione che, spendendo le monetine raccolte esplorando i pixel del piccolo monitor touch screen, permette di ottenere fino un massimo di tre suggerimenti per ciascuna sfida; la novità consiste nella possibilità di spenderne due in una sola volta, dopo aver acquistato il terzo aiuto, ottenendo un "super indizio" in grado di mettere l'utente di fronte a qualcosa di molto vicino alla soluzione. Per il resto quello uscito lo scorso 23 ottobre si comporta esattamente come un qualsiasi altro titolo con protagonisti Layton e il fido assistente Luke, facendo muovere il giocatore avanti e indietro tra gli ambienti senza mai esagerare con il back tracking o, meglio, movimentando con successo la gran parte dei passaggi per ciascuna fermata, con nuovi dialoghi, incontri ed enigmi dietro ogni angolo.

Cornice di prestigio

Guai temporali

Esattamente come la storia e l'atmosfera, gli altri elementi di contorno costruiti attorno al cuore enigmistico-ludico dell'offerta, sono rifiniti in modo tale da assumere un ruolo di grande rilevanza. La cornice si carica quindi di tutto l'onere di immergere tra le vie di una Londra percorsa da tecnologie moderne ma costruita, da un punto di vista architettonico, in modo da metterne in risalto l'anima vittoriana, con le bellissime tavole 2D, i dialoghi brillanti e le musiche ipnotiche, per quanto ancora una volta limitate in numero, che rappresentano un motivo di gratificazione e spinta a proseguire, anche durante gli inevitabili motivi di stanca che le circa quindici ore necessarie per portare a termine la grande parte degli enigmi e la storia, si prendono di tanto in tanto. Tornano infine, immancabili, i tre mini-giochi che accompagneranno il giocatore per tutta l'avventura: il primo è una sorta di libro interattivo da completare con degli adesivi ottenuti in passaggi precisi dell'avventura - un po' come con i trasferelli di quando si era piccoli - mentre il secondo e il terzo sono più corposi, chiedendo di giocare con un modello fisico basilare per costruire dei trespoli su cui si muoverà un simpatico pappagallo, il nuovo amico di Luke, e di piazzare su terreni casellati delle frecce in modo tale da muovere la Layton-mobile lungo percorsi a ostacoli, un po' come in una versione semplificata del vecchio ChuChu Rocket!, titolo usato all'epoca del Dreamcast per spingere la Dreamarena.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.0
Lettori (200)
9.3
Il tuo voto

Aspettando una quarta uscita di eccezionale interesse - considerato l'inserimento nel pacchetto del gioco di ruolo London Life - un crossover con Ace Attorney, il capitolo 3DS e un buon numero di apparizioni in altri media, Il Professor Layton e il Futuro Perduto si dimostra un capitolo immancabile per ogni fan della serie, vario come non mai e capace di ritrovare l'appeal narrativo che il secondo capitolo aveva in parte visto sfumare. Le meccaniche sono rimaste immutate ma Level-5 si è chiaramente impegnata nell'ideazione di enigmi dotati di ottima varietà e accompagnati da tre mini giochi ben realizzati, senza troppe discussioni i migliori visti sino ad ora. La longevità infine è quella che ci si aspetta dalle migliori produzioni per il portatile giapponese; se siete unicamente fan del gioco in solitaria gli dedicherete circa tre volte il tempo che avrete riservato a uno qualsiasi dei moderni sparatutto bellici.

PRO

  • Layton e Luke in grande spolvero, narrazione coinvolgente
  • I tre mini giochi
  • La serie resta qualcosa di unico nel panorama videoludico
  • Tanti puzzle e tanta varietà...

CONTRO

  • ... anche se si è perso qualcosa in termini di livello di difficoltà
  • Bisognerà aspettare il prossimo episodio per vedere grosse aggiunte alla formula classica