Un erede ritrovato
Oltre a strizzare l’occhio in numerose occasioni al suo prequel (ritroverete, ad esempio, il capitano Armstrong), il titolo riprende le stesse meccaniche di gioco di Operation Flashpoint: affronterete una serie di missioni collegate tra loro da un semplice intreccio narrativo, seguendo l'evolversi del conflitto sotto diversi punti di vista, da quello del semplice fante, fino agli estremi di un pilota da caccia.
Una prima piacevole sorpresa, particolarmente gradita, è data dalla possibilità di scegliere di terminare una serie di missioni secondarie prima di affrontare quella principale, così da ottenere in quest’ultima delle agevolazioni: da una mappa tattica, in perfetto stile Rise of Nations, potrete scegliere se lanciarvi in una missione di sabotaggio, così da ridurre il numero di veicoli corazzati nella missione principale, oppure preferire un'incursione aerea, tagliando i ponti di rifornimento dei vostri nemici.
L’utilità di queste missioni, benché non sia fondamentale all’inizio della campagna, diventerà sempre più necessaria con l'evolversi del conflitto, oltre ovviamente a rappresentare un ottimo escamotage per aumentare la longevità e offrire percorsi alternativi.
Va comunque mosso un plauso agli sviluppatori che sono abilmente riusciti ad evitare una tagliola che avrebbe danneggiato l’intero gameplay: anche nel caso decidiate di non affrontare nessuna missione secondaria (anche se vi perdereste alcune missioni decisamente divertenti) quella principale non risulterà mai infattibile, anche se richiederà una dose di abilità decisamente superiore, oltre alla solita, sempreverde, dose di fortuna.
Graficamente parlando
Il realismo, tuttavia, non è dato solo dal contesto attuale, ma anche da una resa grafica decisamente di ottima fattura: i modelli sono ricchi di dettagli e le animazioni decisamente valide e realizzate con una cura maniacale; nel ricaricare un’arma il vostro soldato compirà esattamente gli stessi gesti che farà la sua controparte reale, senza tralasciare nemmeno il tiro dell’otturatore.
La straordinarietà dell’engine risiede, come già accadeva in Operation Flashpoint, nel riuscire a muovere ben 400 km quadrati di mappa senza alcun caricamento o swapping durante la vostra partita, fatta eccezione per quello iniziale: sarete quindi liberi di salire su un caccia, volare fino a quando vorrete, paracadutarvi su un bosco e proseguire a piedi fino alla spiaggia, dove potrete ancora prendere una barca e navigare, tutto senza incontrare mai una sospensione dovuta ad un caricamento.
La ricchezza di dettagli, degli ambienti, dei modelli e la complessità degli effetti si paga, purtroppo, a caro prezzo: le richieste hardware, per potersi godere l’isola di Sahrani nel suo più magnifico splendore, sono decisamente elevate: dovrete infatti disporre di una scheda di fascia alta compatibile con le DirectX 9, ma sarete al sicuro da qualsiasi rallentamento con una GPU della serie 8 di Nvidia (vi rimandiamo al box di questa pagina).
Ci teniamo a sottolineare un aspetto a nostro avviso rilevante: a suo tempo, quando uscì Operation Flashpoint, molti rimasero delusi dalle esorbitanti richieste hardware, ma dopo meno di un anno, con l’evoluzione dei componenti e il loro assestamento di prezzo, OPF divenne un titolo godibile dalla maggior parte dei giocatori, e siamo sicuri che capiterà lo stesso anche con Armed Assault, non appena il mercato verrà invaso da schede video di fascia media compatibile con le nuove librerie DirectX.
Ma come fortuna?
Ebbene sì, Armed Assault (ArmA per gli amici) introduce una variabile assolutamente nuova nel panorama dei videogames, vale a dire la fortuna: come (presumiamo) sia nella guerra reale, la probabilità di beccarsi una pallottola sarà estremamente elevata, e ancora più probabile è che ve la becchiate da qualcuno distante diverse centinaia di metri, senza avere la più pallida idea di chi sia che vi sta sparando addosso:
durante le nostre partite ci è più volte capitato di vedere morire il nostro compagno di squadra che si muoveva accanto a noi, permettendoci di individuare il nemico e ingaggiare uno scontro a fuoco; ricaricando lo stesso punto, a dimostrazione di una IA dinamica, la pallottola letale ha colpito noi e, ricaricando una terza volta, il cecchino nemico non ha ucciso nessuno dei due.
Sebbene questo possa non far piacere ai puristi del genere FPS, sicuramente contribuisce ad accrescere la sensazione, già elevata, di realismo, portando la tensione a livelli impressionanti durante qualsiasi missione, obbligandovi a non distrarvi nemmeno per pochi secondi, che potrebbero essere quelli fatali.
la probabilità di beccarsi una pallottola sarà estremamente elevata, e ancora più probabile è che ve la becchiate da qualcuno distante diverse centinaia di metri
Ma come fortuna?
Il rovescio della medaglia è un coinvolgimento senza pari, che vi porterà a tirare dei sospiri di sollievo quando vedrete arrivare dei rinforzi, e lanciare delle imprecazioni quando il vostro ultimo carro verrà distrutto per una vostra disattenzione, tutto con la tranquillità di star seduti alla vostra scrivania e di avere i quick load a disposizione.
Requisiti Hardware
Requisiti Minimi:
- Processore: Pentium 4 2.0 Ghz o AMD equivalente, non ottimizzato per i Dual Core
- RAM: 512 MB
- Scheda Video: Compatibile Direct 3D con 64Mb (AMD 9500 o Nvidia FX)
- Spazio su disco: 3.0 GB
- Processore: Pentium 4 3.0 Ghz o AMD equivalente
- RAM: 1024 MB
- Scheda Video: Compatibile Direct 3D con 256Mb(AMD X800 o Nvidia 6800)
- Spazio su disco: 3.0 GB
- Processore: Intel Core Duo E6700, 2.7 Ghz
- RAM: 2 Gb
- Scheda Video: NVIDIA 8800 GTX, 768 MB
Non c'è più religione...
Altro punto in comune tra ArmA e il suo prequel sono la varietà delle missioni: spesso il vostro briefing iniziale verrà stravolto dal corso degli eventi, a volte costringendovi a rovinose ritirate o ad improvvisi e maldestri assalti, non solo nei panni di un soldato semplice, impegnato a combattere metro per metro, ma anche come agente delle forze speciali, con missioni dietro le linee nemiche e ad altissimo rischio, o ancora come pilota di caccia od elicotteri d’assalto e, l’immancabile invitato, come carrista dell’esercito degli Stati Uniti, a bordo degli intramontabili M1A1.
Armed Assault vi offre quindi la possibilità di godervi delle battaglie spettacolari a tutto campo, sempre ovviamente nel realismo più assoluto: se quindi, in lontananza, vedete le fronde degli alberi piegarsi inspiegalmente, aspettatevi che, da un momento all’altro, decolli un elicottero; sono piccoli tocchi di classe che, a nostro giudizio, rendono l’esperienza di gioco qualcosa di unico, e di cui il gioco è infarcito: benché possano sembrare irrilevanti, vi permetteranno di guadagnare, grazie ad una vostra corretta intuizione, quei pochi secondi preziosi che vi porteranno a concludere la missione con successo, oltre a salvarvi la vita virtuale in multiplayer.
In particolar modo, bisognerà imparare a ragionare come accadrebbe nella realtà, discostandosi un po’ dai canoni videoludici: se dovrete abbattere un elicottero, per salvarvi la vita, non bisognerà perdere tempo alla ricerca, nei dintorni, di qualche soluzione offerta dagli sviluppatori, ma potrete anche iniziare a sparare al rotore di coda con quello che avete sperando che i vostri colpi vadano a segno, o magari mirando direttamente al pilota.
Godrete quindi di una vasta libertà d’azione, che già caratterizzava il primo Operation Flashpoint, e gli sviluppatori, a dimostrazione di questo, non vi forniranno mai una soluzione migliore rispetto ad altre, ma solamente un vasto campionario di possibilità, aumentando così anche la rigiocabilità del titolo.
Cosa combina la fretta
ArmA però non è un titolo perfetto, malgrado riesca a mandare a segno moltissimi dei suoi colpi: delude l’impatto sonoro del titolo, specialmente per le voci radio utilizzate dai vostri commilitoni: per qualche assurda ragione gli sviluppatori hanno preferito ricorrere ad un sintetizzatore vocale (e nemmeno di elevata qualità) per riprodurre le comunicazioni, e queste appaiono decisamente troppo artificiali, quasi come se venissero pronunciate a piccoli pezzi, senza la normale contuinità data dall’intonazione umana.
Anche alcuni effetti sonori, specialmente per alcune armi da fuoco, sono troppo ovattati, mentre sono rappresentati con qualità eccellente il suono prodotto dalle esplosioni e dai detriti gettati in aria, con sibili e tonfi sordi.
Sul piano del gameplay, malgrado la versione europea arrivi nei mercati fixata sotto moltissimi aspetti, per le schede video più datate possono generasi problemi di sovrapposizione di textures a diverse risoluzioni, dovute ad una non proprio eccellente programmazione del mipmapping, onnipresente in tutto il gioco; questo difetto, benché limitato unicamente all’aspetto estetico, grava notevolmente sulla sensazione che permea tutte le partite, togliendo moltissimo al coinvolgimento.
Bisogna tuttavia far notare che sono dei bug piuttosto frequenti in titoli di questa portata e molti di questi già affliggevano le precedenti versioni di Operation Flashpoint: fortunatamente Bohemia si è dimostrata molto disponibile a fornire alla comunità non solo gli strumenti, ma anche continue patch per migliorare e correggere molti di questi aspetti: considerando che dopo appena un mese dalla release sul mercato ceco, gli sviluppatori avevano già rilasciato una patch e un fixed exe, siamo certi che continueranno su questa strada anche per Armed Assault (attualmente è in lavorazione la v1.05, che aggiunge anche nuovi veicoli e armi, oltre a migliorare le prestazioni).
La guerra di tutti
Prima di concludere, e arrivare al fatidico giudizio finale, è necessario soffermarsi sull’aspetto multiplayer di ArmA: oltre ad offrire le tipiche modalità “Conquista la bandiera”, “Elimina il bersaglio” e Deathmatch, gli sviluppatori hanno recuperato anche la divertente modalità cooperativa, dove una squadra di giocatori umani dovrà affrontare avversari controllati dalla CPU: questa modalità di gioco raggiunge l’apice nel caso in cui i membri della squadra siano vostri amici, oppure membri del clan, tutti in contatto mediante un server TeamSpeak e un comodo microfono: in questi casi la sensazione di trovarsi realmente all’interno di un conflitto, con i propri commilitoni che spesso urlano quando si trovano sotto il fuoco nemico e sussurrano durante le operazioni furtive vi permetterà di vivere dei momenti, possiamo assicurarvi, indimenticabili.
La componente multiplayer presenta qualche problema di stabilità e lag nella versione 1.02, ma la versione europea (aggiornata alla 1.03) ha risolto moltissimi di questi bugs.
Conclusioni
Al termine di questa lunga recensione, come un titolo del calibro di ArmA merita, possiamo senza dubbio consigliare l’acquisto a tutti gli amanti di Operation Flashpoint perché non potranno rimanere delusi e ritroveranno moltissime delle meccaniche già viste nel precedente titolo di Bohemia; chi invece fosse interessato a saggiare cosa può voler dire trovarsi in guerra (con salvi tutti i riferimenti del caso, ovviamente), o desiderasse provare un gioco alternativo al solito FPS arcade, potrà sicuramente scoprire un piccolo gioiellino di tattica militare moderna.
Sconsigliamo l’acquisto a chi cerca un titolo immediato e poco impegnativo, visto che alcune missioni presentano picchi di difficoltà notevoli e vi potranno portare ad una disinstallazione prematura del gioco.
Bohemia Interactive ha dimostrato che è possibile sfornare un ottimo prodotto anche quando non si ha un publisher blasonato alle spalle, e noi siamo felici di incoronare le loro fatiche con un voto decisamente sopra la media.
Pro
- L’Erede di Operation Flashpoint
- Estremamente realistico e coinvolgente
- Ottima grafica
- Requisiti hardware esosi
- Può non piacere
- Qualche problema grafico e audio
Marines, Vista e 8800
Armed Assault presenta alcuni seri problemi di stabilità con le configurazioni high end: installando il gioco su Windows Vista insieme ad una 8800 GTX, ad ogni caricamento rapido, ArmA crasha tornando al desktop, riportando un errore generico: sul forum ufficiale, gli sviluppatori hanno già informato di essere al lavoro su un'apposita patch, così da rendere il titolo godibile a chi si è gravato di spese folli per le prime GPU compatibili con le DirectX 10. Non ci resta che aspettare!
Introduzioni alla guerra
Il fenomeno Operation Flashpoint ha introdotto una nuova variabile nell'universo dei giochi d'azione: il realismo; un colpo alla testa era sufficiente per portarvi prematuramente al game over, una ferita alle gambe vi vietava di correre o addirittura stare accovacciati, costringendovi invece a strisciare, mentre tutto intorno a voi si muovevano veicoli fedelmente riprodotti, aerei ed elicotteri da assalto, truppe lanciate allo sbaraglio e missioni da Spec Ops: una vera e proprio guerra digitale.
Il successo di questo titolo è stato confermato da numerose espansione ufficiali, tra cui l’ottima Resistance, oltre a tutta una serie di mission pack e vere e proprie campagne realizzate dall’attivissima community di modders, riuscendo a prolungare la longevità di questo titolo fino al rilascio di un suo sequel, mantenendo viva la speranza di rivestire gli scomodi (e pericolosi) panni di un soldato sbattuto nel mezzo di un conflitto...
Armed Assault, sebbene battezzato diversamente (a causa di un problema di copyright), può considerarsi il seguito ufficiale di Operation Flashpoint, e questa volta sarete transportati in un vero conflitto moderno, con una triste strizzata d’occhio ai recenti eventi accaduti in Iraq.
Sarete quindi chiamati a muovervi nell’incantevole isola di Sahrani, vero e proprio paradiso naturale, ma scottante inferno politico: verrete coinvolti in una sanguinosa guerra tra due governi, ma la vostra missione non sarà restaurare la pace, nè tantomeno impersonare l’eroe di turno e scacciare “il Male” salvando dei poveri innocenti: il vostro unico obiettivo sarà quello di portare a casa la pelle, e vi possiamo assicurare che sarà tutto tranne che semplice.