Signore, una vittoria da manuale
L'accuratezza del contesto di gioco e delle informazioni fornite prima di ogni missione sono senza dubbio il primo segnale della meticolosa ricerca per la fedele riproduzione delle battaglie, suddivise in quattro capitoli per ogni schieramento, composti a loro volta da cinque scenari giocabili, per un totale di 68 missioni da completare. Un elemento d'interesse è rappresentato dalla relativa libertà con cui si può giungere alla fine del capitolo, che rappresenta uno snodo fondamentale dal punto di vista storico e che può essere giocato anche senza completare tutti gli scenari precedenti. Questo impone comunque una penalità in termini di difficoltà, poiché la riuscita di un compito porta nuove risorse sottoforma di mezzi ed esperienza delle truppe, così da rendere più semplice il completamento delle missioni successive. Come ci si poteva aspettare da un titolo che tenta in tutti i modi di mantenere un alto profilo di credibilità storica, Blitzkrieg II offre numerosi filmati accompagnati da una voce fuori campo che spiega il background bellico di ciascuno scontro, con dovizia di informazioni e dati riguardanti il momento storico. Ci sono quindi molti fatti realmente accaduti e qui riproposti senza che si possa dunque invertire le sorti del conflitto, ma ponendo i termini di vittoria sotto forma di un certo numero di obiettivi da raggiungere; poi com'è finita realmente la guerra come si suol dire, è storia.
il seguito rappresenta un buon passo avanti e un ottimo titolo strategico dal sapore storico adatto anche ad un pubblico più occasionale
Signore, una vittoria da manuale
Per capire lo spirito del gioco bisogna pensare ad un approccio aperto al di là dei vincoli storici che fanno da sfondo alle vicende, pensando che non esiste una sola strategia vincente, ma la creatività e la lungimiranza nelle scelte sono qualità che vi porteranno alla vittoria seguendo strade diverse, senza che per questo una sia migliore delle altre. Potete infatti concentrarvi sull'accerchiamento di unità tattiche creando altrove un diversivo per tagliarle fuori dal grosso del plotone, indebolendo così l'esercito senza dargli la possibilità di ricompattarsi, oppure potete scegliere un assedio mirato puntando sull'arrivo a sorpresa dei mezzi di supporto, con i quali chiudere al nemico la via di fuga. Tutto deve essere pianificato, questo è certo e il punto d'inizio è la mappa strategica su cui scegliere quale missione intraprendere ma soprattutto per accedere ad una ricca sezione che annovera più di 200 unità, tra le quali privilegiare le forze disponibili da schierare in campo. Questo rappresenta però solo l'inzio poiché il cuore delle scelte è rappresentato dagli investimenti fatti sulle unità future. E' infatti possibile migliorare i mezzi e le truppe di fanteria per aumentarne la resistenza delle corazze ad esempio. La vera novità consiste comunque nel meccanismo di promozioni molto simile a quello dei giochi di ruolo, dove le unità che sopravvivono agli scontri crescono di livello con l'esperienza, migliorando le caratteristiche del proprio arsenale e la precisione di tiro. Il nodo cruciale per l'apprendimento di nuove specializzazioni consiste comunque nell'assegnazione di ufficiali e comandanti ad un numero limitato di divisioni, così che con l'esperienza guadagnata sul campo possano far crescere le possibilità della fanteria o dei mezzi che comandano, garantendo prestazioni aggiuntive sul campo di battaglia. Il vero difetto di Blitzkrieg II consiste al di là dei suoi pregi nella difficoltà di gestione dell'armata sul campo, in particolare per quanto riguarda le scelte dell'intelligenza artificiale sulle rotte più logiche da seguire e per la disposizione dei mezzi e della fanteria, spesso appaiati disordinatamente, con il risultato di ingenti perdite del tutto evitabili in fase di avanzamento su larga scala. Anche le scelte autonome delle singole unità, che se perse di vista talvolta finiscono per andare incontro al fuoco dei mortai, "distratte" magari da un cingolato che passa troppo vicino al loro raggio di azione, costringono ad una minuziosa cura e revisione degli ordini impartiti, cosa che diviene piuttosto impegnativa e frustrante nelle fasi di gioco più concitate. Resta inoltre il dubbio su alcuni scenari dove ci si trova a dover mantenere un ritmo di gioco molto elevato, finendo col concentrarsi più sul come fare a contenere le riserve inesauribili del nemico piuttosto che sul come elaborare finezze strategiche in vista degli obiettivi da raggiungere, anche se si tratta di un problema marginale non così presente da inficiare la giocabilità di questo titolo così incalzante.
Il nemico si nasconde Signore, ruotiamo la mappa?
Un grande passo avanti è stato fatto in questo seguito così ricco di appeal ed il merito risiede in gran parte, per quanto riguarda l'aspetto estetico del gioco, nel nuovo motore completamente tridimensionale, che abbraccia ogni elemento con modelli solidi e dettagliati. Questo significa che le cose andranno in briciole sotto i bombardamenti, con effetti grafici di grande impatto che potrete gustarvi da vicino eseguendo lo zoom della mappa o ruotando la visuale a piacimento. Non si tratta però soltanto di un tocco di stile, poiché il fumo che si alza dai bombardamenti o gli elementi distruttibili del paesaggio (praticamente tutti, dalle cascine agli stessi alberi), possono rivelarsi parte integrante dell'azione, sotto forma di elementi strategici da tenere in considerazione: se siete appostati dietro ad alcuni caseggiati e il fuoco di sbarramento dei carri fa piazza pulita dell'insediamento abitabile non potrete certo pretendere di continuare la vostra avanzata furtiva. Disquisizioni strategiche a parte, ogni unità sul campo si muove con grande naturalezza e realismo, nel pieno rispetto delle propria controparte reale. Non manca neppure l'alternarsi del giorno con la notte e tutto il campo di battaglia risuona delle grida concitate dei vostri uomini e della fanteria nemica, tra esplosioni e snervanti sessioni di mitragliatrici di posizione, così che non potrete fare a meno di sentirvi avvolti dall'adrenalina dello scontro. L'ultima chicca, anche se si tratta di un'opzione oramai scontata, è la possibilità di giocare in rete fino ad un massimo di otto giocatori, con tanto di opzioni per la creazione di terreni di scontro personalizzati. In defintiva Blitzkrieg II è tutto ciò che offriva di buono il suo predecessore con diverse aggiunte interessanti e una decisa revisione delle molte lacune viste in precedenza, anche se manca un maggiore potenziamento dell'intelligenza artificiale e degli spostamenti per poter parlare di grandezza assoluta. Quel che conta è che il seguito rappresenta un buon passo avanti e un ottimo titolo strategico dal sapore storico adatto anche ad un pubblico più occasionale.
Se avete amato Blitzkrieg non potrete che gioire e osannare l'arrivo del secondo capitolo, che offre una bellissma panoramica tridimensionale del campo di battaglia, un'enciclopedia dettagliata di tutte le 200 e più unità ricreate per voi, ma soprattutto una cura per la rappresentazione storica degna di attenzione da parte di tutti gli appassionati. Naturalmente c'è anche da considerare il cuore del gioco, che supera il concetto di "accumulo e sperpero" delle risorse in favore di una totale adesione al momento dello scontro vero e proprio, molto veloce e carico di tensione, dove una sola decisione sbagliata può mandare all'aria una manovra ben studiata. Tanti spunti interessanti difettano di un'intelligenza artificiale che lamenta diverse lacune, che divengono a volte critche durante gli spostamenti, in particolare se coinvolgono molte unità di tipo misto. Fortunatamente non è questo che impedisce a Blitzkrieg II di fare un deciso passo avanti e di porsi come strategico in tempo reale di nuova generazione, molto divertente e fruibile da un ampio pubblico, sempre che non siate oramai esausti delle vicende di nazi e bolscevichi con la supervisione di americani, ma questo d'altronde è uno dei temi più amati dei videogiochi.
Pro
- Nuovo sistema di avanzamento dei comandanti
- Una cura per la rappresentazione storica che comprende 250 unità
- Coinvolgente e finemente strategico
- Nessuna estrazione delle risorse, solo scontri in prima linea!
- E’ tutto tridimensionale finalmente
- I.A. non sempre logica nelle scelte
- Gestire gli spostamenti può divenire frustrante
- I rinforzi tolgono un po’ di realismo al gioco
A scuola con Rommel
Un seguito importante quello di Blitzkrieg II, sviluppato da Nival Interactive, gli stessi del primo capitolo, che si propongono ora di portare avanti il loro pupillo puntando sempre più su di un tipo di RTS che si allontana dai vari WarCraft e Command & Conquer per due motivi fondamentali. Il primo riguarda l'accurattezza storica che si spinge ad un livello di grande dettaglio e profondità, il secondo forse ben più rilevante riguarda l'assenza della parte gestionale riservata all'accumulo e alla trasformazione delle risorse. Blitzkrieg punta infatti direttamente sul conflitto armato in campo aperto, dove l'unica cosa che conta è la vostra capacità di prevedere cosa succederà in seguito alle scelte effettuate e cosa potete aspettarvi dal nemico. C'è dunque molta più tensione, ma la pressione psicologica è la base per apprezzare una tattica vincente. Di certo non è un genere aperto a tutti ma Blitzkrieg II può offrire numerose soddisfazioni anche ai giocatori meno avvezzi ai conflitti su larga scala. Lo scenario, intramontabile, è quello della Seconda Guerra Mondiale e la campagna per il singolo giocatore vi porterà a vestire i panni delle tre armate più presenti sui campi di battaglia: la Wehrmacht (i nazi mai amati), le forze sovietiche (Stalingrado ci ha insegnato qualcosa) e l'esercito U.S.A. (già allora onnipresente su scala mondiale). Vediamo quindi cos'è cambiato rispetto al passato e quali sono le qualità necessarie per potersi guadagnare il titolo di "Volpe del deserto".