Il libro delle leggi che governano i morti, ovvero il Necronomicon, è capace di risvegliare le anime ed i corpi dei defunti. Questo leggendario libro, scritto sembra nell’ottocento dopo Cristo, ha ispirato scrittori e registi in gran quantità; fra questi anche Sam Raimi, che per la sua trilogia cinematografica ha basato la trama, seppur esigua, su questo libro dai poteri innaturali. Anche A Fistful of Boomstick quindi sfrutta il filo che congiunge tutti i capitoli di celluloide, portando Ash (Bruce Campbell) in una città infestata di morti viventi, Dearborn. Com’è successo ultimamente per alcuni famosi tie-in, anche questo Evil Dead racconta una storia inedita, se pur priva di originalità. Armato fino ai denti Ash dovrà dunque cimentarsi nuovamente nell'eterna battaglia con orde di zombies assetati di sangue, dovendo inoltre viaggiare fra diverse dimensioni temporali allo scopo di sbrogliare una matassa altrimenti mortale.
Abbandonata la struttura survival horror del predecessore, A Fistful of Boomstick si propone con una più consona attitudine all’azione, per certi versi paragonabile a State of Emergency. La nostra controparte poligonale, infatti, si troverà a girovagare per una città devastata, dovendo, per legge di sopravvivenza, uccidere ogni non morto che gli capiti a tiro. Inoltre, fra uno smembramento e l’altro, Ash dovrà trovare chiavi e documenti necessari alla risoluzione dei misteri che affliggono Dearborn. Sostanzialmente il gioco è tutto qui, limitandosi ad essere un “prendi la chiave, apri la porta, uccidi il cattivone di turno” che si ripete ciclicamente senza mordente o varianti di nessuna sorta. Basteranno poche sessioni di gioco perché giunga la noia, nonostante il carisma ed il sarcasmo del protagonista riescano nell’intento di tenere a galla un filo d’interesse, almeno per un po’. Ash infatti è caratterizzato veramente in maniera impeccabile: il classico eroe goffo ma coraggioso che ricalca perfettamente il personaggio creato dalla mente di Raimi. Gli amanti del genere splatter troveranno sicuramente in questo titolo pane per i loro denti, con tanti bei nemici pronti da sminuzzare, anche perchè la loro intelligenza artificiale risulta quantomai deficitaria. L'equipaggiamento a disposizione è molto vario, e passerà dalle canoniche armi da fuoco alle cosidette armi da taglio. Non si può non menzionare la mitica motosega che Ash ha sul braccio destro, privato della mano nel secondo capitolo della trilogia. Il sistema di combattimento si avvale dell’ormai abusatissimo lock-on, che permette al giocatore di colpire il nemico selezionato con un arma a distanza lunga o ravvicinata a seconda dell’esigenza: Ash infatti sarà in grado di portare due armi per volta, una col braccio sinistro e l’altra attaccata al braccio destro. Il ritrovamento nel corso dell’avventura di alcune composizioni mistiche permetterà inoltre al protagonista di evocare incantesimi dalle più variegate caratteristiche in cui, dovendo effettuare per ogni spell una combinazione di tasti, l’errata esecuzione aprirà divertenti siparietti con Ash maldestramente protagonista.
Realizzato con lo stesso engine grafico di State of Emergency, questo Evil Dead ne ripropone essenzialmente gli stessi pregi e gli stessi difetti. Infatti, se da un lato troviamo un titolo fluido in grado di presentare su schermo un numero impressionate di NPG, dall’altro gli stessi soffrono di un basso livello di dettaglio ed animazioni alquanto grottesche. Migliora decisamente la realizzazione di Ash, che offre un maggiore numero di poligoni rispetto ai nemici ed animazioni quantomeno decenti. Anche le textures degli ambienti di gioco non aiutano affatto a rendere più piacevole il look di questo titolo, in quanto soffrono di eccessiva ripetitività oltre ad un livello di dettaglio tutt’altro che encomiabile. Qualche passo in avanti lo fa il comparto sonoro, soprattutto grazie al doppiaggio di Bruce Campbell, che regala al protagonista lo stesso appeal della controparte cinematografica. Nella media invece gli effetti sonori, nonostante qualche imprecisione prettamente tempistica.
In definitiva..
Evil Dead: A Fistful of Boomstick è il classico tie in che si affida più alla licenza che alla realizzazione del gioco. La ripetitività è una grossa tegola che affligge questo titolo, che non splende nemmeno per la veste grafica. Tutti gli amanti della saga cinematografica troveranno comunque un titolo fedele nell’essenza e nello spirito, trainato da un Bruce Campbell che, anche sotto forma poligonale, è sempre in splendida forma. Il consiglio comunque è quello di provarlo prima di un eventuale acquisto.
- Pro:
- Fedele al film.
- La motosega ha un certo fascino.
- Contro:
- Gameplay ripetitivo e noioso.
- Pochi livelli di gioco.
- Graficamente datato.
Erano gli albori degli anni ottanta, anni ruggenti qualcuno cantava, anni in cui il cinema horror viveva il momento di massimo splendore. La gente era facilmente impressionabile, e qualsiasi effetto, per quanto oggi possa strappare poco più di un sorriso, riusciva nell’intento di spaventare. In quell’epoca naquero saghe che, nel corso degli anni, divennero storiche. Una di queste fu sicuramente La Casa, conosciuta negli States come Evil Dead, che grazie al regista “autodidatta” Sam Raimi trovò una collocazione ben precisa fra i generi horror, in quanto capace di mischiare momenti di puro terrore ad altri decisamente divertenti. Il sarcasmo effimero di Bruce Campbell riusciva sempre nell’intento di giocare con lo spettattore, facendolo prima saltare sulla poltrona per poi farlo successivamente ridere. Recentemente THQ si è molto interessata a questa epopea di stampo horror, producendo però con scarsissimi risultati Hail to the King, uscito nel 2001 su Dreamcast, Psx e Pc. Passati due anni, THQ ha deciso di riprovarci, delegando lo sviluppo di questo "Evil Dead: A Fistful of Boomstick" agli scozzesi VIS, distintisi ultimamente per il tanto discusso State of Emergency.