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Fuga da Monkey Island

Finalmente su console, e nel migliore dei modi, arriva l'ultimo episodio, in ordine di tempo, di una saga storica: Fuga da Monkey Island.

RECENSIONE di La Redazione   —   16/07/2001
Fuga da Monkey Island
Fuga da Monkey Island
Fuga da Monkey Island
Fuga da Monkey Island

Il ritorno di Guybrush

Uno dei punti di forza di MI è la continuità temporale: sorta di soap opera giocata, ogni capitolo riparte da dove era finito il precedente, spesso con tanto di riassunto delle puntate passate per renderlo giocabile anche ai neofiti. Fuga da Monkey Island non fa eccezione, aprendosi con un buon FMW sul quale la storia viene introdotta per mezzo degli stessi personaggi del gioco. Dopo innumerevoli viaggi e paradossali disavventure, Guybrush Threepwood, indiscusso protagonista della saga di MI, era uscito per l'ennesima volta vincitore dallo scontro con la tormentata anima di Le Chuck, il suo antagonista di sempre, ed aveva finalmente realizzato il sogno della propria vita: sposare Elaine, la bella governatrice di Melee Island. L'avventura riprende proprio da qui, e più precisamente dal ritorno dei due piccioncini dalla luna di miele. Alla fine del filmato il giocatore prende subito possesso dei comandi e si trova immediatamente alle prese con il primo di una lunga serie di problemi: liberarsi da una corda che lo lega e sconfiggere dei pirati assalitori. Sin dai primissimi minuti di gioco si è dunque coinvolti dalla narrazione, confortati dal fatto che Guybrush è rimasto l'ingenuo di sempre e che, come di consuetudine, per risolvere i problemi in cui egli si caccerà, bisognerà abbandonare anche questa volta ogni pretesto di razionalità, affidandosi piuttosto alla nostra demenza ed al nostro istinto. Il piatto forte sarà rappresentato dunque, come ai vecchi tempi, dalla demenzialità delle situazioni e dei rompicapo: l'unica regola per andare avanti consiste nel tentare la strada più improbabile ed aspettarsi l'inaspettato. La progressione della storia ha il medesimo incedere che ha fatto il successo della serie: i primi enigmi sono sempre ben delineati e chiari nello scopo. Man mano che si procede, un numero crescente di possibilità si apre di fronte al giocatore, tuttavia solo una delle tante sarà la soluzione che porterà nella guiusta direzione. Fortunatamente non sono poi molti i casi in cui ci si imbatte in situazioni di blocco, in cui non si sa assolutamente cosa si deve fare. La precisa e minuziosa esplorazione di tutte le locazioni è infattiil più delle volte in grado di portare allo scoperto tutti gli elementi utili al proseguio del gioco. La difficoltà è perciò dosata in modo tale che soltanto chi non è avvezzo a questo genere di avventure possa rimanere coinvolto talvolta in noiosi e lunghi momenti di stasi. In situazioni di questo caso fa molto comodo comunque il sistema di salvataggio supportato, che abilita il giocatore ad interrompere la sessione di gioco in qualunque momento e dove si vuole, senza dover tener conto del numero di vlte che lo si esegue. Luoghi, facce, situazioni, battute: nulla sembra essere cambiato dal 1990. Tra i numerosi nuovi personaggi presentinon mancheranno ovviamente volti già noti, come la maga Vodoo, il pirata Ozzie e la mitica Carla, maestra di spade del primo episodio. Come nei primi due capitoli della saga anche in quest'ultimo non mamcano affatto i temibili duelli ad insulti, che investiranno anzi un ruolo di particolare rilievo nell'intera vicenda. Pieno di citazioni già sentite ed amate dagli appassionati della serie, Fuga da Monkey Island vanta inoltre splendidi dialoghi (tutti magnificamente e grandiosamente tradotti e parlati in italiano!), intrisi come al solito di follia pura e capaci di attrarre chi fino ad ora non aveva mai avuto a che fare con i discorsi idioti di Guybrush Threepwood e comagni.

Fuga da Monkey Island
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Fuga da Monkey Island
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Tradizione ed evoluzione

Pur essendo il 3D la modifica più rilevante di FDMI, una delle evoluzioni più determinanti è senza dubbio il sistema di controllo. A differenza dei titoli precedenti della serie, che utilizzavano il mouse con il sistema "punta e clicca", in questo il nostro personaggio sarà controllato tramite tutti i tasti disponibili sul Dual Shock 2. Infatti ora, quando egli si avvicina ad un oggetto o ad un personaggio di rilievo, la sua testa ruota verso di esso, dopodiché vengono offerte diverse scelte attraverso una serie di frasi, o si ha la possibilità di effettuare diverse azioni, tra cui parlare, usare, esaminare e raccogliere qualcosa, grazie all'uso dei vari bottoni del pad. L'interfaccia di controllo è completamente priva di menù o icone di alcun genere, e perciò facile da imparare dopo solo pochi minuti. Per quanto riguarda il comparto grafico bisogna dire che fortunatamente, nonostante il drastico passaggio alle 3 dimensioni, i disegnatori sono riusciti magistralmente nel mantenere intatta l'atmosfera del gioco. L'uso di colori vivaci, di disegni fumettosi e di architetture iregolari dà la sensazione di trovarsi nel bel mezzo di un cartone animato. I fondali sono realizzati in grafica bidimensionale e pre-renderizzati, sempre coloratissimi e disegnati bene, a voler dimostrare le grandi qualità artistiche degli sviluppatori Lucas. I personaggi invece, così come tutto ciò con il quale si può interagire, sono visualizzati in 3D e composti da modelli poligonali di non troppo buona fattura, forse anche a causa dell'impiego di pochissime textures. Bisogna sottolineare infatti come l'intero gioco qui analizzato sia a dir poco perfettamente identico alla originaria versione per PC. La nota negativa di questo fatto è che per farlo girare su di un computer bastava una macchina dalle prestazioni poco più che sufficienti, mentre ora, essendo stato trasportato su una ben più potente Playstation 2, ci si aspettava uno sforzo maggiore dai parte dei programmatori, giusto per dimostrare quantomeno la bontà dell'Emotion Engine. Ma come sappiamo, non si può avere tutto dalla vita. Un applauso infine va alla CTO, che, nonostante la marea di critiche ricevute per quanto riguarda Onimusha, ha in questo caso perfettamente doppiato i numerosissimi dialoghi, caratterizzando addirittura con inflessioni dialettali i diversi personaggi. Ottimo dunque l'adattamento alla lingua italiana, che con le azzeccatissime musiche di sottofondo, fanno raggiungere alla parte "sonora" del titolo livelli di magnificenza difficilmente paragonabili ad altro attualmente in commercio.

Fuga da Monkey Island
Fuga da Monkey Island
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Per molti, ma anche per tutti

Per concludere, questo Fuga da Monkey Island rappresenta sotto tutti i punti di vista un'indiscutibile esperienza videoludica, sia per chi ha giocato ed amato i tre episodi precedenti, e sia per chi si affaccia per la prima volta all'universo delle avventure grafiche. Un dvd che assicura 30-40 ore di gioco (a seconda della propria bravura) non ce lo troveremo tra le mani almeno fino all'arrivo di Final Fantasy X, che comunque appartiene ad una categoria alquanto diversa di "concetto di videogioco". L'estrema longevità del titolo è comunque per forza di cose leggermente ridotta, vista la totale mancanza del gioco in multiplayer, ma questo lo si deve già mettere in preventivo quando si parla di una saga storica come quella di Monkey Island, estranea a travolgimenti di ciò che ha fatto di essa un mito di tutti i videogiocatori di vecchia data: la sua giocabilità.

    Pro:
  • è il primo episodio di MI sviluppato su console;
  • storia intrigante come sempre e dosi massicce di humour;
  • doppiaggio e musiche ottime.
    Contro:
  • graficamente con la Ps2 si poteva fare molto di più;
  • enigmi a volte frustranti per i neofiti;
  • caricamenti brevissimi ma frequenti.

Fuga da Monkey Island
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Fuga da Monkey Island

Le scimmie sbarcano su PlayStation 2!

Prendete una contagiosa musica caraibica, una ciurma di pirati strampalati ed un irresistibile senso dello humour. Ecco a voi così la miscela esplosiva che ha reso l'universo di Monkey Island uno dei miti di noi videogiocatori. Uscito nel 1990 prima su Amiga e poi su Pc, The secret of Monkey Island è stato il primo grande successo della Lucasarts, seguito ad appena un anno di distanza dal secondo episodio: Le Chuck's Revenge. Solo nel 1997, poi, fu sviluppato il terzo capitolo, che per una serie di motivi non ebbe però il successo che ci si aspettava. Il quarto ed ultimo episodio, infine, ha fatto la sua apparizione sui Personal Computer l'anno scorso, cercando di rinverdire i fasti che furono cogliendo l'essenza dei primi ed aggiornandosi agli standard moderni, primo fra tutti la tridimensionalità. Ora la Lucas ha finalmente deciso che la sua ultima fatica può essere convertita, e, badate bene, per la prima volta in assoluto, su di una console. Ed indovinate un pò quale?