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Indycar Series

La Formula Indy è uno dei fenomeni sportivi più seguiti negli Stati Uniti, un paio di decine di vetture lanciate oltre i trecento chilometri all'ora vorticano per duecento giri su un ovale, finchè qualcuno vince la gara o finchè non si schiantano tutti. Provatene l'ebbrezza anche voi in quest'ultimo titolo edito da Codemasters e sviluppato da Braininajar.

RECENSIONE di La Redazione   —   20/10/2003
Indycar Series
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Ma per correre serve la patente? E per correre in tondo?

Il gioco ha tutte le licenze ufficiali del caso, da quelle della lega che gestisce gli eventi Indianapolis (IRL) fino al marchio della vera e propria Motor Speedway della città omonima. Non per questo ci troviamo davanti ad un gioco perfetto, ma se non altro è una buona partenza (se qualcuno ci investe in sponsor forse un motivo ci sarà, vale quanto le illazioni universali di mia nonna, ma fatevela bastare). Fin dal primo momento però il gioco mi ha dato l’impressione di essere un po’ raffazzonato alla bell’e meglio, intro in fmv banale e vagamente scarna, consueta colonna sonora pseudo trash tiratissima e spalti affollati di gente che esulta a vedere schegge impazzite frullare a 230 miglia all’ora facendo il girotondo. Le prime opzioni che ci si trova davanti, non appena si sfoglia il menu di gioco, sono le più tradizionali per ogni gioco di guida che si rispetti. Ci viene data la possibilità, infatti, di fare un giro disimpegnato su una pista di nostra scelta, sostenere una gara con tanto di qualificazioni iniziali e tutto il resto, oppure farci tutta la stagione corsistica, fino all’ultimo giro. Una delle opzioni che ho trovato più interessanti, da ignorante totali di Formula Indy quale sono, è la cosiddetta Masterclass: opzione che ci consente di seguire una serie di ben realizzati tutorial che spiegano come guidare e come rispettare le regole imposte dalla Indianapolis Racing League, per poter poi evitare brutte sorprese in gara (come le bandiere nere, che io ricevo a manetta ormai).

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"Easy left!"... hey ma sono tutte così!

Ovviamente, come da copione, è possibile creare una propria identità che verrà associata a delle “skillcard”, questi cartellini verranno compilati automaticamente in caso di qualificazione nelle varie gare e potranno poi essere utilizzati per sbloccare feature speciali nel gioco, inutile dire che io sono la persona più sbagliata per spiegarvi quali bonus potreste ottenere, non credo infatti di essere in grado di qualificarmi decentemente nemmeno in un milione di anni, ma forse dovrei smetterla di correre contromano? Altrimenti, in alcuni tipi di competizione, potrete entrare nei panni sudati di qualche corridore famoso di ovali e provare a vedere come guiderebbe un ottimo pilota se improvissamente gli facessero una lobotomia frontale a sorpresa… almeno nel mio caso succede così.

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"Easy left!"... hey ma sono tutte così!

Entrare in pista in modalità “facile” è bello ma non per tutti: la macchina praticamente si guida da sola, entra ed esce dai box quando vuole lei e fondamentalmente voi dovete solamente tenere premuta la freccia a sinistra dei cursori per tutto il tempo. Dalla modalità “normale” in su comincia a trasparire la simulazione, con pneumatici che vanno cambiati a seconda delle necessità, carburante non infinito, e aerodinamica compromessa dall’ultima volta che vi siete messi ad arare il prato con la vostra monoposto. Con la tastiera non è il massimo, andrebbe giocato con un volante, questo è ovvio, ma mi è sembrato, tutto sommato, abbastanza bilanciato tra facilità (leggesi: “arcade”) e profondità simulativa (leggesi: “io aro il prato”) e quindi anche con la vecchia “centoduetasti” è possibile ottenere qualche risultato apprezzabile e lo sfondamento del cursore sinistro.

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C'è un moschino sul mio parabrezza.

Graficamente il prodotto si presenta discretamente bene a parte i menu scarni e difficili da navigare alle volte. Le piste sono un po’ tutte uguali e il pubblico è costituito da sagome colorate informi che sussultano sugli spalti delle tribune. Le scene animate sono bruttine e tendono a scatticchiare qui e là, ma le macchine per contro sono rese estremamente bene nei dettagli, inoltre in pista la sensazione di velocità viene resa in modo assolutamente efficace dal motore grafico, grazie anche al frame rate che si attesta sempre su valori medio- alti anche in situazioni concitate. La colonna sonora del gioco è decisamente heavy, sta molto bene e fa molto “Days of Thunder”, però alla lunga stufa e i piloti hard-core la disattiveranno subito perché gli impedirà di sentire le variazioni del motore e gli utili commenti in italiano del personale a bordo pista, che spesso ci avverte di incidenti sul tracciato e ci comunica eventuali problemi alla nostra vettura, senza contare i commenti ai nostri giri di pista (nel mio caso non sentivo niente… perchè?). Per il resto l’audio è tutto un ronzio di motore e stridii di pneumatici, insomma niente di più o di meno di quello che uno potrebbe chiedere da un gioco come questo, quindi pollice alzato anche per questo comparto.

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C'è un moschino sul mio parabrezza.

Se devo essere sincero, mi sono stupito della totale mancanza di una modalità di replay. Insomma, una delle cose che resero grande il gioco dei Papyrus quattordici anni fa era proprio la possibilità di vedere i disastrosi incidenti prodotti dal giocatore nella consueta manovra kamikaze contromano, addosso al gruppo di testa (non fate gli indignati, so che l’avete fatto tutti e più volte). Magari è tra gli optional sbloccabili vincendo le competizioni e che quindi non vedrò mai, ma non ne sarei tanto sicuro… un vero peccato. Inoltre altra grande assente è la modalità multiplayer, cosa non inusuale per un simulatore, ma visti i tempi sicuramente un passo indietro in ogni caso.

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Conclusione

E siamo giunti ai consigli per gli acquisti come da copione, il gioco l’ho testato sul mio fido AMD 2200+ con 512 mb di ram 2100, ati radeon 9700 e audigy di prima generazione e devo dire di non aver avuto nessun problema settando tutto il dettaglio al massimo e aggiungendo filtro anti-alias a 4x e anisotropico sempre a 4x. Conseguentemente credo che un qualsiasi pc di fascia media dovrebbe essere in grado di gestire questo giochillo senza troppi problemi. Fila liscio liscio e si lascia giocare discretamente, è mia opinione che potrebbe calzare a pennello per gli amanti della formula Indy e per tutti coloro che non possono fare a meno di collezionare ogni singolo gioco di corse esca sul mercato (in effetti non molti, ultimamente). Gli altra sappiano bene di cosa si tratta: di un discreto simulatore, con parecchi elementi di sano arcade realizzato più che discretamente, ma forse, qui in Italia, penalizzato da un soggetto non troppo popolare. Se non soffrite di mal d’auto e percorrere duecento giri su una pista dalla forma di un uovo di Pasqua non vi spaventa sappiate che questo è un bel gioco di Formula Indy.

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Pro:

  • Giocabile a qualsiasi livello
  • Non esoso in richieste hardware
  • Varietà di modalità di gioco
Contro:
  • Si corre in tondo…sempre…
  • Alcuni “professionisti” della guida potrebbero non trovarlo esauriente
  • Niente replay ne multiplayer

Ovoidi tondi.

Alcune volte penso ancora a come la vita possa essere eccitante e piena di sorprese, altre volte penso a come sia piatta e banale, altre ancora a come sia beffardamente crudele e sarcastica. Mettere un uomo davanti al suo incubo peggiore è un atto di vile crudeltà, porre un povero redattore davanti alle sue paure più remote e sepolte nel subconscio, per il puro gusto sadico di vederlo contorcersi tra atroci sofferenze è pura efferata violenza. Ebbene sì: m’hanno dato da recensire un gioco di guida… è un gioco di Formula Indy… solo a questo punto metà di voi dovrebbe essere già svenuta dalla paura come ho fatto io.
La Formula Indy nasce dalla celeberrima gara che veniva tenuta fin da prima della Seconda Guerra Mondiale presso la ridente città industriale di Indianapolis, la corsa che portava il nome di “The Indianapolis 500” era costituita da una serie infinita di giri intorno ad un circuito ovale: un tentativo criminale dell’organizzazione di far svenire dalla nausea i piloti al fine di procurare gli incidenti spettacolari che contraddistinguono da sempre questa categoria di corse e che creano, per il pubblico americano, l’unico effettivo dettaglio interessante.
Tanto per fare un nome famoso, ma in verità di un pilota che ormai ha vinto tutto quello che c’era da vincere, Mario Andretti ha la bacheca piena dei trofei e delle statuine vinte sulla Indy 500. E poi come dimenticare i ragazzi di Papyrus e il loro Indianapolis 500, che uscì per PC nel lontanissimo 1989 e che all’epoca stupì tutti per grafica, profondità simulativa e giocabilità. Quelli erano bei tempi e fare 200 giri su un ovale poteva anche sembrare divertente, almeno finchè non vi trovavate a ingurgitare una scatola intera di antiemetici.
Oggi, dopo una serie di esperimenti finiti nello sgabuzzino per avere venduto due copie nonostante l'incremento notevole della vendita di farmaci contro la nausea, Codemasters ci riprova con questo Indycar Series, sviluppato dai BraininaJar e noi vediamo come gli è andata.