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L'Era Glaciale 2 - Recensione

Avete sempre desiderato aiutare Scrat ad acciuffare la sua ghianda? Finalmente potete farlo su Wii.

RECENSIONE di Alessandro Bacchetta   —   16/04/2007
L'Era Glaciale 2 - Recensione
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L'Era Glaciale 2 - Recensione

L'Era Glaciale

Il gioco della Vivendi fortunatamente si colloca nell’ultimo caso descritto. L’Era Glaciale 2 è un platform che ha per protagonista Scrat, uno scoiattolo le cui peripezie, nonostante fossero in secondo piano, finivano spesso per rubare la scena ai protagonisti del film; se avete visto il lungometraggio – e se non l’avete fatto vi consigliamo di rimediare – non potete non ricordare le disavventure di questo personaggio, costantemente alla ricerca della sua ghianda che, in un modo o nell’altro, finisce sempre per sfuggirgli. Il tutorial è piuttosto lungo, ma vi accorgerete subito di due cose positive: la prima è che le fondamenta sulle quali è stato eretto il gioco sono solide, la seconda che le caratteristiche del Wii non sono state implementate con approssimazione. Quando si loda la struttura di un platform si loda implicitamente il suo engine, che è fondamentale per confezionare un gioco di piattaforme divertente: Scrat segue bene le ondulazioni del terreno e in generale interagisce con gran parte degli elementi che lo circondano, caratteristica che aumenta conseguentemente la liberta d’azione. Gli stessi controlli sono semplici e intuitivi, ma soprattutto precisi e reattivi quanto basta. L’Era Glaciale apre quindi la porta al giocatore in maniera garbata e accogliente, facendolo accomodare in casa senza spinte.

L'Era Glaciale 2 - Recensione
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Target

L’unica vera critica che si può muovere al sistema di controllo sta nell’impossibilità di modificare l’inquadratura, sebbene tendenzialmente segua con precisione i movimenti di Scrat; in un platform però anche una minima imprecisione può condizionare l’esperienza di gioco, e in alcuni momenti l’Era Glaciale avrebbe avuto bisogno di una camera manovrabile. Trattandosi di un porting naturalmente non ci si poteva aspettare che le peculiari funzionalità del Wii venissero sfruttate in modo approfondito, ma fortunatamente non sono state nemmeno inserite all’interno della meccanica di gioco forzatamente. Con le dovute proporzioni l’approccio di Vivendi è stato simile a quello adottato da Nintendo con Twilight Princess: le parti che sarebbero state più coinvolgenti e precise col Wiimote gli sono state affidate, le altre sono rimaste così com’erano. Il feeling generale è molto positivo, e il telecomando non fa altro che rendere più piacevole e coinvolgente l’esperienza del titolo. Ciò che impedisce all’Era Glaciale di diventare un gioco da ricordare è la sua stessa fisionomia, il fare cioè quello che è stato pensato per fare senza ambire ad altro. Questo platform è stato chiaramente limitato dal target infantile a cui è rivolto, e per il quale, come avrete capito, è pressoché perfetto. Il tutorial è leggermente più lungo di quelli a cui siamo abituati, dura indicativamente tre quarti d’ora, ma soprattutto è difficilmente definibile come tale, nonostante ne abbia tutte le caratteristiche: questo perché l’Era Glaciale, sempre che si abbia un minimo di esperienza con giochi del genere, si porta a termine in circa cinque ore. Non solo è poco longevo, ma è anche estremamente permissivo: cadere nel vuoto toglie poca energia a Scrat, i nemici non costituiscono un vero pericolo (sia perché infliggono lievi danni sia per la scarsa IA), gli enigmi e gli obbiettivi all’interno delle singole zone sono brevi, semplici e abbastanza scontati. Questo non vuol dire che il gioco non sia divertente, perché lo è, né che non sia fatto bene, perché lo è, ma semplicemente che a causa della sua stessa natura non sarebbe potuto essere più quello che è stato.

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Grafica ed Extra

Tecnicamente il gioco è uguale a quello per le console di vecchia generazione, perciò non aspettatevi miglioramenti di alcun tipo rispetto alle versioni per Play Station 2 e GameCube, se non per il pieno supporto della modalità a 16:9. La grafica nonostante questo è gradevolissima, è stato svolto un lavoro encomiabile: le animazioni sono tante, valide e fluide, la modellazione poligonale è accurata e il frame rate costante. Tutto questo non deve stupire, sia perché circa metà team si è occupato di questo aspetto, sia perché molti degli acquirenti avranno come desiderio primario quello di vedere su schermo i personaggi che hanno ammirato al cinema. Il sonoro naturalmente riprende alcune delle melodie presenti anche nel lungometraggio, e benché non possa contare sulla stessa qualità dell’estetica svolge egregiamente il proprio lavoro; il doppiaggio al contrario è stato eseguito grossolanamente, con personaggi che troppo spesso parlano con la bocca chiusa.

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Commento

L’Era Glaciale è un platform edificato da un bravo artigiano, al quale però era stata commissionata fin dall’inizio un’opera con dei confini ben precisi: l’engine e i controlli sarebbero stati capaci di supportare un titolo di ben altra caratura, ma il target infantile al quale il gioco è rivolto gli impedisce di elevarsi come avrebbe potuto. Alcune cose dovevano essere perfezionate, come la camera, ma ciò che effettivamente tiene ancorato al suolo l’Era Glaciale sono la sua brevità e semplicità: per necessità, non per incapacità, ma breve e semplice rimane. Un bel regalo per i giocatori alle prime armi, un regalo meraviglioso per gli esordienti appassionati del film… gli altri faranno meglio ad orientarsi su produzioni diverse.

Pro

  • Sistema di controllo preciso
  • Ottimo engine
  • Animazioni curatissime...
Contro
  • ... ma tecnicamente è uguale al GC
  • Dura pochissimo
  • Estremamente semplice

Ai giorni nostri tie-in e bei giochi sono due concetti quasi antitetici, ma non è stato sempre così. All’epoca del NES e del Master System ad esempio molti titoli validi erano fatti sfruttando una licenza, cosa che col passare del tempo è diventata sempre più rara: tra gli ultimi casi eclatanti non si può non ricordare Goldeneye per Nintendo 64, datato 1997, che era però già allora una perla sommersa da un mare di tie-in anonimi (nel migliore dei casi). La situazione da lì in poi si è deteriorata ulteriormente, e purtroppo ora come ora il carico di pregiudizi che si porta appresso un gioco su licenza è molto pesante: anche quei pochi titoli che potrebbero divertire finiscono spesso per essere declassati e ignorati dai giocatori più smaliziati.