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Manhunt

Gli autori di GTA tornano dopo pochi mesi su Xbox con il loro ultimo, discusso, lavoro. Venite a scoprirlo nella nostra recensione.

RECENSIONE di Pietro Quattrone   —   04/05/2004
Manhunt
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Only You… solo contro tutti

Il nuovo gioco di Rockstar Games arriva in versione Xbox, già con la fama di titolo molto discusso. Il perché è subito detto: la violenza, tanta, volutamente gratuita e altamente spettacolare, che ha richiesto il bollino di gioco riservato ai soli maggiorenni. Non possiamo che essere d’accordo con questa scelta, ma è giusto che sappiate che Manhunt, per quanto efferato, è un gioco capace di suscitare intense emozioni e di portare ad alti livelli il genere degli action-stealth. Ci troveremo nei panni di James Earl Cash, detenuto condannato alla pena capitale, che, incredibilmente, invece di morire si risveglia in un luogo a lui sconosciuto, noto con il nome di Carcer City, e con una voce nella testa che gli dice: “Tranquillo, ti abbiamo dato un’altra possibilità!”. Non è la sua coscienza che gli parla, ma è la voce di un pazzo, un regista di snuff movie (i filmati in cui si assiste ad una morte in diretta), che vuole realizzare il più grande spettacolo mai visto, del quale siamo i protagonisti. Il problema è che non siamo da soli, seguendo le istruzioni dateci dal “Regista” Starkweather, dovremo attraversare le diverse zone del set, evitando le numerose bande di delinquenti che troveremo sul nostro cammino.

Manhunt

Vivremo il gioco attraverso inquadrature molto cinematografiche: tutto il nostro percorso è, infatti, costantemente seguito dalle telecamere e le cutscene in stile 8 mm ci daranno l’impressione di essere veramente in un film. Saremo soli contro tutti e l’unica nostra speranza di salvezza sarà quella di passare inosservati, eludendo la sorveglianza, facendo agguati mirati ai cacciatori, trasformandoci da prede in giustizieri. Manhunt, in questo, si discosta parecchio dal film citato nella nostra prefazione, nel quale Schwarzenegger, a suo modo, andava avanti come un carro armato, distruggendo ciò che trovava sul suo cammino, senza preoccuparsi di agire nell’ombra. Earl potrà e dovrà utilizzare diverse mosse per agire in silenzio e decidere il percorso da fare, la più celebre è sicuramente quella alla Solid Snake, che, spalle al muro, ci permette di osservare dietro lo stesso senza essere visti. La componente delle uccisioni è fondamentale e, fortunatamente, saremo in questo aiutati dalle tre tipologie di armi che incontreremo: quelle non riutilizzabili, come ad esempio la scheggia di vetro, quelle minori utilizzabili più volte, come i coltelli, e quelle devastanti però parecchio rumorose come le mazze da baseball. Lo scontro diretto è quasi sempre sconsigliato, vista la resistenza degli avversari e la loro consistenza numerica. E’ sempre preferibile agire nell’ombra, attirando la nostra preda in un punto prescelto per poi, attaccandola silenziosamente alle spalle,… zack… giustiziarla. E’ questo lo spirito del gioco, ovvero studiare la situazione, scegliere il punto dove colpire e poi passare all’esecuzione. Attraverseremo lunghi momenti con il cuore che palpita e la musica che alza la tensione, studiando attentamente lo stage prima di passare all’azione. Manhunt non è un gioco per bambini anche per questo, chi si aspetta un approccio facile e immediato rimarrà deluso.

Manhunt

Nel titolo Rockstar si muore spesso e volentieri, con l’obbligo di ripercorrere delle lunghe zone, dato che i checkpoint sono lontani tra loro, e conseguente frustrazione, ma la sfida ben bilanciata sarà sempre uno stimolo ad andare avanti. Le esecuzioni sono sicuramente la parte del gioco più carica di violenza, volutamente eccessive e realizzate in maniera ottima, con una felice coordinazione tra utilizzo dei joypad e quanto visto su schermo: vedremo Earl alzare il braccio come una mannaia, la voce del “Regista” ci inciterà ad uccidere e, premendo X o A, aggrediremo il malcapitato facendolo fuori con una sola, spettacolare, azione. Il titolo si articola in diversi livelli, circa una ventina, quasi tutti votati all’azione stealth, ma con obiettivi diversi e abbastanza vari; di certo non è la trama a farla da padrone, anche se alcuni colpi di scena sono davvero sorprendenti. Alla fine di ogni stage otterremo un punteggio, che rispecchia fedelmente la nostra abilità nelle uccisioni, che sarà importante ai fini dei bonus da sbloccare.

Killer Instinct

Tecnicamente parlando, il titolo degli autori di Gta è sicuramente interessante, di certo superiore alla versione natalizia uscita su Ps2 per quanto riguarda la nitidezza delle texture e gli effetti di luce. L’area di gioco necessita di un caricamento, molto veloce in realtà, solo all’inizio di ogni livello, spezzando solo brevemente il ritmo del gioco. In linea di massima, tutto il comparto grafico è di buona fattura, corroborato da buone animazioni e da una buona caratterizzazione stilistica dei nemici (i bulli più paurosi e terrificanti che si siano mai visti). Ogni gang è caratterizzata diversamente e si muove in base a buone routine comportamentali, alla lunga in realtà similari tra i diversi personaggi, ma comunque ben fatte. I cacciatori, una volta destati da un rumore, perlustrano accuratamente la zona, seguendo diversi livelli di allerta indicati sul rilevatore di movimento, che segna la loro posizione, in base a diversi colori: dal “giallo-non sanno che siamo lì”, al “rosso-ci hanno visto”.

Manhunt

Altra caratteristica notevole del titolo è sicuramente la capacità di suscitare ansia, agitazione e coinvolgimento allo stato puro grazie alla componente video sicuramente decisiva, coadiuvata dall’ottima scelta di inserire il “disturbo” alle immagini come se fossero prese da una telecamera esterna. Oltre a questa caratteristica, comunque disattivabile, ce n’è un’altra altrettanto importante, ovvero il comparto audio e qui dobbiamo fare veramente i complimenti alla Rockstar. Le musiche che accompagnano tutto il gioco sono molto d’atmosfera e seguono alla perfezione il ritmo del gioco, ma ancora di più lo sono gli effetti sonori: il rumore dei nostri passi, capace di attirare le sentinelle, i risolini e le grida dei nostri nemici, il loro fischiettare (giuriamo che dopo qualche sessione di gioco serale inizierete a sentirli anche ad Xbox spenta), i dialoghi in puro slang americano e purtroppo non tradotti in italiano (solo i principali lo sono), ma spesso comunque comprensibili. I commenti cinici del Regista sono poi un colpo di genio: si complimenterà con noi per la kill ben fatta oppure ci inciterà a colpire duro i nemici; le sue esternazioni, ci piaccia o no, ci faranno da guida per tutto il gioco. E’ molto interessante, collegato a questo, la possibilità di utilizzare il voice communicator per sentire la voce del Regista direttamente nel nostro orecchio, e quella di emettere dei rumori, parlando nel microfono, per destare i cacciatori, facendo attenzione a non urlare dalla gioia dopo un’uccisione. Qualche piccola pecca l’abbiamo riscontrata solo nel sistema di inquadrature, non sempre perfetto, e nella gestione della telecamera con lo stick destro, che non risulta sempre efficace come dovrebbe.

Commento

Manhunt è un titolo che fa sicuramente discutere, volutamente eccessivo e rabbioso, non passerà di certo inosservato. Dietro alla fama di gioco violento si nasconde, però, un ottimo titolo, che sprizza gameplay da tutti i pori. Non fermatevi alle apparenze e alle voci che si sentono in giro, provatelo almeno un po’ e vi assicuriamo che ne rimarrete colpiti, sempre a patto di non essere deboli di cuore. Un prodotto che arricchisce ulteriormente la lineup Microsoft e, oltretutto, rafforza il rapporto tra i creatori della saga di Grand Theft Auto e il colosso di Redmond.

    Pro:
  • Emozionante
  • Tecnicamente ben fatto
  • Comparto sonoro da Oscar
    Contro:
  • Elevato livello di sfida
  • I.a. buona, ma non perfetta
  • Telecamera non sempre precisa

Avete presente l’attuale governatore della California? In uno dei suoi primi film, “L’implacabile”, ambientato in un futuro iper tecnologico e molto violento, si trovava costretto a partecipare ad un gioco teletrasmesso nel quale metteva in palio la propria vita, confrontandosi in un’arena-città contro terribili gang di teppisti, armati di tutto punto e pagati per fargli la pelle. Ecco perché il raffronto: il film, ricco di azione e con uno Schwarzie in forma strepitosa, è molto simile, con le dovute proporzioni, a Manhunt, il nuovo gioco di Rockstar Games che debutta in questi giorni sulla console Microsoft dopo aver esordito su PlayStation 2.

Manhunt