Si dice che tre sia il numero perfetto, ma i fan di Dead Space non ne sono del tutto convinti da quando i primi trailer del gioco hanno mostrato la nuova strada intrapresa da Visceral Games con la sua creatura. Per gli amanti dei survival-horror è una paura lecita, in fondo, sopratutto dopo che Capcom ha trasformato il re del genre, Resident Evil, in una specie di sparatutto. E in Dead Space 3 ci aspettano spazi aperti, modalità cooperativa, un nuovo sistema di coperture e perfino la possibilità di schivare con una capriola laterale: tutti elementi da action-game, in netta antitesi con l'impostazione conservativa e claustrofobica dei precedenti episodi del franchise. Ma secondo Steve Papoutsis e John Calhoun, produttori esecutivi del gioco, da temere ci sono soltanto i nuovi necromorfi...
Nello spazio nessuno può sentirti urlare...
La battaglia di volontà tra Isaac Clarke e il Marchio procede anche in questo terzo capitolo. L'universo di Dead Space continua a espandersi tramite videogiochi e romanzi e la sensazione è quella di aver grattato soltanto la superficie di questa saga. Girava la voce che Dead Space 3 concludesse una presunta trilogia, ma Papoutsis è stato cristallino: "Abbiamo ancora un sacco di Dead Space da raccontare e tantissime storie ambientate in questo universo, un universo enorme che ci accompagnerà per molto tempo".
Ok, quindi come si incastra questo terzo episodio nel Grande Disegno di Visceral Games? Dobbiamo aspettarci qualche sconcertante rivelazione, magari sulla vera natura del Marchio o sui famigerati poteri di Lexine Murdoch, il personaggio di Dead Space Extraction apparso anche nel DLC di Dead Space 2? "Risponderemo a moltissime domande sorte nei primi giochi" ha promesso Calhoun, "E per i fan abbiamo in serbo un vero e proprio tuffo nella storia della saga". Sui dettagli chiaramente non si è sbottonato, bisognerà aspettare l'uscita del gioco per saperne di più. Lo stesso vale per il nuovo protagonista, John Carver, che accompagnerà Isaac in modalità cooperativa. "Carver è un soldato spietato che è stato profondamente colpito dalla piaga dei Necromorfi" rivela Calhoun. "Sua moglie e suo figlio sono stati uccisi durante un attacco e lui si è unito a un gruppo sovversivo per eliminare per sempre questa minaccia".
Ovviamente, in Dead Space 3 verrà raccontato come Isaac e John si sono conosciuti e perché collaborino quando un secondo giocatore impugna il joypad. Isaac d'altro canto non ha più le rotelle fuori posto, ma questo probabilmente significa niente più allucinazioni e spaventi improvvisi... o no? "L'orrore è il DNA di Dead Space" dichiara Calhoun, "Non faremmo mai un gioco senza di esso. In Dead Space 3 ci stiamo concentrando molto di più sui suoni, sull'atmosfera e sui colpi di scena". Sono aree in cui Visceral Games se l'è cavata alla grande in passato, ma un po' ci preoccupa la decisione di mettere da parte la paura psicologica per concentrarsi maggiormente su quella scenografica. Papoutsis sembra invece molto sicuro di questa scelta: Dead Space 3 è un'evoluzione della serie, non un cambio di rotta. La scelta delle nuove ambientazioni si integrerà nella nuova storia e nel concetto di survival-horror stesso, nonostante l'apparenza faccia credere diversamente.
... a parte i mostri che ti stanno masticando
Dead Space 3 è già il quarto videogioco del franchise e diventa lecito chiedersi cos'altro si inventeranno i ragazzi di Visceral Games per spaventare i giocatori che non si sia già visto in precedenza. A detta di Calhoun non si tratta di un lavoro particolarmente complicato: "Ogni anno facciamo una specie di concorso interno durante il quale ciascuno di noi propone le sue idee più spaventose e inquietanti" spiega il produttore, "Del resto siamo tutti fan di film e videogiochi d'orrore, quindi salta fuori un po' di tutto.
È in questo modo che ci siamo inventati molte situazioni dei primi tre Dead Space ed è proprio così che stiamo lavorando a Dead Space 3". In un certo senso vale lo stesso per le ambientazioni, a quanto pare: la rivelazione di un pianeta innevato e di spazi all'aperto ha lasciato i fan un po' interdetti, considerando che quello degli spazi angusti è stato un po' il tema portante del franchise. In questo caso è stata l'ambientazione a condurre lo sviluppo: "Ci piaceva l'idea di un'ambiente organico, non necessariamente un pianeta innevato ma comunque qualcosa di più all'aperto" spiega Papoutsis. "Abbiamo scelto la neve per via delle condizioni di bassa visibilità che crea, qualcosa che fa subito pensare alla sopravvivenza e al pericolo". Papoutsis comunque ha sottolineato con forza che il pianeta in questione non è l'unica location di Dead Space 3, ma soltanto una delle tante. Il gioco non comincia nemmeno su quel pianeta, ma su un altro, in una zona diversa della galassia. "E da lì si finisce in una flottiglia, una specie di cimitero di astronavi dove bisogna spostarsi di nave in nave, a gravità zero e in aree di piccole dimensioni, e ciascuna di essa è diversa dalle altre". Per vedere il pianeta della neve e le aree successive, compresa una super segreta sulla quale il producer non si è voluto sbottonare, bisognerà arrivare al secondo atto del gioco. Fin dall'inizio però ci potremo sorbire tutta una serie di novità, dal nuovo armamentario componibile con i pezzi che Isaac troverà in giro ad alcune specie inedite di Necromorfi. Vi ricordate quelle schifezze che uscivano dai nemici gravidi nel prequel? Ecco, ora girano per i fatti propri trasformando i cadaveri che trovano in mostri.
Ai giocatori farà quindi comodo avere un amico a guardar loro le spalle, e Papoutsis promette che l'esperienza non cambierà drasticamente e manterrà intatta la sua natura di survival horror. Tanto per cominciare, niente split-screen: "Crediamo che mini l'immersione" spiega Papoutsis, "Se guardando lo schermo osservi l'azione da due punti di vista, l'esperienza Dead Space va a farsi friggere". Secondo il producer tutto quello che serve è un bel paio di cuffie e una stanza buia. Il giocatore vede soltanto ciò che può, immerso in una situazione da vero horror. In alternativa, si può sempre decidere di giocare da soli: alcuni enigmi cambieranno e perfino le sequenze cinematiche saranno diverse proprio perché John è assente. I ragazzi di Visceral Games hanno infatti scelto di non introdurre un personaggio gestito dall'intelligenza artificiale proprio per non alterare troppo la natura del franchise. Fra qualche mese scopriremo se i loro sforzi di evolvere Dead Space senza snaturarlo hanno avuto un esito positivo, o se i fan che vedono in Dead Space 3 una struttura troppo action-oriented avevano ragione a preoccuparsi.