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Qualcosa agita le acque

Lasciate a casa la tuta spaziale, in SOMA vi servirà una maschera da sub

ANTEPRIMA di Andrea Rubbini   —   18/04/2014
SOMA
SOMA
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Un essere umano del duemila che cercasse il mistero fuori di sé, rivolgerebbe naturalmente lo sguardo al cielo notturno, in cerca dello spazio. Dimenticandosi del buio insondabile che ancora avvolge gli abissi oceanici, proprio sotto il livello del suolo, più vicino di quanto non creda. Ed è laggiù, sotto un volume pazzesco di acqua, che Frictional Games ha deciso di ambientare il suo nuovo, attesissimo progetto, SOMA.

Qualcosa agita le acque

A giudicare dalle prime immagini diffuse l'anno scorso avevamo creduto di trovarci lontano dalla Terra. La stazione PATHOS-2 poteva benissimo essere uno stabilimento situato su di un lontano pianeta, o intorno alla sua orbita, se non addirittura alla deriva. Invece si trova ben saldo tra le piante marine, circondato da creature note, e forse anche ignote. Di certo al suo interno qualcosa non va per il verso giusto, perché SOMA è un gioco dell'orrore, così come Amnesia, la strepitosa serie che ha fatto brillare Frictional Games nel firmamento dei migliori sviluppatori di videogiochi. La rivelazione riguardo all'ambientazione sottomarina di SOMA non è banale. Anche se può venire subito in mente BioShock, qui dovremmo trovarci davanti a qualcosa di molto diverso, perché sembra proprio che le profondità oceaniche non saranno solo un mondo da ammirare attraverso vetrate e oblò. In SOMA cammineremo sul fondale, con tutto ciò che questo comporta. Ascolteremo il nostro respiro affaticato dietro la maschera, vedremo il mondo intorno a noi ridursi a uno stretto cono di luce, udiremo i rumori alieni di un ambiente che non è mai stato fatto per noi. E soprattutto valicheremo i confini della nostra mente. Che l'abisso marino sia una metafora delle profondità della psiche umana? Potrebbe essere. Ma non dimentichiamoci che questo è un survival horror di fantascienza. Ci sono quindi anche le macchine. E le intelligenze artificiali. Intanto, qualche intrepido è stato invitato a fare un primo giro di esplorazione nel mondo di SOMA. Vediamo un po' quali sono state le impressioni raccolte, in attesa che arrivi anche per noi il momento di immergerci fin dove il buio inghiotte la luce del sole.

Un video ribalta l'idea che avevamo di SOMA: non più lo spazio profondo, ma le profondità degli abissi!

Dove non osano gli squali

Una delle due sezioni presentate assomigliava a uno stabilimento industriale. Sembra che Frictional Games abbia speso una grossa quantità di energie e denaro nella creazione di ambienti ultra dettagliati, tanto da portare la sua ultima creazione a livelli produttivi paragonabili a quelli dell'industria tripla A. L'atmosfera è tutto in SOMA e le sole immagini non rendono giustizia alla finezza visiva del gioco. La sezione giocabile al chiuso si è rivelata nel design molto simile ad Amnesia.

Qualcosa agita le acque

Possiamo quindi aspettarci numerosi puzzle ambientali legati allo scenario in cui ci troviamo. Dentro lo stabilimento industriale dovremo per esempio rimettere in moto macchinari, trovare pezzi mancanti e farci strada aprendo porte meccaniche bloccate. Niente di troppo impegnativo, comunque. Ciò che ha colpito è stata la capacità di sviluppare uno stile narrativo per immagini che comunica con i particolari. C'è qualcosa di inumano che vive nella base, un essere fatto di materia organica e inorganica, una mente artificiale con un corpo vivo ma capace di interagire con le macchine. Si nota la sua presenza dalla forma dei cavi, simili a tentacoli che entrano ed escono dalle pareti e dalla strumentazione, rivendicando lo stabilimento come sua proprietà. In SOMA siamo noi gli intrusi. La seconda sezione giocabile era quella sottomarina, e finalmente il gioco ha mostrato la sua personalità unica. C'è qualcosa di nuovo e straordinario nel camminare sul fondale marino, mentre banchi di pesci fluttuano intorno a noi, costretti a un'andatura lenta, impacciata. Come fossimo sulla Luna. Sembra che lo spazio marino sia abbastanza vasto da consentire inoltre qualche escursione fuori dal tracciato, segnalato in questo caso da lampeggianti rossi.

Qualcosa agita le acque

SOMA però tende a suggerire il corso delle azioni da compiere e si aspetta che il giocatore si comporti coerentemente con la situazione in cui si trova, come se giocasse di ruolo. Il punto non è perdersi, ma esplorare l'ambiente, guardandosi intorno e interagendo con le fonti di informazione presenti. SOMA non ci lascia soli. Quando siamo all'aperto la strada è segnalata anche dagli edifici che compaiono in lontananza e dalle grida inumane che si odono provenire da qualche recesso. Uscendo dal tracciato comunque si fanno scoperte interessanti, come un sommergibile arenato, limite ultimo del terreno esplorabile. La demo giocabile si è conclusa con l'apertura di una porta metallica grazie a uno strumento capace di tagliarne lo spesso strato di cavi. A quanto pare c'è stato spazio anche per un primo e ultimo, terrificante incontro con una creatura robotica, anche se al momento non c'è modo di sapere che tipo di scene d'azione saranno incluse nel gioco. Manca ancora un anno all'uscita finale del gioco e i pareri raccolti indicano che l'evoluzione di SOMA rispetto ad Amnesia sia evidente. Il ritmo è migliore, il tipo e la difficoltà di puzzle non intralciano la progressione e soprattutto il mondo di gioco ha una personalità e una coerenza tali da diventare la principale fonte di attrazione. Al contrario le registrazioni vocali dei tanti appunti sparsi qua e là nel gioco sembrano molto al di sotto dell'atmosfera visiva. Ma per questi dettagli c'è ancora tutto il tempo per fare meglio. L'esplorazione è appena cominciata.

CERTEZZE

  • Ambientazione sottomarina piena di possibilità
  • Cura visiva straordinaria
  • Narrazione ambientale di alto livello

DUBBI

  • Speriamo che l'esperienza oceanica non si concluda con una breve camminata sott'acqua