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Gex - Che fine hanno fatto?

Un geco e la sua ossessione per la Tv: in una parola, Gex!

RUBRICA di Massimo Reina   —   10/07/2014

Che fine hanno fatto... è una rubrica a cadenza regolare che cerca di riportare alla luce quei franchise che per un motivo o per un altro sono caduti un po' nel dimenticatoio, raccontandone la storia, con la speranza di rivederli prima o poi sui nostri schermi.

Nella ventennale storia di Crystal Dynamics, team di sviluppo nato nel 1992 per volontà di tre veterani di SEGA, vale a dire Judy Lang, Madeline Canepa e Dave Morse, quest'ultimo tra l'altro co-fondatore di Hi-Toro divenuta poi Amiga Corporation, figurano tanti titoli di un certo livello nel panorama ludico.

Gex - Che fine hanno fatto?

Basti pensare ai vari Legacy of Kain: Soul Reaver, Blood Omen 2 e alcuni episodi di Tomb Raider, compreso l'ultimo reboot che ha contribuito in maniera notevole a riconsegnare al pubblico una straordinaria Lara Croft come non la si era mai vista prima. Ma oltre a produzioni di una certa importanza, ce ne sono state altre che un po' in sordina seppero conquistarsi le attenzioni del pubblico di videogiocatori, fino a far registrare vendite più che positive. E' il caso di Gex, una serie di platform avventurosi che vedeva per protagonista un geco antropomorfo con la passione per il mondo della TV, le feste e il surf, capace di vendere nell'arco della sua breve esistenza qualcosa come quindici milioni di copie su tutte le piattaforme sulle quali vennero rilasciati i titoli che la compongono. Un successo che portò il protagonista del gioco a diventare a un certo punto perfino la mascotte di Crystal Dynamics. Ma cosa fece di questo simpatico parente delle lucertole un personaggio così apprezzato? Vediamo di ripercorrerne brevemente la storia.

Un divertente platform 3D ricco di humour con protagonista un simpatico geco: che fine ha fatto Gex?

Curiosità

Il primo episodio della serie Gex era un platform bidimensionale a scorrimento orizzontale sulla falsariga di altre produzioni di genere antecedenti, soprattutto su Super Nintendo o SEGA Megadrive. Fu solo a partire dal secondo capitolo, Gex: Enter the Gecko, che la produzione targata Crystal Dynamics passò definitivamente al 3D.

Quando la Tv può fare male

Gex - Che fine hanno fatto?

Come accennavamo prima, il protagonista del videogioco, Gex, aveva una smisurata passione per gli show televisivi statunitensi e per il cinema, motivo per il quale tutti e tre i titoli che compongono la serie sono impregnati di riferimenti alla cultura popolare americana, con continue citazioni di pellicole o programmi di intrattenimento nella composizione degli scenari che costituivano i mondi di gioco, e nelle battute recitate dai personaggi. Gex, per esempio, non mancava mai di sottolineare con un frase ad hoc una sua azione, il completamento di uno scenario o l'eliminazione di un boss come quando magari esclamava "That's not all folks", richiamo alla popolare battuta "That's all folks" che compariva (saltuariamente era recitata anche da Porky Pig) alla fine dei cartoni animati Looney Tunes, oppure, dinanzi a dei nemici incrociati in uno degli scenari d'ambientazione sci-fi, la frase "Has anyone seen Fox Mulder's sister?", chiaro riferimento alla serie X-Files dove la sorella del protagonista, Fox Mulder, era stata rapita dagli alieni quando l'agente dell'FBI era ancora piccolo.

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E ancora, parafrasando Rocky Balboa, lo si poteva sentire urlare "Adriana!", oppure dire "Spock, do you read me?" o "Beat it!" come citazioni di Star Trek e Michael Jackson. D'altronde, come detto, l'intera avventura era ambientata all'interno di un "mondo" televisivo. Nel primo gioco della serie, realizzato nel 1994 originariamente per 3DO, e poi convertito per PlayStation, SEGA Saturn e Microsoft Windows, Gex veniva infatti trascinato in una realtà parallela chiamata Media Dimension da un certo Rez, una malvagia entità cibernetica che voleva farne la sua mascotte e conquistare la TV. Si trattava del classico gioco a piattaforme a scorrimento orizzontale dove il protagonista poteva saltare, camminare sulle pareti o rifilare dei micidiali colpi di coda o di lingua, sia ai suoi nemici che agli oggetti circostanti. Lo scopo era quello di superare diverse aree a tema variabile a seconda del film o del programma televisivo a cui si ispirava, sconfiggendo decine di nemici, compresi i canonici boss di fine livello, anch'essi caratteristici del luogo dove si incrociavano, come il Babbo Natale malefico in Gex 3, e raccogliere dei telecomandi utili a sbloccare le altre zone e dunque per progredire nell'avventura o scoprire sezioni bonus. Nel sequel, intitolato Gex: Enter the Gecko, il nostro eroe veniva ingaggiato invece dal servizio segreto nazionale per sconfiggere e catturare il solito Rez. Entrato nel mondo dei Media, Gex si trovava di nuovo alle prese con scenari e creature tratti dai programmi televisivi e dai film più famosi, da quelli horror, a quelli fantascientifici, e così via, cambiando egli stesso look a seconda dell'ambientazione del canale in cui si spostava: eccolo quindi vestito da Stormtrooper alla Star Wars nelle aree di gioco a tema sci-fi, o da esperto di arti marziali in quello del kung-fu.

Gex - Che fine hanno fatto?

Gechi e vampiri

A donare al protagonista la capacità di essere camaleontico fu il comico Dana Gould, all'epoca uno degli scrittori degli episodi dei Simpson, serie di cui gli sviluppatori erano grandi fan. Con l'intenzione di portare all'interno del loro videogioco l'umorismo politicamente scorretto di Homer e famiglia, Crystal Dynamics aveva assunto Gould per lavorare allo script di Gex: Enter the Gecko. E quest'ultimo, come detto poc'anzi, diede una nuova impronta al personaggio, affinandone la personalità e, appunto, immaginandolo capace di cambiare abito e modo di parlare a seconda dello scenario.

Gex - Che fine hanno fatto?
Gex - Che fine hanno fatto?

Oltre che nella personalità e nel look del suo protagonista, Gex: Enter the Gecko fece registrare per la serie pure dei cambiamenti anche strutturali, con il passaggio ad una grafica in 3D grazie all'utilizzo dello stesso engine usato per il primo Tomb Raider da Core Design e Eidos Interactive, con tanto di telecamera "mobile" e riposizionabile dagli utenti sulla falsariga di altre produzioni simili del periodo. Mentre per il resto, in termini di gameplay il concetto alla base del videogioco rimaneva lo stesso del predecessore: Gex doveva infatti affrontare dei nemici e raccogliere dei telecomandi sparsi per le aree di gioco per progredire nell'avventura, ma stavolta oltre ai livelli bonus da sbloccare, c'era anche un finale speciale. Rilasciato nel 1997 su Nintendo 64, PlayStation, Game Boy Color e sistemi Windows, il titolo raccolse parecchi consensi, ottenendo delle recensioni positive e un buon 81.70% di media su GameRankings. E questo spinse publisher e sviluppatore a ideare a stretto giro di posta un terzo e per ora ultimo capitolo della saga, che vide poi la luce nel 1999 su PlayStation, Nintendo 64 e Game Boy Color. Gex 3: Deep Cover Gecko fu un autentico best selling, e delle 15 milioni di copie vendute in totale dalla serie su tutte le piattaforme dov'è stata rilasciata, ben 6 sono proprio sue. Nel 1999 il gioco divenne perfino campione di vendite fra i giochi di avventura su PlayStation. Pur mantenendo una struttura di gioco praticamente identica a quella del precedente Gex: Enter the Gecko, il titolo introduceva comunque delle novità riguardanti il controllo del personaggio e le sue caratteristiche. Gex, novello emulo di Batman con tanto di Gexcaverna e maggiordomo di nome Alfred (la tartaruga), poteva infatti ormai guidare dei veicoli come per esempio cammelli o snowboard, sputare fuoco o ghiaccio dalla bocca e nuotare, oltre che acquisire nuove abilità in relazione ai vestiti indossati. Caratteristica importante ed utile, visto che per salvare dalle grinfie del redivivo Rez la bella agente Xtra della TV Terrorist Defense Unit, interpretata in carne e ossa dalla Playmate Marliece Andrada e vista sullo sfondo delle vicende di Enter the Gecko, bisognava davvero dare fondo a tutte le abilità del protagonista. In alcuni livelli bonus, poi, si potevano controllare Rex, un piccolo dinosauro antenato di Gex, a patto però di liberarlo nel primo livello di gioco, e il cugino Cuz. Da allora, comunque, del simpatico geco di Crystal Dynamics e dei suoi compari si sono perse le tracce, ma chissà che un giorno o l'altro non si rifaccia vivo in una nuova, folle avventura.