È presto per sapere dove ci trasporterà System Shock 3. Lo ha dimostrato il fatto che Starbreeze, il publisher, non ne ha mostrato nulla durante l'evento Star Stream, in cui ha presentato la sua ricca lineup, affidando a Warren Spector, il game director del gioco, il compito di parlarne a grandi linee. Insomma, si è provato a dargli concretezza, ma senza scendere troppo nei dettagli.
I giocatori più giovani faticheranno a capire come mai alcuni abbiano delle aspettative così alte per questo sequel tardivo. In fondo il secondo capitolo, uscito solo su PC nell'ormai lontano 1999, non vendette poi molto bene, al punto che la serie fu congelata e mai ripresa, almeno fino all'arrivo di Otherside Entertainment, studio di sviluppo formato da veterani dell'industria, tra i quali alcuni che lavorarono ai primi due System Shock. Tanta risonanza tra i videogiocatori veterani è probabilmente dovuta al fatto che le idee sviluppate allora per quella serie si ritrovano ormai in una miriade di altre serie e di singoli videogiochi, a partire dai BioShock, sviluppati dallo stesso team che realizzò System Shock 2 (Irrational Games di Ken Levine), per non citare quella Deus Ex, inaugurata da Warren Spector, che oltretutto fu producer del primo System Shock (qui, in un certo senso, si riannoda l'intera storia) e che proveniva dalla scuola Origin Systems di Richard Garriott, dove aveva lavorato ad altri titoli importantissimi, come Ultima VII e gli Ultima Underworld, da cui molte delle idee poi finite nei System Shock erano nate e si erano sviluppate.
Insomma, System Shock 3 non nasce dal nulla e merita una certa attenzione quantomeno per capire se riuscirà a proporre un gameplay rivoluzionario come quello dei suoi predecessori o se sceglierà di affidarsi completamente a formule più rodate, utilizzate con successo nei già citati BioShock, ma anche in altre serie come quella Dishonored o nel recente Prey, questi ultimi due entrambi titoli di Arkane Studios, dove non a caso lavorano personalità cresciute dentro Looking Glass, storico sviluppatore fallito da tempo, che il primo System Shock lo sviluppò, il secondo lo produsse e che realizzò un'altra serie a cui System Shock 2 stesso deve moltissimo, quella Thief, che introdusse molte delle meccaniche stealth ancora utilizzatissime nei videogiochi più moderni (vedere il già citato Dishonored). Capiamo che tutti questi nomi possano confondere. Soprattutto chi non ha vissuto direttamente quella florida epoca del mondo videoludico ne sarà sicuramente straniato. L'importante però è che si comprenda come System Shock 3 possa essere considerato il punto di arrivo di un lungo percorso evolutivo cui hanno contribuito alcune delle menti migliori dell'industria occidentale, cui dobbiamo alcune delle esperienze migliori che i videogiochi abbiano da offrire. Ossia: ci si aspetta che sia così. Se Spector e Otherside Entertainment, che per la cronaca sta lavorando anche a un gioco di ruolo in prima persona chiamato Underworld Ascendant, seguito spirituale di Ultima Underworld, riusciranno nell'impresa è presto per dirlo. Intanto cerchiamo di capire cosa possiamo aspettarci dal gioco.
Cerchiamo di capire cosa possiamo attenderci da System Shock 3, il nuovo titolo di Warren Spector
Come giocare i primi due System Shock
I primi due System Shock sono facilmente reperibili in vari negozi digitali, ossia Steam, GOG e Humble Store. Del primo capitolo esiste un'ottima Enanched Edition, realizzata da Nightdive Studios, sviluppatore cui dobbiamo il recupero di molti classici, che lascia invariati i contenuti del gioco, ma aggiorna grafica e interfaccia. Volendo è comunque possibile giocare l'edizione originale, compresa nel prezzo (i nostalgici apprezzeranno). Anche System Shock 2 è stato aggiornato per poter girare senza drammi sui più moderni sistemi operativi, alle risoluzioni oggi più diffuse, ma senza un'edizione specifica. Insomma, il gioco è rimasto identico a quello che era. Infine vi segnaliamo che, sempre Nightdive Studios, sta lavorando a un remake del primo episodio, finanziato in parte tramite Kickstarter, che sembra stia venendo su molto bene.
Terzo shock del sistema
Ma torniamo allo Star Stream. Stando a Spector, il motivo che l'ha fatto tornare nel mondo di System Shock è stata la prospettiva di riprendere in mano una serie dal retroterra ricchissimo, con una storia e dei personaggi profondi, in particolare l'intelligenza artificiale SHODAN, diventata iconica nei primi due capitoli.
Proprio SHODAN farà sicuramente il suo ritorno nel gioco, insieme ad alcuni personaggi chiave, sopravvissuti nei precedenti episodi. In questo modo il team vuole creare una continuità totale che farà sicuramente piacere agli appassionati storici, i quali potranno scoprire cosa è successo dopo la conclusione del secondo capitolo. Purtroppo sul lato narrativo Spector non ha svelato altro. Anche riguardo alle meccaniche di gioco è rimasto sul vago, facendo però intendere che System Shock 3 farà tesoro dell'evoluzione del genere avvenuta negli ultimi ventitré anni e che molti dei suoi aspetti non sono stati ancora decisi in via definitiva. Quest'ultimo punto è stato esplicitato dal racconto di un recente briefing con il publisher Starbreeze, dove sono state messe sul tavolo delle nuove idee, alcune delle quali saranno probabilmente utilizzate. Parlando della concorrenza, Spector non si è detto preoccupato dei molti epigoni dei System Shock che ormai popolano il mercato: rispetto a loro System Shock 3 avrà degli elementi originali, come del resto loro ne hanno rispetto alla serie System Shock. È così che funziona se si vuole avere un'evoluzione concreta del genere.
Del resto Spector ha dichiarato di avere avuto delle idee folli che ancora non sa se funzioneranno davvero. Probabilmente non le ha esplicitate per evitare di creare aspettative su caratteristiche che non è ancora certo finiranno nell'opera compiuta. Oltre alle parole di Spector, durante la presentazione sono stati mostrati anche alcuni concept art che illustrano alcuni dei luoghi che saranno creati per il gioco. Si tratta di ambienti molto diversi tra loro nello stile, ma con una caratteristica comune: sono tutti interni e sono soprattutto dei corridoi. Questo può farci capire che probabilmente gli sviluppatori stanno cercando di riprodurre la claustrofobia dei primi due episodi, di cui sono stati evidentemente ripresi alcuni elementi stilistici. Un pannello aperto con dei circuiti visibile in uno degli artwork ci fa inoltre sognare sulla possibilità di un ritorno dell'hacking visto nel primo episodio, mentre un artwork dove sono visibili diverse sagome umane ci fa ipotizzare che ci saranno anche aree popolate in cui magari conversare e ottenere quest. Per il resto l'intero progetto rimane ancora avvolto da una fitta nebbia, che sarà sicuramente diradata nei prossimi mesi.
CERTEZZE
- I nomi dietro al progetto sono una garanzia
- Si può sbagliare un System Shock?
DUBBI
- Certo, sono passati quasi vent'anni dal secondo episodio...