Dopo una pausa piuttosto lunga, dovuta a fiere ed estensive sessioni review torniamo con il meglio della settimana appena passata. Sette giorni in cui sono stati rilasciati due tra i titoli più attesi dell'anno, Call of Duty: Modern Warfare 3 e The Elder Scrolls V: Skyrim, ma anche altri giochi di assoluto spessore come L.A. Noire: Edizione Completa, versione "tutto incluso" per PC dell'originalissimo lavoro del Team Bondi, Rayman Origins, un gradito ritorno alle origini bidimensionali della melanzana di Ubisoft e Il Signore degli Anelli: La Guerra del Nord, per tutti quelli che amano perdersi nelle terre degli Hobbit.
Una settimana all'insegna delle recensioni quindi, e tutte positive inoltre. Ma se proprio volete conoscere l'altra faccia della medaglia, andatevi a leggere come non si realizza uno strategico in tempo reale grazie al nostro giudizio definitivo su Stronghold 3, ovvero come non si impara dai propri errori. Martedì mattina, precisamente alle ore 9 abbiamo pubblicato l'attesa recensione di Call of Duty: Modern Warfare 3 e in men che non si dica si sono sfidate a singolar tenzone nei commenti le fazioni di hater e fanboy del titolo pubblicato da Activision. Ma cosa ha scatenato l'ira funesta di migliaia di utenti col coltello frai i denti pronti a mettere a ferro e fuoco la sede di Encino di Infinity Ward? Probabilmente tutti coloro che si aspettavano qualcosa di nuovo (a partire dal motore grafico) e innovativo che trasformasse le meccaniche di gioco saranno rimasti delusi, tutti gli altri, noi compresi, abbiamo apprezzato la grande abbondanza di ottimi contenuti del pacchetto di gioco. Dopo la semi fallimentare campagna del secondo capitolo ora troviamo un eccellente single player all'altezza del primo Modern Warfare, sedici Spec Ops e sedici Survival, sedici mappe e nuove modalità di gioco multiplayer. Il tutto innestato su un inedito sviluppo "a classi" del proprio alter ego. Senza dimenticare l'inclusione dello schermo condiviso. Certo tecnicamente parlando il titolo non è proprio lo stato dell'arte, ma l'impatto è da Oscar nei momenti più cinematografici della campagna con il plus dei soliti, granitici, 60 frame per secondo.
Draghi e melanzane
Di The Elder Scrolls V: Skyrim basterebbe semplicemente dire che è uno dei papabili al Gioco dell'Anno per farne un sunto tanto stringato quanto esatto, ma poi se ci fermassimo qui ci toglieremmo la gioia di tesserne le lodi. Lodi sperticate a giudicare dalla recensione del Barone Jodice, redattore capo Microsoft con 3/4 di sangue reale e 1/4 di drago, letteralmente rapito dai suoi viaggi a Tamriel. Più che un videogioco una vera e propria vita alternativa, che rende esplicita la definizione di gioco di ruolo. Un titolo praticamente infinito, lo si gioca per oltre quaranta ore e si è molto lontani dall'averlo visto tutto, perfetto nelle sue meccaniche, magari con qualche difettuccio tecnico che scompare però di fronte all'ampiezza del lavoro Bethesda.
Quello che conta è che The Elder Scrolls V: Skyrim è un capolavoro, di quelli che è un dovere vivere se si amano gli RPG e quei videogiochi che solo alcune software house sono ancora in grado di fare. Rayman Origins è la dimostrazione che un genere che molti reputano vetusto e sorpassato come il platform 2D possa dire ancora molto se sviluppato con perizia e tanta passione. Proprio quello che ha fatto Michel Ancel, creando un vero e proprio concentrato di fantasia e inventiva, dal level design tanto vario quanto ben congegnato, il tutto fruibile oltretutto per un massimo di quattro giocatori su schermo, con meccaniche cooperative ma allo stesso tempo "competitive". Una piccola perla insomma, non commettete l'errore di fare spallucce e lasciarlo sugli scaffali vista la scelta poco felice di farlo uscire compresso tra i titoli tripla A di questo straordinario novembre. Siete avvisati!
Nani noir
Dopo un'attesa piuttosto lunga l'action adventure di Team Bondi, L.A. Noire arriva (finalmente) anche su PC grazie al lavoro di conversione effettuato da Rockstar Leeds, con un'Edizione Completa che include tutti i DLC rilasciati finora. Un noir vero quello narrato dallo sfortunato team australiano. È la Los Angeles degli anni '40 a fare da sfondo alla vicenda di Cole Phelps, un ex marine in forza all'LAPD in qualità di detective, che insieme al compagno di turno si trova ad affrontare il lato più oscuro della città tra faccende di droga, rapine a mano armata, furti e crimini di ogni genere. Benché a una prima occhiata sembrino palesi le similitudini fra il titolo di Team Bondi e l'ultimo episodio della serie Grand Theft Auto, in realtà i due prodotti differiscono profondamente in termini di struttura. Quello proposto da L.A. Noire non è infatti un vero e proprio free roaming, né ci viene data la possibilità di gestire la vita dell'agente Phelps tra case, automobili e denaro, magari intascato sottobanco. Phelps è un poliziotto, un detective, il cuore del gioco sono le indagini. Si parla con i propri compagni, si ascoltano le indicazioni dei superiori e una volta sul luogo del delitto esplodono le meccaniche cardine del gioco. Si esamina la scena del crimine, si raccolgono prove e si prendono appunti sul proprio taccuino.
E quando si ha un sospettato o un testimone lo si può torchiare grazie ai tanto strombazzati interrogatori sfruttando le meraviglie delle animazioni facciali per capire che dice la verità e chi mente. Anche qui il nostro consiglio è quello di giocarlo senza riserve, magari collegando un pad Xbox 360 al PC. Il Signore degli Anelli: La Guerra nel Nord ci riporta nella Terra di Mezzo ad affettare orchi, spettri e troll con meccaniche del tutto assimilabili a quelle di un hack 'n' slash in terza persona. Il gioco non ci fa rivivere le vicende del film, non abbiamo per le mani un tie-in in senso stretto, bensì, come dice il titolo, la guerra del Nord, calandoci nei panni di tre valorosi eroi contro le schiere dello stregone Agandaur, luogotenente di Sauron. Un action game a tutti gli effetti con tanto di combo e fatality, impreziosito da blande meccaniche ruolistiche con abilità speciali, loot a volontà, punti esperienza e via dicendo. Tutto estremamente godibile a patto di giocare insieme ad altri due amici. Il titolo funziona piuttosto bene anche in single player, ma dà il massimo se giocato in cooperativa soprattutto nei livelli avanzati. Dopo tanta eccellenza ci sarà anche il tempo per mettere sotto assedio un pò di fortezze con Stronghold 3? Fossero solo le fasi di assedio il lavoro di FireFly Studios sarebbe sufficiente e discretamente vario, peccato solo che le fasi gestionali che precedono la pugna siano lunghissime e di una noia mortale. Preparare ogni singola freccia? Fare i calcoli su quanto olio bollente vada nei pentoloni? Siamo mica in fureria! Lavorare al catasto tra particelle e faldoni da amministrare sembra insomma una prospettiva più interessante e ricca d'azione!