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Diario del capitano

DIARIO di La Redazione   —   28/03/2002

Diario del capitano

L'annunciata morte di Gib data ieri sera all'interno dei loro forum potrebbe essere interpretata inizialmente in due modi.
Il primo: la sfiducia e la conseguente cecità di un'importante azienda quotata al Nuovo Mercato nei confronti delle potenzialità di un particolare settore dell'intrattenimento, il multiplayer.
Il secondo: la fine prematura di un gruppo di pionieri storici come Gib partiti per la conquista del Far West un po' troppo presto rispetto ai tempi.
In effetti entrambi le interpretazioni potrebbero essere veritiere. Eppure me ne sovviene una terza: il segnale di una profonda immaturità di un settore, che si autodefinisce "di massa" ma che non riesce a sostenere realmente nessuna delle aziende che ci lavora dentro.
Questo gaming online che sembra essere la pietra filosofale di ogni buon pr, che trasforma ogni gioco in oro (almeno sulla carta), pare invece essere diventato una specie di Waterloo per gli imprenditori che hanno provato a renderlo "profittevole". Schiacciati tra le pretese assurde dei videogiocatori (tutto e gratis) e la mancanza cronica di sponsor, non rimane che fare delle scelte drastiche (chiudere o cambiare).
Provate a chiederlo a NGI, per esempio, che, come ammette lo stesso Luca "Adso" Cassia, è costretta a vendere connettività per sostenere i server da gioco e gli altri servizi gratuiti ai videogiocatori. Oppure, cari lettori-giocatori-online, chiedetelo a voi stessi quando vi scandalizzate se un'azienda che ha investito miliardi per il vostro divertimento prova a chiedervi un minimo di contributo economico o la pazienza di sopportare, anzi apprezzare, una "X" volante che tante polemiche ha scatenato.
Approfittiamo dunque di un fatto molto spiacevole come la chiusura imposta a Gib, per riflettere qualche minuto su quanto amiate veramente il multiplayer e coloro che sacrificano vita e capitali per farlo sviluppare. Se questa riflessione porterà a dei risultati e dei cambiamenti nel vostro atteggiamento, allora il sacrificio di Gib non sarà stato vano. Potete dunque scegliere due vie: dimostrare veramente di volere che il multiplayer viva, cominciando ad ascoltare gli appelli di chi cerca di farvi capire come vanno realmente le cose oppure continuare pure come ora, semplicemente cliccando da un'altra parte (una volta avrei detto "girando pagina"), dove i servizi sono più gratis, dove si può scroccare ancora un altro po'.
E così via.