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FTR #110 - Integralismo MMORPG

L'innocenza non è un alibi.

RUBRICA di Paolo Simonazzi   —   04/10/2008

L'integralismo religioso di Warhammer è sicuramente una delle sue componenti che più mi affascinano. In verità è un integralismo che è commistione di religione, fedeltà all'impero, odio per le arti oscure, ma il modo netto e feroce in cui si pone e il carburante che fornisce alla guerra eterna che combattono le celebri miniature esercitano su di me una notevole attrattiva.
Anche i videogiochi hanno le loro religioni, come ad esempio WoW. WoW ha sicuramente più adepti della chiesa Jedi, ha i suoi rituali, la sua mitologia e, naturalmente, i suoi piccoli spazi di chiusura. Molto più forte che in altri contesti, infatti, tra gli MMORPG esiste una vera e propria member war che, per quanto sterile come tutte le member war, almeno qui ha un certo senso. E' infatti necessario che l'MMORPG che si difende abbia successo perché un gioco di successo è un gioco con molti giocatori, manutenuto e dinamico, mentre un gioco che finisce rapidamente nel dimenticatoio, se massivo, diventa rapidamente ingiocabile anche per coloro che, volendo, gli si sono appassionati.
E' normale quindi che i giocatori di WoW che non vedono traballare la loro fede in Blizzard devono levare gli scudi contro assalti come quello di Warhammer Online o del precedente Age of Conan. E' in gioco la loro sopravvivenza.

Non bruciamo mai nessuno vivo e anche la bistecca ci piace al sangue, giù alla tana. Se però vi pesco impreparati sulle vecchie strippe vi do in pasto agli inquisitori.
Ricordiamo anche che, da settimana scorsa, è possibile il download di The Long Ear.

Integralismo MMORPG

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