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Wings

Occhialoni, sciarpa e cuffia di cuoio; vento in faccia e odore di olio da motore e carburante... L’affascinante vita dell’asso dell’aviazione nella Prima Guerra Mondiale secondo Cinemaware... Di nuovo!

APPROFONDIMENTO di Giorgio Melani   —   18/04/2003
Wings
Wings

Ecco l’Asso della Prima Guerra Mondiale che...

Immaginate: siete un giovane pilota dell’aviazione desideroso di mostrare la sua abilità e, possibilmente, riportare la pellaccia a casa, costretto a combattere in una dura guerra contro le forze degli austro-germanici a bordo di un macinino volante che, all’epoca in cui è ambientato il gioco, rappresenta la più recente conquista dell’uomo sulla natura. Oppure potreste essere dall’altra parte della linea, visto che tra le novità questa versione GBA presenta una storia parallela che si dipana anche sul versante germanico. Wings vi porterà sui fronti della I Guerra Mondiale, alla guida del vostro fido biplano a portare a termine missioni di varia natura, proseguendo nella storia giorno dopo giorno.
L’impianto di base è una sorta di simulatore sparatutto (poco simulatore e molto sparatutto) con suggestiva visuale da dietro la carlinga dell’aviomezzo, con la cabeza guardinga del pilota in primo piano e lo sfondo prospettico a ricreare le ambientazioni delle battaglie aeree tra assi del cielo. A queste missioni si alternano fasi diverse in cui dovrete fare incursioni dietro le linee nemiche, con sfondo a impianto isometrico, oppure missioni di bombardamento viste dall’alto. Una caratteristica particolare di questo bel giuoco è il fatto di proseguire nella storia comunque, qualsiasi sia l’esito delle vostre “sortite”: vi schiantate? Bene, il personaggio viene seppellito e ne dovrete prendere un altro (come dire: il crudo cinismo della guerra in silicio...), riuscite a tornare alla base ma avete miseramente fallito? Vi prenderete una bella strigliata da parte del comandante e andrete avanti alla missione successiva. Ovvio che un numero eccessivo di missioni fallite influirà sull’esito finale del gioco. Insomma la storia, in ogni caso, va avanti, sta a voi cercare di fare le cose per bene e magari riuscire a coltivare un buon pilota fino a farlo diventare un vero asso.
L’evoluzione del protagonista avviene tramite l’allocazione di punti esperienza nei diversi parametri che caratterizzano il pilota: “Flying Ability”, “Shooting Ability”, “Mech Aptitude” e “Stamina”, potrete scegliere voi se farlo diventare un novello gabbiano Jonathan puntando tutto sull’abilità di volo oppure uno sforacchiatore di fusoliere concentrandovi sull’abilità nello sparo. Tali punti esperienza vi verranno forniti inizialmente e poi portando a termine via via un certo numero di missioni.

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Learning to Fly

Ma ecco, in pratica, cosa vi troverete davanti una volta inserita la cartuccina e spostato l’interruttore su ON: con piacere notiamo che la presentazione col volo sperimentale dei fratelli Wright del 1903 c’è ancora, e lo stesso vale per l’animazione col duello aereo. Ma le prime innovazioni rispetto all’originale “amighiano” compaiono già dalle opzioni iniziali, che sfoggiano un sempre gradito “multiplayer” e vi consentiranno inoltre di scegliere tra “Allied” e “Germans”, donde la storia si svilupperà in maniera differente. Una volta scelto il nome del vostro pilota e disposti i punti esperienza nei già menzionati slot di abilità, sarete pronti a partire.
Ed ecco il tocco puramente Cinemaware che ci compare dinnanzi: prima di ogni missione, potremo sfogliare un diario che ci racconta di tutte le umane vicende passate dal nostro pilota durante i giorni di battaglia, con aneddoti, eventi e impressioni riportate con un realismo piuttosto coinvolgente; era proprio questa sostanza diaristica che caratterizzava Wings e lo rendeva diverso da qualsiasi altro gioco (assimilabile forse a Wing Commander della Origin), e fa piacere che tale impianto sia rimasto anche in questa trasposizione.

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Learning to Fly

Nella maggior parte delle missioni che dovrete affrontare vi cimenterete in furiosi dogfights contro i nemici nella suddetta visuale in soggettiva, con l’ottima opzione introdotta in esclusiva su GBA di togliere dalla visuale la caratteristica ma non certo pratica carlinga dell’aereo, cosa che vi permetterà in effetti di capire molto meglio cosa sta succedendo intorno a voi. Di fatto, dovrete cercare di inseguire la coda del nemico e abbatterlo prima che lui faccia lo stesso con voi! Un altro tipo di missione è lo “Strifing”, ovvero l’assalto a obiettivi a terra, condotto con visuale stavolta ad impianto isometrico (il paesaggio scorrerà sotto il vostro velivolo in simil-3D) e con la rivoluzionaria (per chi ha in mente il vecchio Wings) possibilità di scorrazzare a 360 gradi per il campo di battaglia, un po’ come in Desert Strike, per intenderci. Ovviamente, anche in questo caso dovrete vedervela col fuoco di contraerea e della fanteria che cercherà di buttarvi giù e con un limite di tempo in cui dovrete concludere. Terza e ultima modalità di gioco, il bombardamento: con visuale stavolta dall’alto, dovrete abbattere determinati obiettivi con un numero limitato di bombe stando attenti anche qui alla contraerea e a non colpire determinati soggetti (come la Croce Rossa).

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Ali Rosse e Rombo di Motore

Tecnicamente questo Wings è probabilmente il titolo più curato tra le conversioni dei giochi Cinemaware su GBA, è chiaro che ci si sono messi con più impegno. Il design nelle schermate di contorno (dialoghi col comandante, diario, briefing delle missioni) è ripreso tale e quale dalla versione Amiga, mentre nelle sezioni puramente “in game” si notano variazioni sostanziali: nelle missioni “in soggettiva” (chiamiamole così, per intenderci) la grafica è alquanto essenziale, per non dire minimalista, ma il tutto va a favore di una velocità e fluidità notevoli (un altro mondo rispetto alla vecchia versione) e quindi ne giova sicuramente la giocabilità, anche se in effetti il più delle volte vi ritroverete a girare a 360 gradi nel disperato tentativo di scorgere quell’ammasso di pixel rossi che rappresenta l’aereo nemico. C’è da dire però che almeno in questa versione le ambientazioni cambiano: spostandovi infatti sui vari fronti della Grande Guerra, cambierà di conseguenza lo sfondo e i suoi vari elementi grafici anche nelle missioni.
Nelle sezioni di bombardamento i particolari del paesaggio risultano alquanto minuscoli, ma ciò conseguentemente alla visuale adottata, mentre un bel cambiamento rispetto al vecchio Wings si registra nelle sezioni a impianto isometrico, dove ad una cura maggiore nei particolari si aggiunge la possibilità di sorvolare la zona in lungo e in largo potendo virare a “tutto tondo”.
Il sonoro riprende i motivi della versione Amiga ma, da quanto ho potuto sentire, con una varietà minore rispetto a quella della macchina Commodore, mi pare che abbiano tagliato qua e là qualche musichetta. Gli effetti si attestano nella norma e fanno il loro dovere.

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Commento

Una cosa mi pare chiara: allo stato attuale del mercato videoludico il GBA si presenta con tutto il fascino di una terra di confine. Hardware all’avanguardia nel suo dominio portatile, ma ovviamente legato a soluzioni tecniche di compromesso, certamente lontane dal livello raggiunto dalle normali console domestiche. Tuttavia il GBA la fa da padrone in determinate circostanze, oltre ovviamente al fatto di essere portatile... Una delle funzioni perfettamente ricoperte dal Nintendino è quella di “macchina da retrogaming”, finora legata ai giochi usciti in casa Nintendo ma con aperture interessanti anche nell’universo Amiga, proprio come questo Wings.
Ora, c’è però da chiedersi quanti degli attuali possessori di GBA conoscano questo titolo e quanto il gioco possa quindi contare sul fascino dell’originale versione. Io ho accolto questa cartuccia con gaudio e tripudio memore delle ore di divertimento che mi ha regalato il titolo Cinemaware anni addietro, ma se un tempo una buona atmosfera poteva bastare a decretare il successo di un gioco, ora non so.
Guardandolo con occhio un minimo oggettivo, questo Wings si rivela come un mix di tre tipi di sparatutto, amalgamato in maniera discreta da una storia ad impianto diaristico che riporta le vicende del 56esimo squadrone. Del resto, non posso fare a meno di apprezzare le innovazioni inserite dai Metro 3D: gioco in multiplayer, possibilità di utilizzare i “nemici” e seguire una trama del tutto diversa, scenari che cambiano col passare delle missioni al variare del luogo in cui vi ritroverete a combattere. Se avete amato il vecchio Wings dovrete comprare anche questo, per gli altri consiglio di darci un’occhiata direttamente perché è un gioco particolare, uno sparatutto multievento che stenta un po’ a trovare una sua ragion d’essere e che forse risente un po’ di tutti i suoi anni.

Pro

  • Atmosfera ben curata
  • Tre diversi tipi di sparatutto in uno!
  • Tantissime missioni
Contro
  • Può velocemente risultare noioso

Wings, signori, ovvero un buon frammento dell’arte videoludica nell’epopea di una certa signora dell’intrattenimento, che anni orsono rispondeva al nome di Amiga. In quel tempo, la Cinemaware insegnava che un gioco poteva creare mondi (forse prima della Origin) e inserire il giocatore in un’alternativa realtà, che spesso bastava a decretare il successo di un gioco a volte non proprio eccelso, ma sempre coinvolgente.
Allora, freschi freschi dall’inquietante esperienza di “It Came from the Desert” ci si poteva cimentare nell’ardua arte del volo con rudimentale Jetpack in “Rocket Ranger”, sfidare i nemici in singolar tenzone in “Defender of the Crown” (arrivato su GBA anch’esso) oppure saltare sul nostro Sopwith Camel e dare la caccia al Barone Rosso in, per l’appunto, Wings.