Metal Gear Rising: Revengeance non necessita di presentazioni: da un paio di giorni l'action sviluppato da Platinum Games e prodotto da Hideo Kojima è nei negozi, recensito su queste pagine con buoni risultati. Un'incursione sui generis all'interno di una saga entrata nel suo ventiseiesimo anno di vita e con oltre trenta milioni di copie vendute alle spalle. Abbastanza da rendere il brillante Kojima un personaggio tra i più riconoscibili dell'intera industry: a cavallo tra evidenti qualità da game designer e aspirazioni da cineasta, forse il sogno proibito, Hideo si è negli anni imposto come una figura che si ama o si odia. Geniale per alcuni e sopravvalutato per altri, resta per tutti uno dei pochissimi nomi in grado di varcare la barriera del videogioco e diventare un nome riconoscibile non solo dagli appassionati. A Milano è arrivato con un jet privato, "per fare prima" come da cronistoria via Twitter, e ha raggiunto un cinema in centro città dove era organizzato un incontro con alcuni fan e la stampa. Incluso un suggestivo scambio di opinioni con il critico Enrico Ghezzi.
Dal comunicato stampa, Ghezzi del designer dice: "Nelle sue creazioni Hideo Kojima gioca tra i due concetti opposti tipici della filosofia e del linguaggio artistico dei videogiochi, distendendoli con un ritmo e uno stile molto cinematografico. Si tratta di due estremi che possono ritrovarsi solo in questo mezzo espressivo: da una parte c'è infatti la durata del videogame, virtualmente infinita, mentre dall'altra il secondo estremo, ovvero quello del singolo momento, che viene esploso nella sua intensità". L'incontro tra i due, reso complesso dalla capacità di Ghezzi di creare immagini ardue da tradurre in giapponese a Kojima, ha comunque riservato alcune riflessioni interessanti e spendibili senza osservare il video dell'evento, che speriamo di poter condividere con voi prossimamente. Per il creatore di Metal Gear Solid, ad esempio, nei prossimi anni l'evoluzione del medium videoludico passerà per un generalizzato aumento della quantità di immagini al secondo renderizzate, fondamentali per creare un'esperienza ancora più immersiva. Curioso anche scoprire che all'epoca dei lavori su PlayStation 2, interrogato da Sony Kojima disse che avrebbe gradito un sistema per interagire in maniera differente con i sensi del giocatore. Ad esempio stimolandone l'olfatto.
Purtroppo non abbiamo avuto modo di intervistare Hideo Kojima, né di sentirlo parlare dei progetti su cui è attualmente al lavoro. Aspettando occasioni future, per il momento ci resta Metal Gear Rising: Revengeance da giocare e un personaggio, Raiden, da tornare a scoprire.