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Ken Levine è convinto che la violenza sia uno strumento di chi racconta storie

La violenza è una parte della narrativa

NOTIZIA di Mattia Armani   —   04/04/2013
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Ken Levine non pretende di parlare al posto di scienziati e psicologi, ma è convinto che la violenza sia una parte naturale della narrativa.

Quando era piccolo, ha raccontato lo sviluppatore, era un ragazzino nerd, non molto bravo a socializzare, che si è rifugiato nel fantastico mondo di Dungeons & Dragons e dei giochi di ruolo cartaceo. Ma gli stessi GDR, negli anni '70, venivano demonizzati e dipinti come influenze negative, strumenti distorti e capaci di portare i ragazzi al suicidio o a disperdersi in fondo a profonde caverne.

L'argomento, ovviamente, è molto più ampio. La violenza è parte della narrativa perchè è parte della vita. E la narrativa violenta aiuta, da sempre, a sperimentare alcune realtà della vita, proprio quando si è giovani. C'è, ovviamente, una differenza tra la violenza contestualizzata e quella non spiegata, abusata solo per dare a qualcosa una parvenza di novità, di rottura e di trasgressione. Ma la censura, in questi casi, risulta sempre sbagliata visto che l'unico scopo è illudere qualcuno che il mondo non è violento. E quando quel qualcuno scopre la verità una reazione violenta non è da escludersi come risulta evidente tra sette, violenze infantili, guerre di principio e ricerca del potere ben al di sopra della sua effettiva utilità.

Fonte: GameSpot