Qual è il prezzo giusto di una console al lancio? Non è facile stabilirlo. Un tempo molti produttori lanciavano l'hardware in perdita per aumentare velocemente la base installata. In epoche in cui i costi di produzione dei singoli giochi erano molto bassi, era un modo eccellente per iniziare a incassare royalty sostanziose a pochi mesi dall'arrivo nei negozi di una piattaforma. Insomma, la perdita iniziale era considerata un investimento: più console vendute, più interesse da parte degli sviluppatori, più possibilità di esclusive (pensate che in epoche precedenti alla generazione PlayStation 2 / Xbox / GameCube non era raro che i produttori hardware pretendessero che un titolo uscisse in esclusiva sulla propria piattaforma), più copie vendute e così via.
Nel frattempo la situazione è radicalmente cambiata: le esclusive sono diventate quasi impossibili da giustificare, se non quelle finanziate dai produttori hardware stessi, e le royalty provenienti dalla vendita dei giochi hanno iniziato a non essere più sufficienti più per coprire gli investimenti sempre più grossi richiesti per lanciare una nuova console. Insomma, anche i produttori hardware hanno dovuto fare i conti con una situazione decisamente più problematica che in passato e non hanno più potuto contare su quel margine di sicurezza necessario per certe operazioni, che in caso di errori rischia di trasformarsi in una voragine da cui è impossibile salvarsi. La sostanza è che oggi una console deve guadagnare con ogni unità venduta sin dal giorno di lancio, altrimenti rischia una morte prematura.
Ma ritorniamo ora alla domanda iniziale e introduciamo l'argomento del giorno: quanto deve costare Nintendo Switch al lancio per avere successo? È risaputo che c'è una fascia di prezzo oltre alla quale i potenziali acquirenti di nuove console si ritraggono e si mettono in attesa di un taglio o di qualche altra forma di offerta prima di acquistare. Si tratta di un principio valido per ogni tipo di prodotto, con il prezzo di accesso che varia a seconda del target a cui si rivolge. Nintendo finora ha mostrato poco della console, ma quel poco ha mirato a farci capire che si tratta di una macchina originale nel concept, che punta più sulle sue peculiarità che sulla potenza bruta. Insomma, si tratta di una macchina con integrate tecnologie studiate per darle una personalità unica, se così vogliamo dire, e non per farla partecipare alla guerra delle risoluzioni o dei Teraflops in cui sono impegnate Sony e Microsoft.
Purtroppo il valore di un oggetto non è determinato solo da ciò di cui è composto (materiali, lavoro e così via), ma in gran parte dalla percezione dei potenziali acquirenti. Quando sono emersi i rumor che volevano il prezzo della versione base di Nintendo Switch fissato intorno ai 250 euro, la reazione è stata immediatamente positiva, perché si tratta di una cifra in linea con quella che possiamo considerare la filosofia comunicativa con cui è stata presentata la console e la percezione che di essa hanno ormai i videogiocatori, incentrata sull'accessibilità per tutti, la mobilità e la leggerezza. Oggi che altri rumor parlano di 299 sterline e 399 euro, l'entusiasmo si è parecchio raffreddato.
Noi non sappiamo se 399€ sia il prezzo giusto di Switch per ciò che avrà da offrire. Ciò che sappiamo però è che, nel caso fosse confermato, Nintendo dovrà giustificarlo in modo davvero convincente per non tirarsi dietro le critiche e i dubbi di coloro che immediatamente lo paragoneranno al prezzo di PlayStation 4 Pro, ma soprattutto a quello di PlayStation 4 standard e slim e di Xbox One standard e S. È vero che Nintendo ha sempre i suoi brand più famosi dalla sua parte, ma Wii U ha già dimostrato che potrebbero non bastare. Insomma, a 399€ il rischio è che Switch attecchisca sul mercato più lentamente di quanto preventivato e Nintendo in questa sua fase storica non può davvero permetterselo.