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Google Stadia: cosa succede se il servizio chiude?

Nel corso della sessione AMA su Reddit, il portavoce di Google Stadia ha risposto anche alla fatidica domanda su cosa succeda agli acquisti una volta che il servizio sarà chiuso.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   19/07/2019

Nel corso della sessione di "ask me anything" su Reddit andata in scena ieri, il portavoce di Google Stadia ha risposto anche a una domanda che attanaglia molti utenti: cosa succede se il servizio chiude?

Di fatto, la questione è quella che tutti, in particolare coloro che temono maggiormente il passaggio al digitale, si immaginano: se Google Stadia dovesse chiudere, i giochi acquistati in digitale andrebbero persi. È precisamente la stessa prospettiva che riguarda tutti gli acquisti in digitale su PC e console, dunque nulla di nuovo. Ovviamente, la risposta di Google si è concentrata soprattutto sul tranquillizzare gli utenti sul fatto che questa eventualità sia talmente remota da essere quasi impossibile: "spostarsi verso il cloud fa paura", ha affermato Andrey Doronichev, il product manager di Google Stadia, "Provavo le stesse sensazioni quando la musica ha effettuato la transizione dal fisico allo streaming. Ho ancora tutti i miei CD in garage, anche se è difficile trovare un lettore CD di questi tempi".

Doronichev ovviamente ha preso la questione alla larga, facendo presente come anche film, serie TV, foto, musica e documenti ormai si stanno tutti spostando sul cloud e sullo streaming, con le cose che vanno generalmente bene. Google Stadia ha dalla sua un vero e proprio gigante come la compagnia di Mountain View, che certamente rappresenta una seria garanzia di mantenimento dell'infrastruttura per il futuro e proprio su questo aspetto si è concentrata la risposta del portavoce, facendo presente come molti servizi Google sono in cloud. Certo, questo non esclude in maniera assoluta una possibile chiusura di Google Stadia in futuro, considerando come anche il colosso in questione abbia effettuato in passato alcune marce indietro piuttosto clamorose come la recente chiusura della piattaforma Google+.