Nicolas Eymerich, Inquisitore: La Peste è il primo capitolo di una tetralogia che ha come protagonista l'inquisitore domenicano Nicolas Eymerich, controverso personaggio storico reso famoso dalla penna di Valerio Evangelisti in una serie di romanzi di grande successo. La TiconBlu di Ivan Venturi, vecchia conoscenza del mondo videoludico italiano (ricordate Simulmondo?), insieme a Imagimotion, hanno preso in cura l'opera letteraria cercando di renderne videoludicamente alcune dinamiche chiave tra quelle più gradite dai lettori.
La prima cosa che si nota giocandoci è che per ora La Peste è disponibile soltanto in due lingue: Italiano e Latino. In generale si tratta di un'idea originale, per quanto non fruibile da tutti, che però aiuta a entrare meglio nell'atmosfera. Certo, si nota la mancanza della lingua inglese, l'unica in grado di garantire al prodotto una certa diffusione mondiale, ma siamo sicuri che presto sarà implementata. Il gioco è disponibile per diverse piattaforme, ossia PC, Mac, iPad e presto tablet Android. La versione che abbiamo testato è quella PC. Fatte le dovute premesse, scaldiamo il mouse ed entriamo dritti nell'avventura.
Sono Eymerich, Nicola Eymerich
Nicolas Eymerich, Inquisitore: La Peste è un'avventura grafica classica, con un'interfaccia punta e clicca contestuale (l'icona del cursore cambia a seconda dell'hot-spot selezionato, con il tasto sinistro del mouse usato per richiamare le varie azioni disponibili) che vede il giocatore nei panni del burbero inquisitore, personaggio complesso e con un carattere non proprio facile da decifrare. All'inizio dell'avventura il nostro arriva nell'abbazia di Carcassonne dove riceve un incarico dal viscido abate che la governa: ritrovare un inquisitore scomparso in un villaggio della Francia del sud, dove pare ci siano strane attività in corso. Senza poter discutere gli ordini, Eymerich deve adoperarsi per preparare il viaggio, facendosi nel frattempo un'idea più precisa possibile dei poteri che andrà ad affrontare.
Lo scopo del giocatore è quindi quello di compiere alcune ricerche all'interno dell'abbazia, scoprendone i segreti più reconditi, per poi dirigersi verso la sua destinazione finale. Dentro le mura di pietra di quell'austero luogo, piagato dalla corruzione fisica e morale (immaginateci con il dito puntato e un libro sacro a caso in mano, va bene anche una copia di Playboy, che non vogliamo essere troppo blasfemi), Eymrich troverà eresie e scoprirà strani accadimenti, tutti affrontabili a colpi di mouse. In questo senso vi diciamo senza tergiversare ulteriormente che stiamo parlando di un'avventura grafica classica, con enigmi più o meno logici da risolvere ed elementi di sicuro interesse. I cultori del genere saranno contenti, anche perché alcuni sono davvero divertenti da risolvere. È vero che in vari casi le soluzioni non sono scontatissime, ma stiamo parlando di un'avventura grafica, quindi ci può stare di dover pensare per qualche minuto a come sbloccare la situazione.
Eymrich per tutti
Nicolas Eymerich, Inquisitore: La Peste, e immaginiamo anche i capitoli successivi, ha diverse opzioni interessanti che consentono veramente a tutti di concludere l'avventura. Avviando il gioco si può scegliere tra due modalità, ossia quella avventura, in cui bisogna risolvere tutti gli enigmi, e la cosiddetta Interactive Novel, che permette di seguire la storia senza starsi a preoccupare degli enigmi (si avanza nella storia cliccando sul mouse). Ovviamente la seconda accorcia enormemente la durata dal gioco. Altra opzione interessante è la modalità Audiogame che consente anche ai non vedenti di fruire la storia. Probabilmente si tratta di uno dei primi videogiochi ad avere un supporto completo in tal senso.
La penitenza
Uno degli elementi migliori di La Peste è sicuramente l'ambientazione, ossia la cura posta nella costruzione delle scenografie e degli elementi narrativi. Ad esempio è molto bello aprire e sfogliare le pagine del libro con gli appunti di Eymrich, oppure per convincervi possiamo citarvi un enigma costruito intorno a fatti storici che si è rivelato particolarmente profondo da risolvere, non tanto nelle dinamiche, quanto nei risvolti. Insomma, il primo fattore per gradire Eymerich non è tanto il soppesarne le caratteristiche, quanto l'appassionarsi al suo background, protagonista compreso. Eymerich in sé merita un discorso a parte. Non si tratta del tipico protagonista da videogioco tutto muscoli e niente cervello, ma di un colto uomo di chiesa dagli atteggiamenti spesso irritanti e discutibili. Il buon Nicolas è rude, a volte anche crudele nella perentorietà delle sue sentenze verso chi ha di fronte, ma è proprio questa sua alterità a porlo sopra a molti dei personaggi che si sono avvicendati sui nostri schermi videoludici. Il suo modo di approcciarsi con gli altri esseri umani rende i dialoghi un'esperienza a sé. Starete pensando che molta parte del fascino di Eymrich lo si debba a Evangelisti più che agli sviluppatori, ma dubitiamo che sia così. Nel mondo dei videogiochi si sono viste spesso opere tratte da film o da romanzi banalizzate all'inverosimile, come si sono viste opere trasformate in non-videogiochi per paura di perdere i contenuti degli originali. Basterebbe ricordare che anche Paulo Coelho scrisse un'avventura grafica che si rivelò ben poca cosa per dare alla scrittura di Eymerich il valore che merita.
La santa inquisizione
Purtroppo Eymerich ha anche i suoi bei difetti. Il più evidente è sicuramente il doppiaggio, non proprio eccezionale. Noi abbiamo risolto mettendo i testi in italiano e il doppiaggio in latino...
tanto chi lo sa come si recita in latino? Altro problema, derivante dalla natura multipiattaforma del gioco, è che graficamente l'opera di TiconBlu ha diverse incertezze. Alcuni sacrifici a livello di dettaglio grafico saranno stati probabilmente necessari per infilare il gioco dentro le piattaforme mobile, dove in effetti Eymerich offre il suo meglio da questo punto di vista, ma nella versione PC alcuni problemi sono evidenti. Altra questione è la longevità. Abbiamo finito Eymerich in circa cinque ore, che consideriamo un tempo giusto per il prezzo che costa (è possibile acquistarlo in versione digitale o in versione scatolata, quest'ultima leggermente più costosa), ma alcuni potrebbero non pensarla così, soprattutto in virtù del fatto che per seguire tutta la storia bisognerà acquistare quattro capitoli. In realtà siamo nei tempi medi dei giochi Telltale, modello di riferimento per i titoli a episodi.
Conclusioni
Nicolas Eymerich, Inquisitore: La Peste è una buonissima avventura grafica. Non priva di difetti, è sicuramente da tenere in considerazione per i suoi contenuti e per la costruzione generale. Tenete in considerazione il fatto che si tratta soltanto del primo episodio di una serie. Conseguentemente, nel caso dovesse appassionarvi, dovete mettere in considerazione la spesa da sostenere per acquistare i capitoli successivi. Noi vi consigliamo di farlo perché merita.
PRO
- Ottimi contenuti
- Eymerich è un personaggio carismatico
CONTRO
- Graficamente debole su PC
- Non dura moltissimo