Ancora un ennesimo titolo sugli zombie? Ebbene sì, sembra davvero inesauribile il filone di giochi infarciti di zombie che continuano a uscire in questi ultimi anni e mai come adesso i lenti e decadenti non-morti sono stati tanto inflazionati da comparire in ogni media... ci manca solo che qualche matto ci faccia una web-series a tema.
Quello che How to Survive propone per farsi notare in questo affollatissimo mare è l'accomunare peculiarità rese celebri da altre produzioni nella speranza di attirare l'interesse dei giocatori, compresi quelli che hanno già massacrato migliaia di cadaveri ambulanti in mille altre salse videoludiche. Un raffinato sistema di crafting, unito a una visuale isometrica e a un gameplay tipici degli action-rpg, rende il prodotto di EKO Studios un'interessante variante sul genere survival. Il successo di questa formula dipende quindi da come si amalgamano tra loro tutti questi elementi all'interno dell'economia del gioco disponibile su Xbox Live, PlayStation Network, Steam e atteso successivamente anche sull'eShop di WiiU.
Crafting e visuale isometrica rendono How to Survive una curiosa variante del genere survival
Benvenuti sull'isola
L'ennesimo naufragio, stavolta su un arcipelago a largo delle coste della Colombia, fa da incipit agli eventi di How to Survive ed è chiaro fin da subito che la componente narrativa appena abbozzata funge da mero pretesto per calare il giocatore nell'azione massacrando centinaia di zombie e mostri vari. Iniziando la modalità storia c'è la possibilità di scegliere uno tra i tre personaggi selezionabili Kenji, Abbey e Jack, caratterizzati da statistiche di partenza diverse senza essere però differenziati da delle vere e proprie classi.
Come nei più classici giochi di ruolo, accumulando esperienza si sale di livello ma, mentre i parametri del nostro avatar crescono in maniera automatica, al giocatore è affidata la possibilità di scegliere quale abilità sbloccare tra quelle presenti in un classico diagramma ad albero. Ogni aspirante sopravvissuto presenta delle variazioni nella disposizione delle skill ottenibili, di conseguenza a lungo andare e progredendo nel gioco tutti i personaggi vanno inevitabilmente ad assomigliarsi ad esclusione di alcune abilità uniche e peculiari per ognuno dei tre. Nonostante questa tendenza a standardizzare l'evoluzione delle statistiche dei protagonisti il gioco incentiva comunque ad affrontare la campagna con tutti e tre gli sfortunati naufraghi dal momento che ognuno di essi ha una sua personale percentuale di completamento della campagna affrontabile anche in compagnia di un secondo giocatore grazie alla cooperativa sia online che locale. Portare a termine la campagna con un singolo personaggio a livello normale richiede circa una decina di ore, a questa si affianca la modalità sfida dove semplicemente siamo chiamati a fuggire di volta in volta da un'isola diversa partendo con il nostro personaggio totalmente privo di equipaggiamento.
Scende la notte
Sopravvivere nelle isole di How to Survive si dimostra fin da subito più complesso del previsto: è necessario tenere in considerazioni tutti i bisogni vitali primari che ogni essere umano deve soddisfare per mantenersi in forma, così da essere in grado di combattere al massimo delle proprie capacità. Oltre all'immancabile indicatore della salute, infatti, è necessario tenere sotto controllo anche fame, sete e sonno, come ci spiega fin da subito il buon Kovac, un eccentrico quanto esperto sopravvissuto che rappresenta il "filone comico" dell'avventura. Grazie ai suoi preziosi consigli durante il tutorial iniziale e soprattutto alle pagine della sua guida di sopravvivenza disseminate per le varie location, si impara presto a fare i conti con la raccolta di cibo, acqua potabile e a organizzare i nostri spostamenti tenendo conto della disposizione dei rifugi sicuri dove poter riposare.
Il deterioramento dei parametri vitali può arrivare a compromette la mobilità, la mira e l'efficacia dei colpi inferti, rendendoci così estremamente vulnerabili alle frequenti situazioni di pericolo. In particolare, durante la notte la lotta per rimanere in vita diventa più aspra, con creature che si palesano solo dopo il tramonto e a tal proposito diventa fondamentale l'uso della torcia elettrica per spaventare e tenere a debita distanza i predatori notturni. La routine di gioco si suddivide quindi tra una fase giornaliera, dove è importante aguzzare l'occhio per scovare ogni oggetto o risorsa che può esserci utile e immagazzinare tutto nel nostro mai troppo capiente inventario, e i numerosi pericoli che inevitabilmente affronteremo con l'arrivo dell'oscurità. Ovviamente la mera raccolta di risorse non è sufficiente e per poter avere un equipaggiamento completo per ogni evenienza entra in gioco il sistema di crafting che ci permette di combinare oggetti e alimenti in maniera creativa. Unendo gli oggetti recuperati seguendo degli schemi preimpostati è possibile costruire armi sempre più complesse, da un semplice arco fino ad armi da fuoco rudimentali, anche se niente riesce a regalare delle soddisfazioni come il fabbricarsi con le proprie mani una motosega di fortuna con la quale fare a pezzi i non morti che infestano l'arcipelago. Oltre che per assemblare gli oggetti offensivi, il crafting è fondamentale per cucinare cibi commestibili e bevande rigeneranti, ma anche per creare oggetti curativi sfruttando alcune erbe medicinali.
Obiettivi Xbox 360
Quasi metà dei 400 punti messi in palio da How to Survive sono ottenibili raggiungendo tutte le isole, effettuando le prime uccisioni istantanee e sbloccando le prime skill dall'albero delle abilità. 45g è il premio per chi completa lo story mode in modalità normale mentre ben 80 andranno a chi ci riuscirà in modalità "Iron Man", ovvero il secondo e più alto livello di difficoltà disponibile. I restanti punti sono destinati a missioni secondarie e alle sfide.
Una brutta cera
La versatilità e le numerose possibilità offerte dalla combinazione di oggetti rappresentano senz'ombra di dubbio l'aspetto più riuscito del gioco, insieme alla scelta di impostare una visuale quasi isometrica che tanto ricorda giochi di ruolo come Diablo o Torchlight. Proprio sulla falsariga dei più famosi action-RPG, How to Survive propone un gameplay analogo, pur con una componente ruolistica come si è visto ridotta all'osso. Il massacro di centinaia di zombie o di altre creature occupa gran parte del tempo di gioco, con sole poche azioni contestuali legate alle missioni affidateci, ma abbiamo già constatato come lo sviluppo della dimensione narrativa non sembra esser stata una priorità per gli sviluppatori. Il gameplay quindi non brilla per varietà ma la ripetitività non è assolutamente maggiore rispetto a quella riscontrabile nei capolavori del genere e la si può quindi considerare un limite intrinseco della struttura di gioco stessa più che un vero difetto, magari reso più palese da una mancanza di elementi di contorno che avrebbero potuto contribuire a rendere l'azione meno monotematica. Quello che avrebbe necessitato di un'attenzione decisamente maggiore è il comparto tecnico che mostra il fianco a una resa visiva generale davvero modesta pur non vantando mai dei picchi di azione e di dinamicità a schermo che possano giustificare modelli poligonali e animazioni dalla realizzazione decisamente poco raffinata. La presenza di un aliasing piuttosto marcato e alcuni inspiegabili cali di frame rate anche con pochi personaggi sullo schermo lasciano piuttosto perplessi. Anche una varietà maggiore nella differenziazione dei nemici e degli ambienti avrebbe contribuito a rendere il tutto meno monotono.
Conclusioni
How to Survive offre il meglio di sé proprio nella sua dimensione di sopravvivenza con una gestione dei parametri vitali del personaggio e un sistema di crafting semplici ma al contempo davvero ben fatti. Meno incisivi sono gli scontri con gli zombie che non brillano per strategia né per particolare varietà, mentre una maggiore differenziazione tra gli sviluppi dei personaggi avrebbe aggiunto spessore e longevità al titolo. Decisamente sottotono il comparto grafico, anche per una produzione destinata al mercato digitale. How to Survive resta un prodotto valido e piacevole da giocare, più adatto a chi ben conosce i pregi e i difetti intrinsechi del genere action-RPG e in particolare a chi ha ancora fame di cervelli e zombie game.
PRO
- Sistema di crafting vario e funzionale
- Gestione dei parametri vitali del personaggio
- Buona dose di contenuti a un prezzo concorrenziale
CONTRO
- Tecnicamente sottotono
- Gameplay che tende alla ripetitività
- Poca varietà di nemici e ambientazioni