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Un puzzle d'altri tempi

Questo nuovo platform-puzzle sbarca su Xbox Live e siamo certi delle sue qualità, scopritele insieme a noi

RECENSIONE di Pietro Quattrone   —   17/03/2010

Xbox Live Arcade è diventata sempre più una vetrina di giochi innovativi, titoli dallo stile retrò o semplicemente d'avanguardia, esponenti di tutta quella cultura "indie" che non troverebbe spazio e la giusta considerazione nella grande distribuzione. E' evidente che i prodotti più importanti anche su Xbox Live Arcade sono sovvenzionati dai publisher ma l'inventiva e la realizzazione è tutta in mano ai geniali sviluppatori. Esempi come Braid o Castle Crasher rendono molto evidente il concetto, idee ben sviluppate a braccetto con realizzazioni tecniche dallo stile inconfondibile, The Misadventures of P.B. Winterbottom a sua volta è un concentrato di tutto questo.

Torte torte torte

Il Sig. P.B. Winterbottom, è un personaggio eccellente nella sua caratterizzazione, sembra tutto tranne che il protagonista di un videogame del 2010. Elegante ed impettito come un gentleman inglese uscito da un quadro, un po' in sovrappeso a causa della sua grandissima passione per le torte. Questa sua debolezza lo porta a tentare di recuperare ogni singola "dolcezza" sulla sua strada. La sua vita in breve è completamente volta al recuperare più leccornie possibili affrontando tutte le sfide sul suo percorso ed è proprio durante un "inseguimento tortesco" che il nasuto (sì ha un grande ed evidente naso) protagonista si troverà a confrontarsi con un vero paradosso spazio temporale, trovandosi dotato di poteri degni di un vero super eroe.

Un puzzle d'altri tempi

La trama in sostanza è tutta qui, nulla di particolare ma è proprio la sua semplicità a catturare l'attenzione e soprattuto il modo in cui viene narrata durante tutto il gioco. La storia infatti è raccontata in un modo fabiesco che fa sognare e a tratti sorridere, prima di ogni schema da affrontare infatti, tramite una schermata che ricorda da vicino le pellicole cinematografiche di una volta, viene introdotta la vicenda, tra rime baciate e disegni divertenti. Lo stile vittoriano che permea tutte le schermate di presentazione dei livelli viene giustamente ripreso negli schemi, mettendo in evidenza strutture del passato, case con comignoli sporgenti, serbatoi, travi e orologi dagli ingranaggi in bella mostra.

Paradosso spazio-tempo

Venendo a parlare del gameplay vero e proprio dobbiamo mettervi in guardia dato che The Misadventures of P.B. Winterbottom provoca assuefazione, ci si muove come in un platform ma le meccaniche ricordano da vicino un puzzle game. Muovendo il "nasuto" si deve recuperare ogni torta presente nei singoli livelli, se all'inizio del gioco si tratta solamente di saltare da un punto all'altro dello schema dopo un po' l'evoluzione della giocabilità è evidente dato che premendo il grilletto di destra diventa possibile registrare i movimenti fatti dal personaggio, movenze che verrano subito riprodotte tali e quali da un clone. E' chiaro che questa possibilità apre molti scenari e diventa il cuore del gioco, dato che diventa indispensabile utilizzare al meglio i cloni per poter raggiungere gli obiettivi.
Un indicatore a schermo evidenzia quante copie di P.B. Winterbottom possono girare contemporaneamente su schermo, è necessario quindi utilizzarle al meglio per non veder vanificati i nostri sforzi.

Un puzzle d'altri tempi

Alcuni livelli richiedono di clonare il personaggio per attivare un interruttore o la metà di un'altalena, altri richiedono di saltare sulla testa del clone per raggiungere punti elevati dello schermo. Più si avanza nel gioco più i puzzle da risolvere sono impegnativi e non permettono esitazioni o movimenti a vuoto, diventa infatti necessario che il personaggio ed i suoi cloni si muovano all'unisono come gli ingranaggi di un orologio. In alcuni livelli la strategia in puro stile Lemmings diventa necessaria, vedendo comparire e scomparire i cloni ed il personaggio muoversi da un lato all'altro dello schema per raggiungere torte che ad una prima occhiata sembrano assolutamente inarrivabili. Ad esempio troverete livelli in cui le torte appaiono dopo aver premuto un interruttore solo per alcuni secondi per poi scomparire improvvisamente, altri in cui solo i cloni possono agire con l'ambiente circostante, altri ancora in cui si deve interagire con le versioni malvagie di Winterbottom. I puzzle che si vanno ad affrontare non sono mai banali, certo dopo un po' si rischia la ripetitività ma soprattutto è la difficoltà il vero punto debole del gioco, tenete presente che ci sarà da ragionare per raggiungere tutti gli obiettivi, e se siete giocatori che amano il "tutto e subito senza sforzo" non prendete neanche in considerazione The Misadventures of P.B. Winterbottom. Dal punto di vista tecnico il gioco di The Odd Gentlemen è una vera e propria delizia per gli occhi, tutte le scelte sono state fatte al punto giusto, lo stile retrò ed il fascino dei due colori sono evidenziati dalle musiche assolutamente d'atmosfera che fanno da contorno all'azione di Winterbottom. Non è certo questo un titolo dal quale chiedere a Xbox 360 di mostrare i muscoli ma quanto realizzato è assolutamente di buon livello, con precisione nei salti ed in tutte le mosse del "nasuto", buone animazioni e uno stile più che azzeccato.

La genesi

Grazie a Take Two Interactive Italia e al blog di Matt Korba (uno dei due creatori del gioco)vi possiamo raccontare qualcosa a riguardo delle genesi di un prodotto così particolare come The Misadventures of P.B. Winterbottom. Le origini di P.B. Winterbottom risalgono a molti anni fa, tra il 2005 ed il 2006. Matt Korba che da sempre è stato appassionato di film, soprattutto quelli in bianco e nero senza audio capaci di emozionare a suo dire molto di più lo spettatore e che dovevano essere costruiti in maniera perfetta a causa della mancanza dell'audio, scoprì l'amore per i videogiochi. Affascinato dalle possibilità di questo nuovo media e dall'idea di poter creare un mondo completamente da zero con le proprie regole. E' qui che si fa strada un altro grande amore di Matt, quello per i viaggi del tempo e per i paradossi spazio-temporali e si mette ad esaminare tutti i film e i videogiochi che fino a quel momento avevano trattato l'argomento, Ritorno al futuro vi dice niente? ma anche Zelda, Max Payne, Viewtiful Joe, Prince of Persia ed in parte Mario Kart( ricordate la possibilità di registrare un fantasma della nostra gara e competere poi contro di lui?). Matt venne influenzato molto anche da Tango, un piccolo corto nel quale ripresa una stanza in loop entravano alcuni personaggi che, fatta un'azione, uscivano immediatamente di scena. Tutte queste idee ovviamente sono emerse poi in quello che è diventato P.B. Winterbottom, che in realtà non doveva chiamarsi così. Nacque tutto da un caso dato che il vero nome era B.P. in onore di Billy Pilgrim del libro di Kurt Vonnegut il Mattatoio n.5, ma dopo averlo riportato male su di uno slide si accorse che suonava meglio con le lettere invertite. L'incontro con l'altro membro di The Odd Gentlemen Paul Bellezza avvenne per un progetto per il LA Times, e una volta deciso di portare avanti il progetto "Clone" Paul doveva esserne il producer. La trama venne inventata dopo estenuanti riunioni tra i due , un ladro di torte poteva sembrare banale? forse colpa delle troppe Red Bull ingurgitate. La scelta delle due dimensioni era già stata fatta da Matt a suo tempo dato che riteneva che il 3d con le sue differenti visuali discostava l'attenzione del giocatore, meglio le 2 dimensioni in modo da tenere incollato all'azione il giocatore. Molti studi vennero fatti per non complicare troppo le cose nella gestione dei cloni e per non far perdere di vista al giocatore su quale personaggio aveva il controllo. Vennero aggiunti a questo scopo non solo i suoni in fase di clonazione di Winterbottom ma gli venne dedicato anche un differente colore. L'altra scelta fondamentale che portò in seguito, grazie anche alla collaborazione di Asher Vollmer, alla realizzazione dei primi demo e della versione definitiva del gioco fu quella dell'interazione con i cloni. Una prima idea si basava sul Positional System, e cioè il clone ripeteva ogni movimento ma non c'era interazione con il personaggio. La seconda idea metteva in risalto invece l'interazione e cioè il clone ripeteva all'infinito tutti i movimenti e c'era la possibilità di interagire con esso ma questa venne scartata perchè risultava troppo confusionaria. La scelta definitiva è una via di mezzo tra le due, il Positional Transitional Physics System infatti prevede l'interazione ma limitata, come nel gioco finito è possibile registrare i movimenti, interagire con il clone ma se urtato o colpito esso si dissolve. A questo punto P.B. Winterbottom era pronto.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.5
Lettori (8)
8.6
Il tuo voto

The Misadventures of P.B. Winterbottom ci è piaciuto molto, l'intento degli sviluppatori di svecchiare un po' il genere platform è senza dubbio riuscito, la scelta delle due dimensioni e dello stile grafico non hanno fatto altro che decretarne il giusto successo ed una menzione particolare. In poche parole si tratta di uno dei titoli disponibili su XBLA da avere assolutamente, deve essere evitato solo da chi non ama il genere o da chi si arrende alla prima difficoltà.

PRO

  • Stile eccellente
  • Enigmi tosti...

CONTRO

  • ...Per qualcuno può essere un limite