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La festa della media

L'ennesimo party game per Wii ha come protagonista Pac-Man ed i suoi amici: riuscirà la mascotte Namco ad emergere in mezzo al marasma di titoli analoghi?

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   24/11/2010
La festa della media

Inutile negare come il blasone della figura di Pac-Man si sia progressivamente sbiadito nei decenni successivi al suo exploit nelle sale giochi di tutto il mondo, per finire quasi completamente eclissato nelle ultime generazioni di console. Nonostante abbia comunque sempre cercato di riciclarsi in titoli che andassero al di là dei semplici remake del format originale, e pur non dimenticando i bellissimi Championship Edition per XBLA, la pallina gialla creata da Tohru Iwatani non è mai andata troppo lontano, anzi: e come se non bastasse, quel waka-waka che fino a qualche tempo fa richiamava subito alla mente l'effetto sonoro tipico del coin-op originale, ora viene accostato soltanto all'omonima canzone di Shakira. Ma Pac-Man è uno che non si abbatte, ed invece di affogare i suoi dispiaceri nell'alcool, eccolo ritornare con un party game ovviamente riservato alla home console Nintendo.

Il mio regno per un biscotto

Riponendo accuratamente nel cassetto l'originalità, Pac-Man Party non si differenzia da altri interpreti del genere, offrendo la possibilità agli utenti di giocare i 45 diversi minigame singolarmente oppure di cimentarsi in una modalità principale che ricorda le meccaniche proposte dal (dimenticabilissimo) Pac-Man Fever datato 2002. Qui, un massimo di quattro giocatori competono in una sorta di board game nel quale l'obiettivo è di accumulare il maggior numero di biscotti, sottraendoli agli avversari o costruendo castelli nelle caselle libere del tabellone. Se si può tranquillamente soprassedere riguardo all'assoluta mancanza di coerenza tra i vari elementi appena descritti, di certo è imperdonabile il fatto che una struttura ludica inutilmente complicata come quella del titolo Namco non venga adeguatamente spiegata dai tutorial che accompagnano le prime partite. Mettendosi nei panni del target audience del prodotto, ovvero un'utenza rigorosamente casual, diventa difficile comprendere quali siano le regole del gioco, e ci si trova costretti a procedere per tentativi finché il quadro generale non diventa un po' più chiaro. Insomma, non propriamente il miglior inizio per un titolo che dovrebbe fare dell'immediatezza uno dei suoi maggiori punti di forza.

La festa della media

Ad ogni modo, Pac-Man Party ricorda per certi versi il Monopoly, visto che se una pedina capita su un castello avversario, questa è costretta ad affrontare in singolar tenzone il proprietario in un minigame scelto a caso: al vincitore spetta il controllo della casella ed un quantitativo di biscotti sottratti al conteggio dello sconfitto. Và da sé che per i primi giri di tabellone il gioco sia di una noia mortale, visto che gli scontri tra due utenti sono statisticamente improbabili e ci si riduce ad osservare i propri alter-ego che innalzano castelli qua e là, con l'unico divertimento attivo costituito dal lancio dei dadi, qua sostituito da alcuni semplici giochi di abilità. Le cose migliorano ovviamente man mano che le caselle del tabellone si riempiono, ma Pac-Man Party soffre comunque di qualche tempo morto di troppo e in generale di una struttura di base che avrebbe beneficiato di maggiore dinamismo e semplicità.

Meglio male accompagnati che soli

Inutile dire che Pac-Man Party è un titolo da giocare rigorosamente in compagnia, e che non offre letteralmente nulla a chiunque avesse la sciagurata idea di volerlo consumare in solitudine. Evidentemente consci di questo fatto, gli sviluppatori di Namco Bandai non hanno bloccato nessun contenuto, rendendo ogni singolo elemento del prodotto disponibile sin dall'inizio. Le cose migliori si vedono sul fronte di singoli minigame, che riescono a dimostrarsi divertenti e per certi versi addirittura originali: è il caso di uno scenario -ad esempio- nel quale gli utenti sono chiamati a lanciare degli spiedini all'indirizzo di svariate file di pezzi di carne in movimento, nel tentativo di infilarne la maggior quantità in un colpo solo. Diverse sono comunque le occasioni nelle quali ci si può divertire, con sezioni che spaziano dal platform allo shooter e che fanno generalmente un buon uso del controller Wii, anche se ovviamente tendono a venire a noia abbastanza presto.

La festa della media

La maggior parte dei minigiochi presenti ricalca comunque copioni già visti in mille altri party game, quindi il rischio per chi avesse già familiarità con il genere è di percepire una fortissima sensazione di deja-vu. Nel maldestro tentativo di livellare la competizione fra gli utenti, però, gli sviluppatori hanno inserito dei biscotti speciali che, se utilizzati, garantiscono degli spropositati vantaggi per la durata di un singolo round, di fatto azzerando il fattore divertimento per gli altri partecipanti al gioco. Sul fronte dell'offerta ludica, il quadro è completato dall'inserimento nel pacchetto delle versioni originali di Pac-Man, Galaga e Dig Dug: una chicca per nostalgici che a dire il vero mal si sposa con il bacino d'utenza a cui è destinato il prodotto. Spostandoci in ambito più tecnico, storicamente il tallone d'Achille di ogni party game, Pac-Man Party non sfugge alla regola, mettendo in mostra una grafica cartoonesca di qualità assolutamente nella media ed un accompagnamento musicale zuccheroso che lascia parecchio a desiderare.

Conclusioni

Multiplayer.it
6.0
Lettori (4)
6.2
Il tuo voto

In un segmento affollato come quello dei party game per Wii, Pac-Man Party fatica ad emergere, denotando pochi acuti per quel che concerne la qualità dei singoli minigiochi e mettendo sul piatto una modalità principale dal ritmo sonnacchioso e dalle meccaniche inutilmente arzigogolate. Il titolo Namco Bandai può rimanere una buona scelta per chiunque sia alla ricerca di un prodotto del genere e non possieda già i vari Mario Party e compagnia bella: per tutti gli altri, si tratta di un titolo destinato a finire nel dimenticatoio in un batter d'occhio.

PRO

  • Alcuni minigame divertenti ed originali
  • Graficamente simpatico

CONTRO

  • Modalità principale noiosa
  • Non fa niente per distinguersi dalla massa