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Quattro giorni da incubo

Dopo gli eventi del primo Darkness Within, l'ex detective Howard E. Loreid riesce a fuggire dall'ospedale psichiatrico in cui era stato rinchiuso. Il destino che lo attende, però, potrebbe essere peggiore...

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   30/05/2011

Come nei film horror più spietati, quando il protagonista finisce per cedere alla follia in cui si trova coinvolto e non distingue più la realtà dalle visioni che lo attanagliano, così il detective Howard E. Loreid impazzisce dopo aver dato la caccia a un pericoloso assassino. Rinchiuso in un ospedale psichiatrico, mentre è ancora intontito dai farmaci assiste a una scena incredibile: qualcuno si avvicina al suo letto, mette fuori gioco gli infermieri e inietta nelle sue vene qualcosa che gli fa perdere i sensi immediatamente.

Quattro giorni da incubo

Al suo risveglio, giorni dopo, si trova in una casa deserta, sperduta chissà dove, distante dall'ospedale, con un messaggio dell'uomo misterioso che gli dice di recarsi nella città di Arkhamend per scoprire cosa lo lega a una serie di eventi che potrebbero cambiare il destino del mondo. L'esplorazione della casa vuota funge in qualche modo da tutorial per prendere familiarità con il sistema di controllo di Darkness Within 2: La Stirpe Oscura: i soliti tasti WASD servono per muovere il personaggio utilizzando una visuale in prima persona, mentre il puntatore del mouse ne dirige lo sguardo e gli permette di interagire con l'ambiente. Howard può raccogliere un numero infinito di oggetti e analizzarli successivamente, accedendo all'inventario. Allo stesso modo, può spostare casse, sedie e quant'altro nascondano qualcosa di interessante. La capacità di saltare e di accovacciarsi, infine, gli consentono di muoversi all'interno di spazi angusti e di godere di una discreta libertà d'azione.

Il buio dentro

Appare chiaro fin dai primi istanti che il titolo sviluppato da team turco Zoetrope Interactive basa il proprio gameplay su meccaniche classiche, che prevedono nella fattispecie la consultazione di documenti e la raccolta di oggetti ancor più che l'esplorazione, e relegano addirittura la risoluzione di enigmi a una parte tutt'altro che consistente dell'esperienza. Terminato il sopralluogo della casa vuota, il nostro personaggio prende un treno che lo porta nella città di Arkhamend, arriva a destinazione naturalmente di notte e non può fare altro che affittare una stanza nell'attesa che faccia di nuovo giorno.

Quattro giorni da incubo

L'indomani, infatti, il suo obiettivo sarà quello di controllare la biblioteca alla ricerca di un particolare libro che potrebbe rivelarsi utile per capire esattamente cosa sta cercando in quel luogo dimenticato. L'oscurità non porta l'agognato riposo, bensì incubi e visioni, proiettando Loreid in una sorta di dimensione alternativa in cui la realtà è distorta, ed è possibile avvertire la presenza minacciosa di creature malvagie. L'interfaccia, nella sua semplicità, si rivela all'altezza di queste situazioni e ci permette di fronteggiarle in modo molto naturale, lasciando ad alcune sequenze predeterminate il compito di stupirci con qualche disturbante colpo di scena. Un obiettivo purtroppo lungi dall'essere raggiunto, perché nonostante l'atmosfera claustrofobica di Darkness Within 2: La Stirpe Oscura sia innegabile, allo stesso modo il comparto tecnico datato finisce per "remare contro" e per rendere l'esperienza ben poco spaventosa. Una storia interessante, che riesce a essere persino originale in alcuni suoi risvolti, ma che appunto richiede un certo adattamento da parte nostra per esercitare il necessario coinvolgimento.

Una luce nelle tenebre

Il motore grafico del gioco è stato potenziato rispetto al primo episodio, introducendo il supporto alla tecnologia PhysX per la gestione degli oggetti (in verità ben poco sfruttata) e un sistema di illuminazione completamente nuovo, che ci permette di fendere il buio utilizzando torce o lanterne come prerogativa principale delle fasi esplorative. Come accennato in precedenza, l'avventura ci vede spesso raccogliere e analizzare mappe, biglietti, pagine di libri e così via, perché al loro interno sono racchiuse le informazioni necessarie per individuare la nostra prossima meta oppure per risolvere un enigma.

Quattro giorni da incubo

In tal senso, la produzione targata Zoetrope Interactive include tre differenti livelli di difficoltà che influenzano in modo sostanziale il nostro approccio al gioco, passando dal suggerimento automatico dei dati all'eliminazione di qualsiasi tipo di aiuto. È chiaro che affrontare l'avventura in un modo o nell'altro sarà molto diverso, tuttavia si tratta di una feature a uso e consumo di chi si reputa un esperto di questo particolare genere, considerando che la scelta va fatta all'inizio e non può in alcun modo influire sulla rigiocabilità del titolo. Torniamo dunque al comparto tecnico. L'aggiunta di un discreto sistema di illuminazione e un minimo di fisica hanno reso l'impatto visivo per certi versi migliore rispetto al primo episodio della serie, ma in termini di "direzione artistica" e stile sembra quasi sia stato fatto un passo indietro. La grafica, in generale, appare molto datata e per giunta poco ottimizzata, visto che con la configurazione di prova si viaggia fra i 25 e i 30 fps alla risoluzione di 1600 x 900 pixel. Il sonoro ha dalla sua la presenza di un doppiaggio in italiano, seppure tutt'altro che fantasmagorico, e una serie di effetti semplici ma efficaci, che contribuiscono a creare la necessaria atmosfera.

Conclusioni

Multiplayer.it
6.8
Lettori (6)
7.3
Il tuo voto

Darkness Within 2: La Stirpe Oscura è un'avventura horror vecchio stampo, pensata per un'utenza costituita unicamente dagli appassionati più irriducibili di questo particolare genere. L'espediente della torcia o della lanterna applicato alla costante oscurità che caratterizza lo scenario ha un suo perché e contribuisce senz'altro alla costruzione dell'atmosfera di cui questo titolo vive, ma dal punto di vista artistico molte scelte appaiono poco condivisibili e la qualità delle ambientazioni risulta spesso inferiore a quella del primo episodio. Il gameplay non appare particolarmente cambiato, dunque ci sono tantissimi testi da leggere (per fortuna ben tradotti in italiano) e da cui trarre le informazioni necessarie per proseguire, mentre di contro la quantità degli enigmi è tutt'altro che spropositata. Se vi è piaciuto il primo episodio, questo sequel probabilmente non vi deluderà.

PRO

  • Trama in stile Lovecraft
  • Completamente tradotto in italiano
  • Una grande quantità di location...

CONTRO

  • ...generalmente inferiori a quelle del primo episodio
  • Grafica molto datata
  • Solo per gli appassionati di questo particolare genere

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore Intel Core i3 350M
  • 4 GB di RAM
  • Scheda video ATI Mobility Radeon HD 5650
  • Sistema operativo Windows 7

Requisiti minimi

  • Processore Intel Pentium da 1.8 GHz o superiore
  • 512 MB di RAM (Windows XP), 1 GB di RAM (Windows Vista, Windows 7)
  • Scheda video NVIDIA GeForce serie 7, ATI Radeon 1600 o superiore
  • 3 GB di spazio libero su hard disk
  • Sistema operativo Windows XP, Windows Vista o Windows 7

Requisiti consigliati

  • Processore Intel Core2 da 2.0 GHz o superiore
  • 2 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce 7800 GS, ATI Radeon X800 Pro o superiore
  • 3 GB di spazio libero su hard disk
  • Sistema operativo Windows XP, Windows Vista o Windows 7