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Lezioni di storia sul campo di battaglia

In una nazione forgiata e unita dai signori della guerra, gli Omega Force vi portano direttamente in prima linea

RECENSIONE di Michele Bertini   —   11/05/2011

Versione testata: Xbox 360

Andare avanti e crescere rimanendo sempre uguali a sé stessi. Potremmo incorniciarla in queste poche parole la storia della lunga saga hack and slash di Dynasty Warriors che nel bene e nel male si è ritagliata il suo onorevole spazio negli ultimi anni di storia videoludica, abbracciando numerose piattaforma e infoltendo la propria genealogia anche con numerosi spin-off (ricordiamo ad esempio il crossover con l'universo fantascientifico di Gundam). Giunti al settimo episodio della serie principale gli sviluppatori sono andati a ispirarsi direttamente da uno dei Quattro grandi romanzi classici della letteratura cinese: Il Romanzo dei Tre Regni scritto da Luo Guanzhong.

Lezioni di storia sul campo di battaglia

Attingendo da queste pagine viene descritta la storia di una Cina ancora divisa e sfiancata dai conflitti: il contesto ideale per inscenare le numerose battaglie offerte dal titolo pubblicato da Koei. La base su cui si poggia il nuovo Dynasty Warriors quindi è solida e ricca di spunti contenutistici, il che può rappresentare un'ottima occasione per risollevare una saga che negli ultimi episodi ha subito una pesante flessione qualitativa.

Tre regni, più uno

Ambientato durante l'epoca dei tre regni, Wei, Shu, Wu, ai quali si aggiunge la quarta fazione Jin, ancora una volta siamo chiamati a vivere in prima persona le battaglie che hanno forgiato la futura grande nazione cinese impersonando numerosi eroi che richiamano le caratteristiche della loro controparte delle leggende dell'estremo oriente. Nella modalità Storia una volta scelta la nostra fazione d'appartenenza si vanno ad affrontare le battaglie seguendo un filone narrativo piuttosto articolato, abbastanza da regalare spazio a tutti gli eroi di ogni esercito. Ognuno di questi personaggi presenta caratteristiche in battaglia peculiari a partire dalle movenze e dalle armi preferite che se equipaggiate valorizzano al massimo le capacità belliche del personaggio, mentre gli strumenti con i quali c'è un minor feeling finiscono per limitare goffamente il potenziale offensivo del nostro avatar. A queste armi è inoltre possibile associare dei sigilli che contribuiscono a migliorare i parametri o le capacità d'attacco secondo i gusti del giocatore. Oltre alla differenzazione delle numerose armi lo sviluppo dell'eroe è dato anche da un albero delle abilità (a dir la verità piuttosto misero) sbloccabili man mano che si accumulano punti massacrando i nemici. Queste abilità possono andare a influire direttamente sulle statistiche del personaggio, oppure fornire altri tipi di bonus come ad esempio delle nuove mosse e combo eseguibili.

Lezioni di storia sul campo di battaglia

La dimensione di crescita del personaggio a dire il vero si esaurisce qui non essendo del resto il nucleo del gameplay della serie di Dynasty Warrior, quindi a conti fatti risulta assai più importante una scelta ben oculata delle armi da equipaggiare e dei relativi potenziamenti piuttosto che le abilità vere e proprie del guerriero. La modalità Storia nella sua interezza, ovvero comprendendo tutte e quattro le campagne disponibili, offre decine e decine di missioni, che pur non brillando per eterogeneità forniscono comunque un ampio numero di ore di gioco anche se lo spettro della noia, dato il continuo ripetersi di situazioni e obiettivi sostanzialmente simili tra loro, si nasconde sempre dietro l'angolo per il giocatore che meno si lascia trasportare dagli eventi narrati. Del resto anche la struttura quasi da telenovela dell'intrecciarsi dei destini dei protagonisti non aiuta a seguire con partecipazione lo sviluppo della storia.
Più slegata dalla narrazione del libro dal quale gli sviluppatori hanno preso spunto è invece la modalità Conquista, dove sempre impersonando un eroe a nostra scelta (tra quelli precedentemente sbloccati durante la normale campagna) si ha la possibilità di portare avanti la conquista dell'intero territorio cinese che per l'occasione è suddiviso in numerosissime caselle ognuna delle quali rappresenta una battaglia o una città.

Lezioni di storia sul campo di battaglia

In questa modalità l'avanzata dell'eroe protagonista è a discrezione del giocatore il quale, proprio come nel famoso gioco da tavolo Risiko, può scegliere di affrontare qualsiasi scontro purché sia presente in una casella adiacente ad una da noi già conquistata, perseguendo il fine ultimo del dominio dell'intera nazione. In questa tipologia di gioco diventa fondamentale anche l'instaurare dei solidi rapporti di fedeltà con gli altri eroi che man mano si alleeranno al nostro esercito, più forte sarà il loro legame alla nostra leadership e migliore sarà il loro rendimento in battaglia al nostro fianco. Gli Omega Force hanno voluto dare la massima libertà al giocatore che inizia l'avventura di conquista rendendo disponibile il cambio di eroe in qualsiasi momento mantenendo le conquiste già accumulate. A favore di ciò anche tutte le abilità, le armi e i sigilli ottenuti rimangono in comune tra tutti i personaggi, come del resto accade anche nella modalità Storia. Offrendo una condivisione totale dei progressi indipendentemente dal tipo di eroe scelto è possibile variare il protagonista in base ai nostri gusti durante la lunga via per la conquista, mentre giocando una campagna si va ad accrescere di fatto il valore di tutti i membri di spicco dell'esercito nonostante sia la storia a indicarci quale personaggio usare in ogni missione, il quale erediterà il bagaglio di abilità e armi ottenuto fino a quel momento.

Niente di nuovo sul fronte orientale

L'evoluzione, mai così necessaria come nel caso di questa saga, è ancora limitata al solo comparto storico/narrativo che pur non brillando per particolare qualità, almeno tenta di rinnovarsi ad ogni capitolo. L'azione di gioco sul campo di battaglia, vero cuore pulsante di ogni hack and slash che si rispetti, si riconferma ancora ancorata ai canoni dettati dai precedenti capitoli ereditandone le caratteristiche peculiari che hanno attirato i fan ma anche gli storici difetti che da troppo tempo affliggono questa struttura di gioco. Lo svolgersi degli scontri procede seguendo l'abusata filosofia dell'"uccidi tutto quello che si muove"; come da tradizione il nostro eroe si dimostra sul campo di battaglia enormemente superiore rispetto agli avversari determinando così un rapporto di forza completamente sbilanciato a favore del protagonista.

Al nostro fianco avremo intere divisioni di fanteria che hanno il ruolo di semplici figuranti, scordatevi da parte loro alcun aiuto in battaglia, non che se ne senta il concreto bisogno ma vedere decine dei nostri compagni accerchiare un solo fante nemico senza però attaccarlo rovina l'atmosfera dello scontro. Sul fronte avversario gli unici elementi che rappresentano un ostacolo verso la vittoria sono gli eroi nemici, alcuni dei quali particolarmente coriacei mentre sulla maggior parte degli altri è necessario indugiare qualche attimo di più con un po' di frenetico button smashing per vederli andare al tappeto senza sudare nessuna delle proverbiali sette camicie.
Con questo tipo di equilibri ogni missione, una volta presa familiarità con le caratteristiche dell'eroe che siamo chiamati a impersonare, finisce per diventare poco più che una formalità e il rischio di essere sconfitti appare sempre più lontano: gli unici ostacoli verso una prevedibile vittoria possono essere la caduta di alcuni nostri compagni eroici che siamo chiamati a difendere i quali spesso dimostrano di non saper badare a loro stessi costringendosi ad accorrere in loro aiuto attraversando di fretta l'area di gioco.

Obiettivi Xbox 360

I 50 obiettivi del settimo Dynasty Warriors si distribuiscono equamente tra la modalità Storia e Conquista. E' necessario completare tutte le campagne dei regni, conquistare l'intero territorio cinese e massificare la fiducia con tutti i guerrieri unici che incontreremo. Gli altri pochi punti rimanenti sono contestualizzati a diverse azioni in battaglia, come il rifocillarsi 100 volte di oggetti curativi o sconfiggere determinati nemici.

Deus ex warrior

L'onnipotenza del giocatore durante gli scontri finisce per mortificare anche il sistema di combattimento, non essendo assolutamente necessaria alcuna ricerca di tatticismo in battaglia. Concatenando selvaggiamente i due attacchi disponibili, quello normale e quello brutale, avremo la meglio su centinaia di nemici senza problemi; a questi si aggiunge la speciale mossa EX disponibile con una specifica tipologia di armi per ogni personaggio e sfruttabile tramite un'elementare combo. Nelle situazioni più concitate e una volta riempita l'apposita barra falciando nemici si può effettuare un attacco musou in grado di sbaragliare intere divisioni o, in maniera più utile, di infliggere gravi danni anche agli eroi avversari più tenaci. Durante gli scontri è possibile raccogliere oggetti che possono aumentare in maniera permanente o temporanea le statistiche del nostro personaggio o curare la nostra energia vitale, mentre riuscendo a sconfiggere in breve tempo dei particolari avversari potremo ottenerne l'arma in dotazione. Essendo pur limitato e semplicistico il combat system nelle sue meccaniche non appare comunque deficitario, bensì è la scarsa (inesistente?) intelligenza artificiale nemica che non spinge affatto il giocatore ad attuare uno stile di combattimento prudente o nel ricercare combo complesse, gli unici momenti di difficoltà sono dati da una telecamera che fatica sempre a seguire l'azione lasciando spesso fuori campo il nostro principale avversario, situazioni queste che diventano frustranti contro quegli eroi in grado di infliggerci severi danni. Il comparto tecnico deve fare degli ovvi compromessi con il grande numero di unità su schermo ma anche sotto questo punto di vista ci si rende conto che poteva esser fatto un lavoro più raffinato nell'evidenziare le differenze delle varie unità e nel caso dei personaggi principali che non brillano per realizzazione e che durante le scene d'intermezzo appaiono addirittura ridicoli nella loro goffaggine. Le animazioni soffrono di alcuni problemi nel legarsi tra un attacco e l'altro infrangendo talvolta quella che dovrebbe essere un'armoniosa danza di spade e lance.

Lezioni di storia sul campo di battaglia

I campi di battaglia vantano tutti una modesta estensione, funzionale alle avanzate degli eserciti, ma una maggiore caratterizzazione per rendere più vivo l'ambiente circostante non avrebbe di certo guastato, come anche una maggiore differenziazione delle aree che spesso appaiono l'una la fotocopia dell'altra sia nell'architettura delle strutture che nella geografia del terreno. Ad accompagnare l'azione una colonna sonora composta da pezzi rock con chitarre di chiara ispirazione heavy metal; le tracce però suonano troppo brevi per la lunghezza delle missioni così che il loro ripetersi le rende presto ripetitive e poco evocative. Nel gioco è presente un'esauriente sezione enciclopedica dove sono descritti esaurientemente tramite numerose voci e addirittura una linea temporale gli eventi e i protagonisti del complesso canovaccio narrativo de Il Romanzo dei Tre Regni. Sotto questo punto di vista è innegabile l'impegno degli sviluppatori di rendere il più possibile fruibile anche ad un pubblico occidentale la narrazione degli eventi, di per sé tutt'altro che agevole.

Conclusioni

Multiplayer.it
5.6
Lettori (55)
7.9
Il tuo voto

Un nuovo Dynasty Warriors, anzi, l'ennesimo esponente di una serie da troppo tempo refrattaria a qualsiasi stimolo evolutivo. A ogni nuovo episodio il bisogno di una svolta alla saga e all'intero genere si fa sentire sempre più forte ma gli Omega Force paiono ancora una volta sordi a queste richieste. Il risultato è un prodotto che sostanzialmente non aggiunge nulla di nuovo a una formula già fin troppo abusata. La nobile base d'ispirazione narrativa non basta certo a compensare un gameplay semplicistico e ripetitivo, unito ad un livello di sfida basso e lineare per l'intera avventura. La buona longevità delle due modalità principali rappresenta senz'altro un ottimo indice di come non sia tanto la dimensione quantitativa quanto quella qualitativa a essere mancante. I soli fan storici della saga potranno rimanere tiepidamente soddisfatti da questo settimo capitolo, loro (meno insofferenti verso i difetti cronici del genere) possono tranquillamente aggiungere un punto alla valutazione finale.

PRO

  • Ottima longevità delle modalità Storia e Conquista
  • Numerosi eroi, armi e sigilli sbloccabili

CONTRO

  • Tecnicamente non fa certo gridare al miracolo
  • Gameplay pesantemente ripetitivo e semplicistico
  • Pessima gestione della telecamera