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New York in calo demografico

John Tanner è determinato. John Tanner è spericolato. John Tanner non fa sconti. John Tanner ha perso fiducia nella giustiza. John Tanner dice anche un sacco di parolacce

RECENSIONE di Michele Maria Lamberti   —   13/09/2011

Nata nel 1999 originariamente su PlayStation, la serie di Reflections (ora Ubisoft Reflections) si inseriva nel filone lanciato dai primi GTA, ponendo però l'accento dal punto di vista del gameplay sugli aspetti da gioco di guida (ovviamente arcade), mentre da quello stilistico/contenutistico sin da subito evidenti sono state le ispirazioni da quel filone cinematografico e telefilmico, dall'Ispettore Callaghan in poi, che racconta la vita e le azioni di poliziotti americani violenti e poco rispettosi delle prassi, laddove la violenza e il mancato rispetto delle regole diventano l'unico modo per risanare una società irrimediabilmente corrotta, nella quale l'illegalità più assoluta si annida proprio nelle stanze del potere. Dopo dodici anni, svariati episodi e spin-off e 16 milioni di copie vendute, nell'ottica di un rilancio dopo i recenti disastri (vedasi Driv3r) Ubisoft porta la saga sul nuovo portatile Nintendo, non rinunciando affatto - anzi, come vedremo estremizzandola - alla componente violenta e "trash", ed operando una certa semplificazione nei contenuti e nel gameplay. Sarà stata la scelta giusta?

La lunga notte di John Tanner

Dopo una vita passata come agente sotto copertura nella Polizia di New York, John Tanner, protagonista della maggior parte degli episodi precedenti, persa ormai fiducia nel regolamento (non che prima ne dimostrasse tantissima...), decide di abbandonare il corpo e di agire come "cane sciolto", alla caccia dei maggiori criminali della città seguendo stavolta solo le sue regole. Lo aiutano nella sua crociata degli ex colleghi, alcuni esponenti del sottobosco criminale con cui aveva avuto a che fare nella sua vita precedente, una ex prostituta, da lui redenta, che finirà con l'innamorarsi di lui e nientemeno che un senatore, Andrew Ballard, che vede in lui il mezzo ideale per attuare il suo progetto di tolleranza zero contro il crimine senza sporcarsi le mani personalmente. Inseguimenti spettacolari, violenza, turpiloquio e belle donne discinte accompagneranno Tanner e il giocatore contro cinque malefici boss del crimine, ognuno impegnato nelle attività più perverse che mente umana possa immaginare, dallo spaccio di droga tagliata male al commercio illegale degli organi.

New York in calo demografico

Sembra la trama di un film d'azione di serie C, ed in effetti è proprio quello che voleva fare il team di sviluppo: ma non è tanto nella semplice e banale storia che poniamo la nostra prima riserva verso il gioco, quanto nel modo in cui essa viene raccontata. Tra una missione e l'altra della Modalità Storia infatti, assistiamo a dei filmati che stilisticamente sono anche belli, a metà strada tra un fumetto e un cartone, ma che sfoggiano dialoghi poverissimi di costrutto (e ricchi invece di una volgarità e di una violenza che ci sembrano francamente esagerate, circondate come sono dal nulla) e raccontano l'avventura di Tanner senza approfondirne alcun aspetto, con l'ex poliziotto che passa allegramente da un criminale all'altro senza difficoltà, come se questi fossero tutt'altro che i malefici boss del crimine che invece sono. Una delle cose più belle degli action movie hollywoodiani, in tutta la loro semplicità, è l'immedesimazione che sempre scatta nei confronti del protagonista, e l'odio che si finisce col provare per il cattivo di turno; tutto ciò manca assolutamente nella narrativa di Driver Renegade 3D, che pure a quel genere esplicitamente s'ispira.

L'effetto 3D

Decisamente sparato verso l'alto: ve ne accorgerete sin dalle schermate dei menu, coi vari oggetti presenti nel garage di Tanner che tenderanno a sdoppiarsi piuttosto che a rientrare nella profondità dello schermo, e sarà fastidioso durante il gioco, specie quando il vostro veicolo o quelli che inseguite sono preda di fumo e fiamme. Ma basta spingere un po' verso il basso l'apposita levetta e l'effetto 3D darà il suo valido, non eccezionale, contributo alla spettacolarità dell'azione; la calibrazione "in eccesso" del 3D sembra essere un po' una costante di tutti i giochi Ubisoft finora usciti su 3DS.

Ora mi hai fatto arrabbiare!

Questo popò di trama si snoda, nella citata Modalità Storia, lungo 20 missioni che prevedono diversi obiettivi ognuna (seguire un determinato veicolo senza perderlo di vista o eliminare un altro deteminato veicolo a sportellate, fuggire dai nemici o abbatterne un preciso numero, o ancora andare alla ricerca di alcune attività commerciali in realtà sede di traffici illegali e distruggerle) ma che in fin dei conti si risolvono tutte nel guidare a velocità smodata per le strade di una New York City riprodotta certo non col massimo della precisione, ma dalle dimensioni ragguardevoli e soprattutto con le "licenze poetiche" che i programmatori si sono concessi sfruttate in favore del gameplay, con rampe, curve assassine, lavori in corso e vicoli nascosti che probabilmente non esistono nella realtà ma in ambito ludico funzionano molto bene. E bene funziona anche il controllo della macchina, molto semplice (acceleratore, freno, freno a mano e i dorsali adibiti alle sportellate) e diverso da veicolo a veicolo: ce ne sono 50 da sbloccare, distinti da 4 parametri, accelerazione, velocità, tenuta di strada e blindatura.

New York in calo demografico

Ovviamente gli incidenti sono all'ordine del giorno, sono in effetti necessari per vincere, e presto o tardi in ogni missione dovrete sfruttare uno dei garage sparsi in punti strategici dell'area di gioco; ultimo fattore da tenere in considerazione, la barra della "Rabbia", che non è altro che il classicissimo turbo e che si riempie - con conseguenti esilaranti frasi bellicose di Tanner - a ogni frenata spettacolare e ad ogni elemento del paesaggio distrutto. Certo, gli avversari non godono di un IA da Premio Nobel, la difficoltà non è costante e dopo una missione da ripetere per 4 o 5 volte magari ne arriva una che si risolve in trenta secondi, e la mappa/navigatore sul secondo schermo è evidentemente scomoda, costringendo a distogliere lo sguardo dall'azione e facendoci incappare in evitabilissimi frontali con qualche palazzo; fatto sta che il sistema di gioco, in sé, funziona benissimo: è divertente, frenetico, avvincente, in certi momenti addirittura esaltante, riuscendo a indurre l'adrenalina dei migliori inseguimenti automobilistici del cinema.

Il gameplay col buco intorno

Quello che Ubi Reflections sembra essersi dimenticata di fare è aggiungere un gioco attorno ad un nucleo centrale di gameplay semplice ma ben fatto. La Modalità Storia, che pure narrativamente non è esaltante per i problemi sopra citati, si termina per un giocatore di media esperienza nel giro di tre ore (e stiamo parlando del livello di difficoltà più elevato tra i due proposti); poi si può passare alla Modalità Carriera: sette tipologie di sfida diverse (in pratica sono gli stessi obiettivi della Storia) ognuna con 12 prove di difficoltà crescente con tanto di obiettivi e vetture da sbloccare, ma in pratica, vuoi per un'osticità mai del tutto soddisfacente, vuoi perché alla fin fine son tutte cose già viste nella Storia ma stavolta senza il mordente di una pur flebile trama a tenerle insieme, molto probabilmente la monotonia vi colpirà prima di terminare il tutto.

New York in calo demografico

A questo punto avrebbe giovato tantissimo l'inserimento di una qualche modalità multiplayer, alla quale il sistema di gioco si presta benissimo, ma tristemente non ve n'è la minima traccia, a meno che non si voglia considerare come multiplayer un poco praticabile StreetPass che non fa altro che mettere a confronto i vostri record con quelli dei giocatori incontrati per strada; si tratta a nostro avviso di un difetto imperdonabile, in quanto al giorno d'oggi un gameplay di questo tipo, divertente ma arcade in tutto e per tutto, dev'essere accompagnato da una forte spinta alla rigiocabilità, che Driver Renegade 3D semplicemente non offre. Il tutto assume ancora di più il sapore di una grossa occasione mancata alla luce di un comparto grafico che sacrifica pedoni ed altre macchine (ce ne sono, ma poche per un'area di gioco tanto grande) e mostra un notevole pop up degli edifici sullo sfondo, ma che fa il suo dovere soprattutto per quanto riguarda velocità e fluidità, assolutamente impeccabili come si conviene al tipo di gioco, e di una componente audio che si distingue per il bel doppiaggio inglese, superiore a quello italiano che però può contare su un effetto "volgarità" che non mancherà di suscitare qualche risata.

Conclusioni

Multiplayer.it
5.8
Lettori (5)
5.5
Il tuo voto

E' un vero peccato: chi ha lavorato su Driver Renegade 3D ha messo in piedi un gameplay divertente ed adrenalinico nella sua essenzialità, ma si è dimenticato di aggiungervi i contenuti. Lasciando da parte la tutto sommato perdonabile banalità di trama e dialoghi, ciò che non è affatto perdonabile è la mancanza di una qualsivoglia modalità multiplayer che supporti una giocabilità così immediata e quindi per sua stessa natura soggetta a cadere vittima della monotonia e a perdere attrattiva molto presto. Possiamo consigliare a Ubi Reflections di tenersi strette le dinamiche di gioco e riproporle (insieme magari al buon comparto tecnico) in un sequel 3DS questa volta molto più vario e ricco, e che dia la giusta importanza al gioco in multi; così com'è, ci risulta difficile valutare positivamente un gioco che offre sì divertimento, ma per poco, pochissimo tempo.

PRO

  • Veloce, immediato, adrenalinico
  • Buon comparto tecnico

CONTRO

  • Trama e narrazione di una banalità quasi esilarante
  • Monotonia in agguato
  • Zero multiplayer