6

Dove ho messo gli occhiali?

Il primo Mystery Case Files per la console Nintendo cerca giocatori molto particolari, telefonare ore pasti e chiedere del signor Malgrave

RECENSIONE di Christian Colli   —   29/09/2011

Questo è il primo Mystery Case Files per Nintendo Wii ma non è certo il primo Mystery Case Files in assoluto: Big Fish Games ne ha già prodotti altri nove, uno perfino per Nintendo DS, e la serie è abbastanza conosciuta in ambito computer da una ristretta nicchia di utenti. E' quello il target di Big Fish Games, uno zoccolo duro di fan ma sopratutto di giocatori decisamente casual, in pratica una buona fetta dei possessori di Nintendo Wii.

Dove ho messo gli occhiali?

Sviluppare un Mystery Case Files per la console Nintendo tutto sommato non è una cattiva idea: il budget del prodotto, chiaramente, non è particolarmente alto e il sistema di controllo offerto dal Wii Mote si sposta decisamente bene con i peculiari puzzle ed elementi interattivi pensati dagli sviluppatori. Sembrerebbe dunque un prodotto vincente grazie a una buona combinazione di concept, sistema di controllo e tipologia di utenti, ma l'apparenza inganna. Beh, non del tutto.

Una cura per tutti i mali

Dicevamo che questo Mystery Case Files è il decimo di una serie iniziata su PC ma non temete, non è necessario aver giocato anche gli altri per comprendere la storia di questo episodio per Nintendo Wii che in effetti è completamente stand-alone. La trama, comunque, svolge un ruolo importante e in effetti è un peccato che risulti un tantino banale e priva di mordente, considerato che l'intero gameplay ruota attorno ad essa: nei panni di un investigatore privato saremo infatti invitati su una strana isola da questo signor Malgrave che ritiene di aver scoperto una sostanza in grado di curare malattie e invecchiamento. Inutile dire che non tutto è ciò che sembra e che il nostro alter-ego ci impiegherà soltanto pochi secondi di caricamento a ritrovarsi su una barca nelle vicinanze dell'isola: è l'inizio del gioco e un brevissimo tutorial servirà a capire come "muoversi" all'interno delle varie ambientazioni.

Dove ho messo gli occhiali?

Il Caso Malgrave è fondamentalmente una sorta di "punta & clicca" e spostando il Wii Mote a destra o a sinistra potremo visualizzare l'ambiente circostante, interagire con gli elementi dello scenario, raccogliere oggetti e utilizzare la nostra borsa o altri gadget interagendo con le loro icone sullo schermo. La qualità visiva generale è discreta, le ambientazioni sono le vere protagoniste della storia e godono di una certa complessità e cura per il dettaglio, tradite però dalla bassa risoluzione grafica e da una qualità piuttosto mediocre delle texture che in molti casi fanno a pugni con tocchi di classe come effetti luminosi ed elementi animati. Gli artisti di Big Fish Studios si sono evidentemente concentrati sopratutto sugli artwork bidimensionali che costituiscono la maggior parte degli enigmi, ne parleremo tra breve ma qui vale la pena soffermarsi sul fatto che, purtroppo, Il Caso Malgrave appare fin troppo low-budget in certi momenti, sopratutto dal punto di vista tecnico, e la storia non riscatta certo queste carenze.

Un controller per trovarli tutti

Il Caso Malgrave è fondamentalmente un avventura punta e clicca basata sulla risoluzione di numerosissimi puzzle. La maggior parte di questi enigmi segue una precisa tipologia che potremmo definire come la protagonista del gameplay: in sostanza, ci ritrovereremo di fronte a una complessa immagine bidimensionale costituita da svariati elementi grafici accatastati e intrecciati tra loro. Il nostro compito sarà individuare in questo marasma gli oggetti indicati in una lista, puntandoli e selezionandoli con il Wii Mote. Non c'è un limite di tempo per riuscirci ma non è neanche possibile cliccare a casaccio sull'immagine, nella speranza che ci assista la dea bendata: servono dunque una vista aguzza e molta pazienza. Nonostante siano i puzzle principali del gioco, questi enigmi sono anche i più noiosi e ripetitivi; molto meglio giocarli in compagnia tramite la bizzarra modalità multigiocatore. Procedendo nell'avventura single-player, infatti, sarà possibile sbloccare una moltitudine di immagini in cui fino a tre giocatori dovranno individuare gli elementi della lista prima dei loro avversari o, magari, prima che scada un conto alla rovescia individuale.

Dove ho messo gli occhiali?

Si tratta di una modalità multigiocatore raffazzonata ma comunque gradevole, pensata per la nicchia di utenti a cui è diretto il titolo o alle famiglie in cerca di un passatempo videoludico dal sapore decisamente casual. Gli altri enigmi che costituiscono la struttura de Il Caso Malgrave sono indubbiamente più interessanti e intelligenti e spesso richiedono concentrazione e ingegno: sarà necessario per esempio utilizzare gli oggetti trovati nei vari scenari per interagire con l'ambiente. Il problema è che spesso mancano indizi o obiettivi che guidino le nostre azioni: ciò conduce spesso a fastidiosi momenti di stallo, costringendoci a rivisitare ancora una volta le stesse ambientazioni o, ancora peggio, a passare al setaccio la nostra borsa nella speranza di trovare l'oggetto giusto senza sapere cosa cercare.

Conclusioni

Multiplayer.it
5.8
Lettori (13)
7.9
Il tuo voto

Mystery Case Files: Il Caso Malgrave è un gioco molto particolare che piacerà soltanto a una ristretta nicchia di amanti del genere. Aldilà del target ristretto, però, il gioco di Big Fish Games rivela delle problematiche un po' più generali relative all'aspetto tecnico mediocre e alla ripetitività del gameplay, basato perlopiù su una certa tipologia di enigmi tutt'altro che avvincenti. Si nota anche un certo qualunquismo nello sviluppo di una storia decisamente banale e nell'impostazione di una struttura ludica che mantenga sempre alto l'interesse del giocatore senza frustrarlo o annoiarlo. Tutto sommato, la bizzarra modalità multigiocatore sembra perfino l'aspetto più riuscito del pacchetto.

PRO

  • Alcuni puzzle sono piuttosto intriganti
  • Modalità multigiocatore piuttosto simpatica

CONTRO

  • Tecnicamente mediocre
  • Piacerà soltanto a una ristretta nicchia di videogiocatori
  • Spesso ripetitivo e monotono