Dalla Cina con furore
Protagonista delle vicende narrate è l’agente dell’agenzia MI6 Andrew Sterling, il quale durante una missione è stato catturato e deportato in una prigione cinese. Dopo aver subito le più brutali torture mai concepite, Sterling viene incarcerato in attesa dell’esecuzione capitale, prevista per il primo dell’anno. Ecco però che il 31 Dicembre Kim, altro membro dell’MI6, s'infiltra nel carcere e riesce a far fuggire il collega sano e salvo. Una volta libero, ad Andrew viene offerto un nuovo lavoro, il quale viene accettato dall’agente nonostante la torbida esperienza passata. Inutile dire che il destino del mondo sarà interamente nella mani del nostro eroe: infatti un’organizzazione terroristica minaccia l’intera umanità con potentissime armi nucleari, e toccherà proprio a Sterling sventare il malefico piano. Sicuramente la trama di Cold Winter non è il massimo dell’originalità, presentandosi anzi come una delle più classiche “spy story”; tuttavia l’impostazione prettamente cinematografica, caratterizzata da svariate cut scenes composte da dialoghi realistici ed avvincenti, senza contare poi gli immancabili colpi di scena, rendono il plot narrativo degno d’interesse. Inoltre i fatti ci porteranno a visitare moltissimi luoghi del mondo, come il già citato carcere cinese, il gran Canyon, le terre esotiche dell'Asia, basi militari e gelide pianure.
Un inverno freddo e...armato fino ai denti!
La prima cosa da segnalare riguarda l’ampia interazione con l’ambiente circostante, che può essere paragonata a quella di Half Life 2. Sterling può sfruttare a proprio vantaggio qualsiasi cosa gli capiti a tiro: ad esempio un tavolo può tornare utile per creare un riparo contro i proiettili dei nemici, mentre bottiglie, sedie e casse possono essere lanciate contro gli avversari. Il tutto avviene in maniera semplice ed immediata, poiché quando ci avviciniamo ad un oggetto compare un menù che ci permette di selezionare l’azione da intraprendere con il materiale scelto. Altra cosa interessante è la possibilità di creare utensili ed armi combinando vari elementi trovati nei cadaveri (i nemici possono essere "perquisiti" una volta deceduti) o nei luoghi che visitiamo: se quindi abbiamo bisogno di un grimaldello per aprire una serratura bloccata, basterà accedere all’inventario, combinare gli oggetti appositi, ed ecco ottenuto ciò che desideriamo! Per quanto concerne l’armamentario di Sterling, esso si presenta davvero esteso, essendo composto da più di venti armi. Tra i mezzi di distruzione Cold Winter annovera pistole, mitragliatrici, lanciarazzi, granate, molotov, bombe fumogene, fucili di precisione, ed anche un lanciafiamme! Sfortunatamente è possibile trasportare solamente due armi alla volta, quindi è necessario fare la scelta giusta al momento giusto. Nonostante il gameplay presenti delle caratteristiche interessanti, c’è da dire che purtroppo tali elementi influiscono in maniera superficiale sull’economia del gioco. Questo avviene sopratutto a causa di un’IA dei nemici estremamente deficitaria: i terroristi spesso e volentieri si comportano da autentici tiri al bersaglio, rimanendo completamente immobili nello stesso punto in modo da costituire delle prede fin troppo facili. Perciò la maggior parte delle volte invece di costruirci ripari o usare chissà quale tattica possiamo attaccare gli avversari sempre alla stessa maniera e sopravvivere tranquillamente, salvo rare occasioni. Inoltre i medikit a disposizione sono infiniti, e d’armature se ne trovano a bizzeffe, perciò le cose si fanno estremamente semplici. Aggiungiamo a tutto ciò la ripetitività dell’azione, mitigata ben poco dagli obiettivi facoltativi proposti nelle missioni. Per quanto riguarda il sistema di controllo, si presenta nel complesso immediato ed intuitivo, anche se il fastidioso problema della mira non troppo precisa, che affligge quasi tutti i fps della Ps2, può creare qualche problemino.
Il multiplayer
Fortunatamente i programmatori hanno pensato di inserire il multiplayer, adoperabile sia offline sia online. Le modalità di gioco presenti sono 6, tra cui il classico deathmatch ed il team battle, mentre le mappe a disposizione sono ben 12. Da segnalare il massiccio numero di modelli dei personaggi selezionabili. Se non avete a disposizione un modem potete comunque giocare con gli amici usufruendo dello split screen per un massimo di quattro giocatori.
Analisi Tecnica
Il comparto visivo di Cold Winter si presenta a due facce, dove alla tante chicche si contrappone una cura superficiale d’alcuni elementi grafici. Da un lato troviamo una fisica degli oggetti ottima, dotata di buon realismo: i corpi dei nemici cadono in maniera differente a seconda del punto dove sono colpiti, ed anche gli elementi dell’ambiente circostante reagiscono agli eventi in modo verosimile (provate a vedere come si sgretolano i muri dopo un’esplosione!). Buoni anche i vari effetti grafici, soprattutto quello acqua e del fumo. Purtroppo non si può dire la stessa cosa per le ambientazioni, composte da un numero medio-basso di poligoni, poco dettagliate e spesso spigolose, mentre le texture appaiono scialbe e vistosamente datate. Il frame rate si mantiene sempre su un buon livello di fluidità, salvo qualche lieve rallentamento nelle fasi più caotiche. Riguardo al sonoro troviamo brani musicali abbastanza piacevoli da sentire, anche se poco presenti nel gioco, e degli effetti sonori sulla norma. Eccellente invece il doppiaggio, caratterizzato da voci ben calate nella parte e dialoghi conditi d’espressioni usuali della lingua parlata.
Commento
Cold Winter avrebbe potuto essere un titolo decisamente migliore di ciò che effettivamente è. La trama, seppur poco originale, mantiene comunque vivo l’interesse del giocatore, e alcune idee proposte potenzialmente sono ottime, ma essendo state mal implementate non riescono a migliorare un gameplay inficiato dalla scarsa IA dei nemici e dalla monotonia che sopraggiunge dopo qualche tempo. In ogni caso, se avete voglia disperata di uno sparatutto potreste farci anche un pensierino, senza però aspettarvi nulla d’eclatante. Peccato comunque, perché con un po’ più di attenzione il prodotto della Swordfish avrebbe sicuramente ottenuto una valutazione molto più alta.
- Pro
- Contro
Nel Dicembre 2004 approdò sul mercato Killzone, un fps etichettato da molte voci come “Halo killer”. Nonostante il prodotto della Guerilla si sia rivelato un buon titolo non è comunque riuscito a superare il titolo della Bungie, ma soprattutto ha ribadito lo scarso feeling del monolite nero con il genere degli sparatutto. Ora da Vivendi Universal arriva Cold Winter, sviluppato dalla Swordfish studios, il quale, a differenza di Killzone, ha suscitato poco clamore.