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Dark Messiah of Might & Magic - Recensione

Il Messia Oscuro è finalmente arrivato tra noi.

RECENSIONE di David Falzarano   —   08/11/2006
Dark Messiah of Might & Magic - Recensione
Dark Messiah of Might & Magic - Recensione

Fantasy abbestia

L’hype di cui sopra, oltre che grazie a mirate strategie da parte del produttore, è nato anche in modo spontaneo, perché i programmatori dietro al progetto Dark Messiah sono di tutto rispetto (sono gli sviluppatori del bellissimo quanto sottovalutato RPG in prima persona Arx Fatalis), perché il gioco utilizza il motore di Half-Life 2 e in passato è stato sponsorizzato da Gabe Newell in lardo ed ossa, perché la licenza e le ambientazioni sono quelle del famosissimo Might & Magic.
La storia narra delle vicende accadute nel mondo di Ashan, dove dopo un lunghissimo periodo di battaglie per impedire ai demoni di conquistare il territorio, uomini, elfi e nani riuscirono ad uscirne vittoriosi. Il buon esito della guerra fu dovuto soprattutto al mago Sar-Elam, che riuscì a scacciare i demoni e rinchiuderli in un limbo di fuoco eterno creato con la sua stessa anima. Col tempo, però, si aprì una minuscola falla in questa prigione spirituale, e 67 anni dopo la morte di Sar-Elam il suo discepolo Sar-Shazzar profetizzo che un giorno sarebbe nato un bambino per metà demone e per metà uomo che sarebbe stato chiamato “Il Messia Oscuro” e che avrebbe distrutto per sempre la prigione dei demoni.
E’ qui che entra in scena Sareth, il protagonista del quale il giocatore deve prendere il controllo, che si ritroverà a dover recuperare il teschio di Sar-Elam, necessario per chiudere nuovamente il limbo nel quale sono stati confinati i demoni.
L’impostazione è quella di uno sparatutto in prima persona con ambientazione fantasy e ritmi ben lontani dalla frenesia, impreziosito da una grande quantità di elementi GDR come lo sviluppo (seppur limitato) del personaggio.

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Guerriero, mago o assassino?

Per la serie "cosa farò da grande", Dark Messiah ha un sistema che permette al giocatore di guadagnare dei punti man mano che si procede con l’avventura e poi assegnarli a determinate abilità che si dividono a grandi linee in tre diverse categorie: abilità magiche, abilità di combattimento e abilità furtive.
L’utente può dunque scegliere se specializzarsi in uno di questi tre rami, diventando rispettivamente un vero e proprio guerriero, mago o assassino, oppure bilanciare il tutto e, come faceva il buon Capitan Findus con i merluzzi, prendere solo il meglio di ciascuna classe (naturalmente una cosa del genere impedisce di acquisire tutte le abilità di una specifica classe).
I combattimenti all’arma bianca sono piuttosto ben implementati e anche se per vincere gli scontri non è richiesta chissà quale abilità tattica, lo spettacolo risultante è sempre di buon livello e il divertimento non manca mai. Questi scontri, come già detto nell’hands-on, sono probabilmente quanto di più brutale si sia mai visto in un videogioco, e non tanto per la violenza in sè quanto per la dinamica e la veemenza che i personaggi poligonali riescono quasi sempre a trasmettere. [C]

Cara mia, se non fossi un gentiluomo ti pentiresti ben presto di stare affacciata lassù
Cara mia, se non fossi un gentiluomo ti pentiresti ben presto di stare affacciata lassù
Ah, l'arte moderna proprio non la capisco
Ah, l'arte moderna proprio non la capisco

[/C]

i combattimenti all’arma bianca sono piuttosto ben implementati

Dark Messiah of Might & Magic - Recensione
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Guerriero, mago o assassino?

Il tutto è poi impreziosito dalle numerose magie disponibili, che oltre a risultare piuttosto utili, donano anche una certa profondità alle meccaniche di gioco, permettendo all’utente di affrontare un combattimento in vari modi: si può optare per un attacco diretto con palle di fuoco, fulmini o quant’altro, piazzare furtivamente delle trappole e poi attirarci sopra i nemici, usare la telecinesi per sfruttare elementi dello scenario, ipnotizzare una creatura ostile per farla combattere al nostro fianco e via dicendo.
A completare il tutto arrivano la più che discreta gestione della fisica e i vari “aiuti ambientali” che i programmatori hanno disseminato per tutto il gioco, cosicché si possono far crollare statue addosso ai malcapitati di turno, sfruttare spuntoni affilati per infilzarci chi non ci va a genio, usare tavolini, casse di legno o sedie come armi da lancio, o semplicemente far volare un nemico giù da un burrone dandogli un calcio.
Come già accennato, il modo più divertente di giocare è probabilmente quello di creare una classe intermedia che possa sfruttare abilità di guerriero, mago e assassino, mescolando sapientemente le tattiche di combattimento di ognuno. Affettare a colpi di spadone un gruppetto di goblin, poi abbattere degli orchi a forza di palle di fuoco ed infine strisciare alle spalle di una guardia armata per tagliarli la gola, beh vi assicuriamo che è piuttosto divertente.
La durata della campagna single player è di circa 10-12 ore, ed agli utenti più smaliziati consigliamo di cominciare direttamente a livello difficile poiché a livello normale alcuni combattimenti sono un po’ troppo facili e poco appaganti.

Multiplayer

Il multiplayer di Dark Messiah of Might & Magic richiede l’installazione di Steam, di casa Valve. Anche qui i tempi di caricamento sono scandalosamente lunghi. Le modalità multiplayer sono: deathmatch, deathmatch a squadre, cattura la bandiera, colosseo (una sorta di arena di combattimento), crociata (una specie di counter-strike dove invece di terroristi e antiterroristi si affrontano non-morti e umani).
Nel multiplayer online si dovrà scegliere una precisa classe di appartenenza fra assassino, arciere, sacerdotessa, mago e guerriero. Le abilità di ogni classe sono numerose, e molte di esse non compaiono affatto nella modalità single player (ad esempio l’abilità di fingersi morti, il poter scoccare più frecce contemporaneamente, nuovi incantesimi e via dicendo).
Il potenziale tattico, soprattutto in alcune di queste modalità, è particolarmente interessante e fa sì che il multiplayer aggiunga una notevole dose di longevità al gioco.

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Grafica e sonoro

Dal punto di vista grafico la creatura di Arkane Studios non riesce a stupirci come ci saremmo aspettati, e pur vantando character design e aspetto artistico di qualità, presenta alcuni scenari con scarso polygon-count e texture in bassa risoluzione piazzate qua e là, a stonare con quelle più definite. L’unica cosa che spicca è l’illuminazione (nel caso possiate attivare l’HDR), che regala effetti spettacolari e garantisce una discreta iniezione di realismo agli ambienti. Nessuno si aspettava un miracolo da un motore grafico che ha ormai più di due anni, ma qualche piccolo accorgimento in più non sarebbe stato sgradito, soprattutto alla luce del fatto che le richieste hardware per godersi al meglio Dark Messiah sono sproporzionate rispetto a quanto esso offre su schermo.

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i tempi di caricamento fra un livello e l'altro sono snervanti

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Grafica e sonoro

Purtroppo i problemi riguardanti una smodata richiesta di RAM non sono stati risolti, e a meno di non avere 2 GB equipaggiati si andrà incontro ad un tempo di caricamento snervante fra un livello e l’altro, nonché a sporadici swap del disco mentre si gioca (nel caso abbiate solo 512 MB di RAM e non siate maestri della pratica Zen vi consigliamo di lasciar perdere direttamente).
Il doppiaggio italiano non si può annoverare fra i migliori mai sentiti nella storia dei videogiochi ma fa comunque bene il suo lavoro e, tirando le somme, si attesta su buoni livelli (particolarmente degne di nota la voce di Xana e quelle dei goblin, stridule e goffe). Molto evocative e di ottima fattura le musiche.

Conclusioni

Dark Messiah of Might & Magic è un gioco divertente, ben bilanciato e coinvolgente che ogni appassionato di FPS fantasy non dovrebbe farsi sfuggire, ma sotto alcuni punti di vista è anche una vera delusione: il titolo di Arkane Studios non raggiunge quegli standard grafici che sarebbe lecito aspettarsi in una produzione del genere e soprattutto è fortemente penalizzato da tempi di caricamento improponibili e da un’inspiegabile avidità di risorse hardware. In definitiva possiamo dire che al posto del Messia che tutti stavamo aspettando è arrivato semplicemente un buon gioco, capace di far passare diverse ore di divertimento ma non di rivoluzionare o aggiungere qualcosa di imprescindibile al mondo degli sparatutto in prima persona.

Pro

  • Divertente e vario
  • Ottima atmosfera fantasy
  • Buona modalità multiplayer online
Contro
  • Grafica non eccezionale
  • Richieste hardware non giustificate
  • Trama e narrazione poco ispirate

"Il Messia Oscuro è finalmente arrivato tra noi". Un cappello introduttivo del genere potrebbe sembrare scritto da una bestia di Satana incallita, che sgozza capretti e ulula alla luna, e invece no: l’attesa per questo Dark Messiah of Might & Magic è stata maturata in un clima di forte hype, con informazioni, filmati e immagini saggiamente centellinati e rilasciati con un tempismo atto a tenere sempre alto l’interesse per il titolo. Molti giocatori amanti degli sparatutto in prima persona e dei fantasy quindi, hanno fantasticato a lungo su immagini di orchi, maghi, goblin e draghi nemmeno fossero un calendario di Max, ed ora che Ubisoft ha finalmente fatto uscire il suo gioiellino (dopo un sostanzioso ritardo), è proprio il caso di dire: "finalmente".
Ma si sa che spesso un eccessivo hype può essere utile al produttore quanto controproducente per il giocatore, e le aspettative rese altissime dal bombardamento mediatico potrebbero venire, a volte più a volte meno, deluse. Sarà il nostro caso?