Anzi averne una da corsa!!!
Solo un appunto: era proprio necessario aggiungere le musiche in un titolo del genere? Per il resto si è al cospetto del migliore simulatore di guida in nostro possesso che pone il giocatore nella situazione di imparare pressoché a memoria ogni punto di ogni tracciato prima di spingersi a gareggiare veramente: arrivare terzi, con tutti gli aiuti attivati ad eccezione dell'Intelligent Braking System (IBS) è davvero un'impresa con avversari talmente ostici da apparire umani. Scordatevi l'intelligenza (stupidità?) artificiale dei precedenti titoli, gli avversari non scompaiono all'orizzonte una volta passati, basta prendere di traverso una curva o decelerare un po' troppo e ci si trova con una posizione in meno in un baleno. Anche in questo caso però non è possibile esimersi da critiche: spostandoci sul cordolo delle curve gli avversari tentano di superarci persino sull'erba senza scomporsi nemmeno per un po', mentre a noi, come dovrebbe essere, il minimo che ci può succedere è un drastico calo di velocità. Altro appunto: a dieci centimetri dal muro riescono quasi a superarci fregandosene altamente dell'impenetrabilità dei corpi. Altra nota dolente: come in molti altri titoli analoghi le auto non si scalfiscono neppure. Un vero peccato, ciò avrebbe comportato un livello di realismo unico ed avrebbe reso il titolo SEGA praticamente perfetto. Per il resto F355 è il sogno di ogni appassionato di titoli automobilistici.
Averne una in cala 1/18!!!
Attenzione però, l'aggettivo appassionato non è stato scelto a caso, di vera passione si parla, i giocatori casuali saranno tentati di distruggere il pad dopo un'ora di gioco dato l'elevato livello simulativo del titolo in questione. Inutile cercare di giocare senza le assistenze (escluso il già citato IBS) per i primi giorni; ciò consente, infatti, di capire quali aiuti vengono attivati (una curva presa un po' troppo veloce e lo StabilityControl lampeggerà) per poi passare ad una guida totalmente manuale. E' questo il punto d'arrivo del titolo SeGa, perché F355 non è un gioco, è "guidare", dal vero. In conclusione, a mio modo di vedere, la conversione eseguita è stata senz'altra ottima, l'unica cosa che, in effetti, manca è un volante simil pc che consenta di "sentire" la macchina, che permetta di capire quando si è arrivati al limite. A tal proposito il volante Madcatz a mio parere è la scelta peggiore, "plasticoso" e "molle" all'inverosimile, suggerirei di provare il volante Ferrari (tanto per rimanere in tema) di Guillemot.
prova
Avere una Ferrari!!
Tralasciando i tre schermi e l'ottimo volante, il gioco è pressoché identico alla controparte da sala, comprese (almeno inizialmente) le poche piste a disposizione. La novità (a parte gli inevitabili set-up del caso) è rappresentata dalla possibilità di ottenere condizioni di visibilità differenti (e non, purtroppo, diverse condizioni meteo) attivando l'opzione "magic weather" che consente di ammirare tramonti impermeati di rosso e cieli carichi di pioggia, ma nulla più. Altra novità è poi la possibilità di gareggiare su tutti i circuiti nella modalità championship che, pur non portando, di fatto, nulla di nuovo, aggiunge un po' di spessore ad un titolo che nella modalità arcade permetteva di disputare gare slegate le une dalle altre; ma è la componente visiva che, prima fra tutte, balza agli occhi del giocatore appena avviato il gioco. La grafica, infatti, è senza dubbio la migliore mai apparsa su qualsiasi sistema casalingo, anche l'ottimo Gp3 di Crammond non appare all'altezza di reggere il confronto del titolo SeGa impreziosito da texture di ottima fattura e da solidissimi poligoni che delineano le costruzioni adiacenti il tracciato e le auto rivali senza mai perdere il benché minimo poligono neppure nelle situazioni più caotiche. Pure il frame-rate è ad altissimi livelli: sessanta quadri al secondo senza neppure una sbavatura, in partenza come nelle uscite dalle curve ed anche nelle situazioni che comportano tamponamenti a catena, tutto perfettamente fluido. La profondità del campo visivo poi, appare ottima e rarissimi sono i casi nei quali gli oggetti appaiono all'improvviso; a memoria un albero nel lungo rettifilo del circuito di Monza e le ringhiere a Suzuka prima della lunga curva che immette nella chicane finale. Molto curato anche il design delle piste con sapiente utilizzo delle texture e dei colori, veramente realistici, ad eccezione delle piste bonus dove i colori usati, troppo violenti, denotano un evidente distacco nella cura realizzativa. Buono anche il sonoro, assolutamente in linea con la realizzazione del titolo.