Flipper e modalità di gioco
Una volta entrati nella sala giochi virtuale di Gottlieb Pinball Classics, avremo la possibilità di cimentarci nella “Sfida della Gottlieb”, fare qualche partita di allenamento oppure indire un torneo a cui possono partecipare diversi giocatori (a turno). La modalità principale è la sfida, in cui passeremo da un flipper all’altro in ordine di difficoltà, con l’obiettivo di superare un determinato punteggio con i crediti a nostra disposizione. Settare nuovi record e andare avanti nel gioco ci permetterà di guadagnare dei gettoni, spendibili poi per “allenarci” con gli altri flipper presenti in sala. Ad ogni modo, ecco una panoramica dei classici con cui potremo cimentarci…
Genie (1979)
Chiaramente ispirato al telefilm “Vita da strega”, Genie è un po’ un precursore dei tempi, in quanto la sua struttura non suggerisce in alcun modo la sua età. Si tratta di un flipper molto bello esteticamente, in cui prevalgono le tonalità di giallo, dotato di ben cinque palette: due piccole superiori, una laterale a metà e le due standard in basso. La peculiarità di questo apparecchio è che le palette piccole sono disposte in modo da formare un flipper a sé stante, dunque con un po’ di pratica si riesce a tenere la pallina in quell’area per un tempo sufficiente a totalizzare un gran numero di punti.
El Dorado and the City of Gold (1984)
La grafica di questo flipper si rifà in modo chiaro ai film di Indiana Jones, e gli artisti che lo hanno concepito hanno pensato di utilizzare varie tonalità di verde per rappresentare la vegetazione ma anche pietre antiche e manufatti. Una scelta sbagliata, purtroppo, in quanto tutto diventa confusionario e c’è poco contrasto fra le parti rialzate e il “tappeto”, con risultati drammatici a livello visivo. La disposizione degli elementi, inoltre, non predilige in alcun modo la giocabilità, con la sola nota positiva rappresentata dall’innovativo “chiodo” centrale fra le due palette in basso, che ci permette di salvare la pallina dall’eliminazione qualora questa scenda centralmente. Sempre che si abbiano i riflessi di non azionare le palette in quel frangente…
Black Hole (1981) ed Ace High (1957)
Black Hole è flipper di grande rilevanza storica, in quanto è stato il primo a costare 50 cent e dunque a rappresentare una fonte di guadagno non indifferente per i gestori delle sale giochi che lo ospitavano. Purtroppo le caratteristiche dell’apparecchio non giustificano in pieno tutto ciò, e Black Hole si rivela un flipper modesto e non molto divertente. Il colore nero, utilizzato chiaramente per rappresentare lo spazio aperto, conferisce all’apparecchio un aspetto spento e triste, laddove macchine del genere da sempre sono contraddistinte da colori sgargianti.
Per essere un apparecchio del 1957, Age High mostra invece delle caratteristiche di tutto rispetto. Molto simpatico graficamente, con il tema del casinò che conferisce colore e allegria, si tratta di un flipper dotato di grandi elementi di rimbalzo posti nella parte superiore, che di fatto tengono in ostaggio la pallina per molto tempo e che sono in grado di far totalizzare molti punti. Il problema è che il resto un po’ manca, e la palla troppo spesso finisce per cadere nelle corsie laterali esterne, finendo inevitabilmente per essere persa.
Big Shot (1974), Central Park (1966) e Play-Boy (1932)
Tre flipper diversi per tema e realizzazione grafica, contraddistinti però da una certa difficoltà e dalla mancanza di elementi di spicco. Il primo si rifà al gioco del biliardo, con verde e marrone predominanti e le palette disposte in modo abbastanza distante, tanto che risulta fin troppo facile perdere la pallina per puro caso. Il secondo è più allegro grazie all’uso di colori caldi, ma risulta ugualmente ostico e poco divertente. Il terzo, Play-Boy, risale addirittura al 1932 e difficilmente può essere classificato come flipper, in quanto presenta un gran numero di palle che vanno collocate all’interno di buche corrispondenti a carte da poker, utilizzando la pedala oscillante.
Goin’ Nuts (1983) e Victory (1987)
Anche in questo caso due flipper sostanzialmente diversi, appartenenti entrambi agli anni ’80. Il primo, Goin’ Nuts, è stato inserito per la sua particolare storia: la produzione dell’apparecchio fu bloccata fin da subito per i costi troppo alti, e così ne furono realizzati solo dieci. Ovviamente si tratta di un pezzo da collezione, davvero particolare per la frenesia dell’azione: vi troverete a gestire un sacco di palline contemporaneamente, dunque alcune fasi di gioco si trasformeranno in una festa di rimbalzi capaci di farvi totalizzare dei punteggi altissimi.
Victory è certamente meno raro, ma si tratta forse del flipper più divertente ed appassionante presente in questa raccolta. Ispirato al mondo delle corse, è contraddistinto dai numerosi effetti sonori e di luce, da una grafica molto ben fatta e dalla presenza di numerose varianti a più piani, che porteranno la pallina a finire talvolta in una sorta di mini flipper superiore, talvolta all’interno di gallerie veloci. Davvero carino.
Teed-Off (1993) e Strikes n’ Spares (1995)
I due apparecchi più recenti di Gottlieb Pinball Classics. Il primo è un flipper classico, dalla grafica discreta, contraddistinto come Victory dalla presenza di numerose gallerie e piste alternative, che a livello di giocabilità fanno davvero la differenza. Strikes n’ Spares è invece un prodotto atipico, in quanto non può essere definito un flipper standard e si rifà al gioco del bowling. È possibile cimentarsi in tre differenti modalità di gioco, ma in ogni caso ciò che conta è colpire i birilli che si trovano al centro della parte superiore del tavolo. Per farlo bisogna azionare una delle palette, far scendere una palla e lanciarla al momento giusto: il risultato è entusiasmante, sebbene molto diverso da ciò a cui gli altri apparecchi ci avevano abituato.
Realizzazione tecnica
Il nuovo prodotto di System 3 non presenta differenze rispetto alla versione PSP, eccezion fatta per la maggiore risoluzione di PS2. Ogni flipper può essere giocato utilizzando diverse visuali, anche se non esistono scelte universalmente valide e si finisce per cercare la stessa soluzione con ogni apparecchio, in modo da avere un maggiore controllo sulla pallina.
La grafica è molto ben fatta e la gestione dei poligoni è fluida e senza incertezze. È da notare la cura con la quale tutti gli apparecchi sono stati riprodotti, anche quelli extra (Xolten e Love Meter), sia a livello grafico che sonoro.
Commento
Ci troviamo di fronte a un ottimo prodotto “celebrativo”, venduto a un prezzo appropriato vista la particolare utenza cui si rivolge. Gottlieb Pinball Classics è ben programmato, riproduce un gran numero di flipper in modo assolutamente fedele e rappresenta un’ottima occasione per rivivere le giornate passate in sala giochi. C’è anche da tener presente che flipper per PS2 non se ne trovano molti, dunque seppure la versione PSP sotto il profilo della fruizione sia più azzeccata (il gioco si presta a sessioni brevi), anche questa conversione ha un senso e una dignità propria. Se vi piacciono i flipper e volete fare un viaggio nel tempo, accomodatevi pure…
- Pro:
- Riproduzione fedele dei flipper
- Molto ben programmato
- Ottimo rapporto qualità/prezzo
- Contro:
- Non tutti gli apparecchi sono all’altezza
- Solo per appassionati
Dopo la versione PSP, Gottlieb Pinball Classics arriva anche su PS2 e ci permette di rivivere le emozioni delle sale giochi classiche al comando di ben undici flipper, selezionati e inseriti in questo titolo per la propria importanza storica e per le caratteristiche peculiari. Prendete qualche gettone, dunque, e preparatevi a un viaggio indietro nel tempo, attraverso la storia di uno dei produttori di flipper più importanti del mondo.