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GUN - Recensione

Neversoft riporta il selvaggio West sugli schermi: sarà un ritorno trionfale?

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   24/11/2005
GUN - Recensione
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Wild Wild West

Sin dalle primissime battute, risulta evidente come Gun sia un titolo estremamente story-driven, forte di un plot magari non originalissimo ma decisamente ben scritto e capace di accorpare in sé i temi più forti dell’immaginario western. Il titolo Neversoft narra le vicende di Colton White, abile e taciturno pistolero la cui relativamente tranquilla vita da cacciatore viene sconvolta durante una normale giornata di “lavoro”. Imbarcatosi su un battello a vapore assieme al padre Ned per accompagnarlo nella conclusione di un misterioso affare, Colton si ritrova nel bel mezzo di un violento arrembaggio, dal quale riesce a malapena a fuggire grazie proprio all’intervento di Ned, ucciso poco dopo da una terribile esplosione. Assetato di vendetta, il nostro eroe si dirige così verso Dodge City, seguendo le ultime indicazioni fornitegli dall’anziano genitore. Da queste premesse si sviluppa la convincente storia di Gun, un’avventura ricca di personaggi ben delineati e di situazioni da tipico film western, tutte descritte da una notevole mole di godibili sequenze in real-time. Paradossalmente, lo storyline si rivela l’aspetto meglio riuscito di Gun ed allo stesso tempo il suo più grosso limite.

Paradossalmente, lo storyline si rivela l’aspetto meglio riuscito di Gun ed allo stesso tempo il suo più grosso limite

Wild Wild West

La trama si sviluppa infatti in maniera davvero impeccabile a livello di numero e varietà dei personaggi, di qualità delle cut-scenes, di coinvolgimento dell’utente e di amalgama con i vari elementi di gameplay; ma ha anche il difetto di rivelarsi troppo breve e a tratti anche sbrigativa, lasciando l’utente sostanzialmente a bocca asciutta dopo poco più di sei ore di gioco. Questo il tempo sufficiente a completare Gun seguendo esclusivamente la storia principale e curandosi poco delle numerose sotto-missioni messe a disposizione da Neversoft. Sotto-missioni che, per quanto apprezzabili e capaci di variegare un po’ l’esperienza di gioco, si rivelano a conti fatti piuttosto poco ispirate, oltre che quasi inutili a livello pratico (i soldi e i bonus guadagnati incidono in maniera impercettibile sull’andamento dell’avventura). Non solo le subquests, ma anche diversi elementi quali armi, oggetti e perfino situazioni di gioco in Gun sembrano essere state inseriti tanto per fare numero, contribuendo ad instillare nell’utente la sensazione di trovarsi davanti ad un prodotto per certi versi incompleto. Fortunatamente, la qualità e l’intensità dell’azione racchiusa nel prodotto Neversoft riescono a sopperire per gran parte a queste sue mancanze.

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Nord Sud Ovest Est

Grossolanamente descritto da alcuni come una sorta di GTA western, Gun è in realtà un “semplice” action game in terza persona inquadrato in un scenario quasi interamente free-roaming e trainato da due elementi di sicuro appeal: sparatorie e violenza. Riguardo al primo aspetto, il prodotto Neversoft svolge il compito in maniera più che egregia, offrendo all’utente la possibilità di cimentarsi in concitati scontri a fuoco a base di coltelli, pistole, doppiette e fucili di precisione fino ad arrivare a strumenti offensivi più pittoreschi quali archi e candelotti di dinamite. La ricchezza dell’arsenale è un riflesso delle diverse situazioni di combattimento offerte dal gioco, che spaziano da violenti scontri frontali a passaggi quasi stealth più adatti allo sniping. L’enfasi è comunque posta sul confronto diretto, come dimostra la presenza della modalità Quick Draw: armato dei suoi due revolver, Colton entra in una sorta di bullet time fornito di puntamento automatico, i cui devastanti effetti sono limitati da un indicatore che si riempie a suon di uccisioni.

La ricchezza dell’arsenale è un riflesso delle diverse situazioni di combattimento offerte dal gioco

Nord Sud Ovest Est

Una corposa parte dell’esperienza ludica è composta poi dalle sezioni a cavallo, decisamente divertenti e ben implementate: il controllo dell’animale risulta convincente (azzeccata in particolare la presenza di una barra rappresentante l’energia della bestia, che non può quindi essere spronata all’infinito), così come le missioni che si è chiamati ad affrontare in questo ambito, la cui natura varia da inseguimenti conditi da frenetiche sparatorie fino a vere e proprie chicche western come quella riguardante l’assalto di un convoglio in corsa. Solido e sufficientemente vario, il gameplay di Gun mostra il fianco in merito al livello di difficoltà, che avrebbe potuto essere meno accondiscendente considerata anche la brevità dell’avventura. Desta qualche dubbio poi l’impronta “estrema” data da Neversoft alla propria rappresentazione del West: oltre ad una violenza visiva e verbale spesso del tutto gratuita, non convincono il design di alcuni personaggi e scenari e la trattazione di qualche passaggio dello storyline, talmente sopra le righe da risultare ridicoli. Questioni stilistiche a parte, comunque, la cosmesi di Gun svolge bene il proprio compito, pur senza mai impressionare: a fianco di una ottima e vivida riproduzione dello scenario si trovano modelli poligonali un po’ spigolosi ma realisticamente animati, sia in game sia durante le cutscenes. Pollice su anche per gli effetti di luce e il sapiente utilizzo della fisica ragdoll, elementi che contribuiscono non poco a rendere spettacolari i vari scontri a fuoco. Da sottolineare infine la notevole qualità del comparto sonoro del prodotto Neversoft, con un eccellente doppiaggio in inglese (fortunatamente lasciato intatto nell’edizione italiana) ed una selezione di musiche evocative, azzeccate e rispettose della tradizione western.

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Multipiattaforma

Disponibile per PS2, Xbox, Gamecube e PC, Gun si dimostra un prodotto decisamente democratico, in quanto non presenta grosse differenze tra le varie versioni. In ambito console –come al solito- il titolo Neversoft appare più pulito su Xbox, ma al di là di questo le tre incarnazioni non si segnalano per significative oscillazioni qualitative tali da giustificarne l’acquisto di una rispetto all’altra. La migliore resa cosmetica si ha sicuramente sui PC più aggiornati, mentre a livello di sistema di controllo, Gun si lascia giocare indifferentemente bene su qualsiasi piattaforma.

Commento finale

Gun si rivela a conti fatti un buon titolo nell’ambito degli action game in terza persona e sicuramente uno dei migliori exploit videoludici del genere western, complice tuttavia una concorrenza davvero poco numerosa. Apprezzabile ma non stupefacente dal punto di vista tecnico e divertente ma non esaltante sotto il profilo del gameplay, Gun riesce sì ad imporsi come un prodotto di notevole fattura (grazie anche ad uno storyline appassionante) ma conferisce anche l’idea di un titolo non del tutto equilibrato, penalizzato inoltre da una longevità piuttosto ridotta. Ciò detto, Gun rimane comunque un gioco caldamente consigliato agli amanti del western, e più in generale a chiunque sia alla ricerca di un solido action game.

Pro

  • Gameplay divertente e frenetico
  • Coinvolgente background narrativo
  • Buona realizzazione tecnica
Contro
  • Avventura principale assai breve
  • Livello di difficoltà basso
  • Incompleto sotto alcuni aspetti

Non si può certo dire che il genere western rivesta un ruolo dominante all’interno dei panorami televisivi, cinematografici e videoludici odierni. Anzi, se non fosse per alcune uscite peraltro davvero sporadiche, si potrebbe quasi affermare come le polverose vicende di pistoleri e banditi siano ingloriosamente cadute nel dimenticatoio. Proprio per questo motivo, l’annuncio da parte di Neversoft di un suo progetto riguardo ad un action game in terza persona ambientato nel vecchio West ha destato non poca curiosità, anche per il particolare background della software house statunitense, universalmente conosciuta per il suo lavoro sulla serie di Tony Hawk. Alla luce di questi fatti, lo sviluppo di Gun è stato quindi seguito con notevole interesse: vediamo ora se le il prodotto finale sia effettivamente in grado di far fronte alle aspettative.