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Innocent Life: A Futuristic Harvest Moon - Recensione

Ancora una volta c'è da rimboccarsi le maniche, tirare fuori zappa e vanga ed avviare una fattoria. Sarà ancora divertente, o la luna del raccolto ha concluso il suo ciclo?

RECENSIONE di Ludovica Lagomarsino   —   16/05/2007
Innocent Life: A Futuristic Harvest Moon - Recensione
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Voglio diventare un ragazzo vero!

Questa volta, però, Marvelous Interactive ha deciso di andare a sondare terreni ancora non coltivati, ambientando questo nuovo capitolo della saga, concepito e sviluppato per inserirsi al meglio sulla piccola portatile Sony, in un futuristico mondo dove l'agricoltura è ormai in crisi e la sagra del raccolto minaccia di non poter essere svolta. A salvare le sorti della tradizione agreste sarà il nostro giovane protagonista, con indosso i panni a noi ormai abituali sotto i quali si nasconde, però, un'inconsueta presenza. Con un parallelismo inevitabile con la celebre fiaba di Collodi, Pinocchio, ci troviamo infatti a gestire un robot creato da un simpatico vecchietto che non può non ricordare il caro, ingenuo Mastro Geppetto. Il robot, infatti, dalle ovvie sembianze di ragazzo, acquisirà una serie di attributi che verranno innalzati in maniera simili ai punti esperienza degli RPG classici, anche se in automatico allo scattare di giorni e livelli, che lo porteranno sempre più vicino alla sospirata umanità. E chissà che una mattina, svegliandoci, invece di trovare nuove piantine e frutti dai nostri alberi non scopriamo di essere diventati un ragazzo vero! O almeno a quanto sia più possibile avvicinarcisi. Ma tempo al tempo: per cominciare il nostro padre-creatore, il Dr. Hopes (guarda là, la speranza ci mette sempre lo zampino), ci manderà alle vecchie rovine, dove prenderemo dimora e cominceremo la nostra opera di bonifica e coltivazione. Perchè, vi chiederete? Beh, la risposta risiede nella perdita della capacità, da parte degli esseri umani, di coltivare la terra e curare le fattorie senza l'ausilio di mezzi elettronici e robotici, senza la tecnologia moderna, insomma. Ed in questo mondo ormai dissociato dalle dimenticate realtà tradizionali sarà un paradosso a segnare il passo del tempo: un robot che recupererà la sua umanità dimostrando di poter coltivare la terra come farebbe un uomo.

Innocent Life: A Futuristic Harvest Moon - Recensione
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Rovine da riportare alla vita

La prima fase del gioco, una volta concluse le sequenze introduttive iniziali che avremo modo di gustare una volta inserito il nostro UMD all'interno della PSP, ci accompagnerà in una sorta di tutorial, attraverso il quale avremo modo di comprendere i controlli e la struttura del gioco. Struttura assai semplice, come caratteristico della serie, che ci vedrà svolgere i soliti compiti su uno sfondo insolito, ma mantenendo la sostanza caratterizzante della vita di Harvest Moon. Nelle rovine avremo una stanza per riposare, un televisore attraverso il quale seguire lezioni di cucina, le previsioni del tempo ed ogni altra sorta di indicazione utile per un buon contadino/allevatore quale vogliamo diventare e, naturalmente, la cucina stessa, attraverso la quale preparare piatti che, pur non servendo per nutrire un robot, avranno lo scopo di comprendere maggiormente le emozioni di un'agognata umanità. E contribuiranno a far crescere in nostri punti esperienza, per inciso. Da lì accederemo al piano superiore, una vera e propria terrazza coltivativa, dove come di consueto dovremo pulire il terreno da sassi, erbacce e legname per renderlo coltivabile e dunque preparare la terra per ricevere i semi che, una volta innaffiati e curati, produrranno fiori e ortaggi. I prodotti che ricaveremo dalla terra potranno poi essere venduti al mercato del paese vicino, dove potremo anche acquistare attrezzi, semi ed ogni sorta di oggetto che possa esserci utile per aumentare il livello della nostra esperienza di fattore.

Innocent Life: A Futuristic Harvest Moon - Recensione
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Caverne da esplorare

Le prime ore di gioco passeranno apprendendo le dinamiche di base, che ci vedranno comprendere quali semi piantare per ogni stagione, in che modo aver cura delle nostre piante e, non ultimo, ci vedranno accumulare quella base di denaro che ci sarà indispensabile per gettare le fondamenta della futura carriera di allevatore, che dovrà passare attraverso l'acquisto di strutture adeguate nelle quali ricoverare i nostri animali per poi passare all'acquisto degli animali stessi, del cibo con cui nutrirli e degli attrezzi con i quali accudirli. Ad affiancare le tradizionali attività che la serie ci presenta, avremo però una serie di elementi inediti. Il territorio sul quale il gioco viene ad ambientarsi è un'isola, che potremo esplorare in virtualmente ogni suo angolo. Girovagando sul territorio incontreremo una serie di piccole caverne, sparpagliate su tutta l'isola, che all'inizio del gioco saranno sigillate da un misterioso potere. Più avanti, grazie anche all'acquisto di strumenti avanzati, questi misteriosi pertugi diverranno accessibili mandandoci così alla scoperta di minerali e pietre preziose oltre a vari altri misteri. Tutto questo non fa altro che aumentare una giocabilità già comprovata del titolo, motivando il giocatore a riprenderlo con piacere e portarlo avanti attraverso ulteriori ore di gioco. Questi elementi, affiancati alle caratteristiche date dall'inserimento dei parametri da aumentare del nostro personaggio, rappresentano un sicuro valore aggiunto che rendono il titolo probabilmente una delle più riuscite rivisitazioni di un brand che aveva certamente necessità di essere un pò "svecchiato". Purtroppo, però, resta da dire che l'implementazione sarebbe potuta avvenire in maniera un pò più dettagliata, ad esempio lasciando al giocatore la possibilità di gestire la crescita dei punti attributo che non possono essere assegnati manualmente ma vanno ad aumentare in maniera automatica via via che procediamo in esperienza. Restano tuttavia estremamente graditi e di certo permettono una rigiocabilità davvero buona.

Innocent Life: A Futuristic Harvest Moon - Recensione
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Commento

A Futuristic Harvest Moon si inserisce di dovere come uno degli episodi più riusciti della serie, grazie anche ad un impatto grafico estremamente gradevole sulla portatile Sony e ad una scelta stilistica simpatica e ricca, dal carattere futuristico, che rinnovano il brand. Tecnicamente il gioco è estremamente fruibile, grazie ad un sistema di comandi semplice quanto immediato, buoni tempi di caricamento e un'ottimizzazione dei tempi di gioco che ci permettono di non incontrare tempi morti o corse affannose e frustranti attraverso lo svolgersi della giornata. Gli elementi classici della serie sono stati arricchiti da elementi RPG ed una storia di background ricca e ben strutturata. Ci sono alcune incertezze nello scorrere dei livelli che a volte posso causare periodi stanchi, così come alcune implementazioni, come il sistema della crescita dell'umanità, potevano essere rese più gestibili direttamente dall'utente. Nonostante questi difetti veniali resta sicuramente un must have per tutti gli appassionati della serie, ed un ottimo modo per fare la sua conoscenza per i nuovi utenti.

Pro

  • Elementi classici e nuovi perfettamente implementati
  • Sistema di avanzamento esperienza
  • Storia e ambientazioni originali
  • Grafica gradevole e simpatica
Contro
  • Punti esperienza non gestibili dall'utente
  • Le meccaniche di gioco possono stancare

Oh, mia Dea del raccolto...

La serie di Harvest Moon ha imperato, negli ultimi anni, fra tutti coloro che amano intraprendere simulazioni di bucolica vita di fattore. La serie, infatti, che deve il nome alla luna del raccolto, affonda le sue radici in un mondo idilliaco e fiabesco fatto di campi da curare, animali da accudire e relazioni sociali semplici da far maturare, proprio come i frutti degli alberi che pianteremo nel nostro terreno. Elementi, quelli appena elencati, che nella vita reale hanno un peso ed una consistenza tutt'altro che semplice ed idilliaca ma che, nel contesto creato da Marvelous Interactive, si spogliano di ogni carico di fatica e dolore per presentarsi a noi nella loro veste migliore, quella romantica che solo la vita frenetica dell'uomo cittadino può desiderare di abbracciare. In questa visione romantica siamo stati abituati a gioire dei frutti del nostro operato, ad asciugare l'assolutamente virtuale sudore della nostra fronte dopo aver passato la giornata rompendo sassi, tagliando legna, arando e innaffiando le giovani piantine, per infine dedicarci al corteggiamento della nostra futura sposa, tirare una pallina al nostro cane e deliziarci con gli spiriti del raccolto e la relativa, immancabile, Dea dello stesso. La saga si è dipanata negli anni senza mai perdere questa sua principale caratteristica e pur con una serie di variazioni sul tema, come ad esempio quella "for girls" di dubbio significato, segnando un appuntamento fisso con la nostra fattoria, il nostro campo, il nostro mondo sotto il cielo del buon raccolto.