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Layers of Fear 2, la recensione

I ragazzi di Bloober Team tornano sul luogo del delitto con un sequel, Layers of Fear 2, che cerca di essere ancora più spaventoso. Questa è la nostra recensione.

RECENSIONE di Luca Olivato   —   24/05/2019

Siete alla ricerca di un survival horror che metta a repentaglio le coronarie? Volete mettere alla prova l'ammortizzatore della nuova sedia gaming con esagerati salti di paura? Avete fatto scorta di carta igienica? Qualunque sia la categoria a cui appartenete, avete aperto la pagina sbagliata: Layers of Fear 2, seguito di un indie uscito a fine 2016 che, grazie anche alla complicità di un generoso giveaway di Humble Bundle, è entrato nel circuito dei giocatori d'essai, non è affatto il tipo di gioco che vi aspettate, sebbene il titolo possa trarre in inganno. Gli strati della paura sono quelli di un artista che, a causa di un passato difficile, rischia di perdere la ragione. Siamo quindi di fronte a un thriller psicologico che punta le carte sulla sceneggiatura, su una scenografia che ricorda i diorami e sugli effetti sonori che, come da tradizione, rappresentano il pilastro più importante del terzo gioco dei polacchi Bloober Team. Seguiteci mentre vi spieghiamo nel dettaglio quali sono gli elementi principali di questo sequel nella nostra recensione.

Idea vincente non si cambia (troppo)

Se nel primo Layers of Fear il giocatore vestiva i panni di un pittore sull'orlo della follia, in questo sequel il punto di vista è quello di un famoso attore imbarcatosi sul transatlantico Icarus per girare un kolossal hollywoodiano nel bel mezzo dell'oceano. L'idea di passare diversi giorni su una nave non lo entusiasma, ma il suo agente è convinto che il gioco valga la candela e lo persuade ad intraprendere il viaggio ignaro delle conseguenze che potrà riservare. L'avventura inizia in una cabina, dove si torna al termine di ciascuno dei cinque atti che compongono il gioco. Un proiettore, inizialmente vuoto, servirà a visualizzare i fotogrammi raccolti durante i capitoli, mentre le pareti si arricchiranno delle locandine dei film a loro volta sparse negli angoli più disparati. Tutti tasselli di un puzzle che permettono di farsi un'idea più chiara dei motivi che causano tanta pena d'animo del protagonista. I primi minuti si passano girando tra i corridoi e le stanze deserte di questo parente del Titanic, raccogliendo alcuni oggetti, ritagli di giornale, appunti che raccontano le parti di una storia. Spesso delle voci fuori campo aiuteranno a capire quello che è successo; altre volte ci saranno degli automi meccanici, apparentemente immobili, a riprodurre grossolanamente scene del passato o stati emotivi di James.

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Per quanto sia ambientato esclusivamente a bordo dell'Icarus (laddove il capostipite si svolgeva all'interno di una villa), Layers of Fear 2 vanta una notevole varietà di location, tutte accomunate dagli spazi stretti e claustrofobici caratteristici di una nave da crociera del primo Novecento. Si scoprirà ben presto che la struttura dell'imbarcazione funge solo da innesco per scandagliare i meandri più reconditi della mente umana, in una sorta di dantesca discesa agli inferi, dove i primi livelli sono quelli più simili, per architetture e tonalità di colore, alla realtà quotidiana, per diventare man mano sempre più contorti e monocromatici. I disegnatori hanno sfruttato l'ambientazione storica (a cavallo tra gli anni Trenta e Quaranta) per ispirarsi ai classici senza tempo del cinema a stelle e strisce. Gli omaggi sono presenti ad ogni piè sospinto; noi abbiamo trovato riferimenti a 2001: Odissea nello spazio; Il mago di Oz; Viaggio nella Luna; Alice nel Paese delle Meraviglie, ma siamo certi che gli amanti del cinema sapranno scovarne altri.

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Door simulator

Dal punto di vista del gameplay vero e proprio Layers of Fear 2 non apporta sostanziali migliorie rispetto al predecessore che si era guadagnato il poco invidiabile appellativo di door simulator: all'atto pratico l'attività principale rimane proprio quella di aprire le porte. Per rendere un po' più movimentata l'esplorazione, innalzando così anche il livello di suspence, gli sviluppatori hanno inserito degli escamotage tecnici ben riusciti. Uno degli esempi tipici è il seguente: si raggiunge la porta alla fine di un corridoio; provando ad aprirla si scopre che è chiusa, ma voltandosi indietro ci si rende conto che l'ambientazione è cambiata e che ci sono nuove vie d'uscita da percorrere. La linea immaginaria che conduce al livello seguente è intuitiva e non si corre praticamente mai il rischio di perdersi, ma ci sono alcune stanze "segrete" (o per meglio dire poco evidenziate), che meritano di essere scovate perché contengono indizi che rendono la storia più intellegibile.

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Fortunatamente in questo thriller psicologico non si aprono solo le porte: certi passaggi richiedono di fuggire da un'ombra che ci perseguita sin dai primi minuti (si tratta delle sequenze dove la tensione raggiunge i picchi massimi, pur senza diventare insopportabile), o di evitare dei fasci di luce che, colpendo il giocatore, lo costringono a ripetere la sequenza. Ci sono anche alcuni puzzle di semplicissima risoluzione; del resto non ci si poteva attendere molto di più da un titolo che decide di privarsi dell'inventario (che nella mappatura dei tasti dovrebbe essere consultabile, anche se all'atto pratico non funziona) e che, per sua stessa natura, si sviluppa all'interno di camere dalle metrature ridicole. Non mancano nemmeno delle "sliding door" (perdonate il gioco di parole): situazioni circostanziate in cui scegliere tra due percorsi - il secondo dei quali non sempre intuitivo - indirizzando in questo modo l'esito finale.

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Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Sistema Operativo: Windows 10 Pro 64 bit
  • Processore: AMD Ryzen 7 2700X
  • Scheda video: NVIDIA GeForce RTX 2800
  • Memoria: 16 GB di RAM

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows 7 64 bit
  • Processore: Intel Core i5-3470 (3.2 GHz) o AMD A8-7600 (3.1 GHz)
  • Memoria: 5 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 750 Ti o AMD Radeon R7 265
  • DirectX: Versione 11
  • Memoria: 14 GB di spazio disponibile
  • Scheda audio: DirectX 11.0 compatibile

Requisiti consigliati

  • Sistema operativo: Windows 10 64 bit
  • Processore: Intel Core i5-6500 (3.2 GHz) o AMD Ryzen 5 1600
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 1070 o AMD Radeon RX 590

Porte blindate

Tecnicamente il lavoro dei ragazzi di Bloober Team è di buona fattura. Per questo seguito l'asticella è stata innalzata grazie all'utilizzo dell'Unreal Engine 4, che ha preso il posto dello Unity del primo titolo e che ha permesso la realizzazione di ambienti ancora più ricchi di dettagli, per quanto sempre poco interattivi. Ad onor del vero però ci saremmo aspettati di vedere qualcosa di più dal cambio di tecnologia. Più che la qualità tecnica è da apprezzare l'abilità dei disegnatori nel saper riprodurre degli scenari molto evocativi, in grado di proiettare delle immagini efficaci pur con pochi elementi e in ambienti limitati nelle tre dimensioni. Si tratta di un marchio di fabbrica della software house polacca, che avevamo già avuto modo di apprezzare anche nel valido Observer.

Inutile sottolineare che la parte del leone è svolta dalla colonna sonora e soprattutto dagli effetti ambientali: sentire una porta chiudersi alle proprie spalle, muoversi con l'ansia dei rumori provenienti da qualche cabina adiacente, correre a gambe levate con il nemico che si avvicina sempre di più, sono tutte situazioni che, pur non potendo definirsi originali, funzionano bene impedendo che il viaggio all'interno dell'Icarus si trasformi in una spensierata scampagnata domenicale. Il doppiaggio, nonostante sia stato affidato tra gli altri a Tony Todd (uno che a Broadway è di casa), non ci ha affatto convinto, risultando in ultima analisi quasi fuori luogo. Nel press kit gli sviluppatori annunciavano una maggior durata dell'avventura rispetto al primo Layers of Fear: promessa non mantenuta, visto che per completare la nostra prima partita abbiamo impiegato poco più di tre ore. Una volta terminata si sblocca la modalità plus, da provare anche per riuscire a visualizzare un finale alternativo, ma restiamo su livelli di longevità piuttosto bassi, anche in relazione al prezzo proposto.

Conclusioni

Digital Delivery Steam, Humble Store, PlayStation Store, Xbox Store, Windows Store
Prezzo 24,99 €
Multiplayer.it
6.6
Lettori (9)
7.4
Il tuo voto

Formula vincente non si cambia: ecco cosa devono aver pensato i ragazzi di Bloober che, dopo l'ottimo successo commerciale del primo Layers of Fear, ne hanno replicato pedissequamente la struttura limitandosi a cambiare location e ad aggiungere qualche tocco di interattività in più. Il risultato è gradevole e non mancherà di trovare i consensi di chi aveva apprezzato il primo capitolo, ma si tratta di un prodotto che rimane destinato ad una nicchia ben precisa di mercato e al di fuori della portata di chiunque pretenda da un videogame qualcosa di più di aprire una porta.

PRO

  • Storia ben presentata
  • Atmosfera angosciante
  • Effetti sonori al posto giusto

CONTRO

  • Interattività ai minimi termini
  • Doppiaggio deludente
  • Bassa longevità