Gameplay
Una volta scesi sul terreno di gioco, ci si rende subito conto che le cose non sono poi cambiate tanto dalle precedenti edizioni. Qualche movimento in più c’è in effetti e l’AI della CPU sembra realmente migliorata, ma non si può certo parlare di rivoluzione. Prima di ogni azione ci viene data la possibilità di selezionare la formazione e lo schema che riteniamo più opportuno, senza alcuna limitazione (nel senso che si può anche paradossalmente decidere di battere un field goal dalle 50 yard in una situazione di primo down). Per i più esperti segnalo anche la possibilità di effettuare la finta di spike, veramente utile anche se oramai abusata nella NFL. Una volta deciso lo schema offensivo si prende il controllo del quarterback se si è scelto di passare o del portatore nei giochi di corsa. Il sistema di controllo è quello classico dei giochi del genere: a ogni ricevitore è assegnato un tasto del joypad alla pressione del quale la palla sarà indirizzata nella sua direzione. Al giocatore, oltre alla scelta del ricevitore è lasciata la decisone sul tipo e sulla potenza del lancio. Per quanto riguarda i giochi di corsa, le finte a nostra disposizione non sono numerosissime, ma tutte effettivamente utili.
Se la parte offensiva del gioco è quasi esente da difetti, in difesa c’è da segnalare un grosso problema, anche se risolvibile. Quando la CPU si appresta a passare, la telecamera non cambia (come invece accade quando è il giocatore ad avere il controllo del QB) con la conseguenza di restare troppo bassa rispetto a terra e vicina al quarterback avversario impedendoci di tenere d’occhio i ricevitori avversari esterni e, soprattutto, i nostri cornerback. Anche se questo difetto è superabile selezionando la camera più lontana, rende frustrante il gioco difensivo e intercettare o deviare i passaggi è più questione di fortuna che di abilità. Un vero peccato, vista la generale qualità del titolo.
Anche nella gestione della squadra fuori dal campo il titolo EA si rinnova senza stravolgimenti introducendo, nella modalità “Franchise” la possibilità di assoldare osservatori a cui assegnare i rookies più promettenti ma lasciando pressoché inalterate tu la gestione del roster e del draft, che peraltro non necessitano di alcun cambiamento.
Grafica e Sonoro
Graficamente il gioco si presenta bene, pur senza fare gridare al miracolo. I modelli dei giocatori sono un po’ troppo “finti” rispetto ai titoli della concorrenza, e le animazioni, pur essendo molto buone (splendido quando dopo un contatto particolarmente duro al giocatore salta via l’elmetto) non raggiungono il livello di NFL 2k3. Gli stadi sono migliorati rispetto alle precedenti edizioni e il pubblico è leggermente più realistico, anche se non molto pulito. Anche per quanto concerne le architetture, però, Madden non regge il confronto con i due rivali (NFL Fever e NFL 2k3) risultando in ogni caso più che discreto. I tocchi di classe comunque non mancano; i giocatori si sporcano e il tempo cambia (anche se raramente) dinamicamente durante il corso della partita. Le textures sono generalmente di buona qualità anche se NFL Fever resta di un altro pianeta. EA prometteva un commento tutto nuovo, e in effetti per essere nuovo lo è. Nuovo, tuttavia, non significa migliore, ma il suo dovere John Madden e Al Michaels lo fanno. Gli effetti dal campo sono, invece, ottimi, tanto da farci quasi sentire il dolore provato dai giocatori sul terreno di gioco. Strepitose le musiche. Mentre navighiamo nei menù un riquadro nell’angolo in alto a destra ci indica titolo, autore e album del pezzo che stiamo ascoltando. Geniale. Unico appunto, il genere è tutto sul rock (piuttosto pesante) che si sposa benissimo con lo sport simulato ma che non è graditissimo ai giocatori di colore della lega che continuano a preferire il Rap (chiedere “My name is Willie” di “Ogni maledetta domenica” sarebbe troppo?).
Conclusioni
Nonostante i suoi difetti, Madden NFL 2003 resta un gran gioco, forse il migliore sotto certi aspetti. La somiglianza con la precedente versione qui da noi è un difetto marginale, visto che questa non è mai stata convertita per il mercato europeo, e, in attesa di sapere se NFL 2k3 subirà la stessa sorte o meno, il gioco di EA sports è un acquisto consigliatissimo a tutti gli appassionati del genere.
PRO:
CONTRO:
Materiali
Presentazione e caratteristiche
Niente presentazione questa volta, o almeno niente che si possa definire una presentazione. All’avvio del gioco, infatti, veniamo accolti da pochi secondi di filmato in cui i giocatori più famosi (ogni volta uno diverso, a sequenza casuale) recitano il motto della EA sports “It’s in the game”.
Questo slogan non è mai stato più azzeccato, visto che nel gioco quest’anno c’è davvero tutto e, se qualcosa dovesse mancare, possiamo crearla. All’ormai consueta possibilità di creare giocatori e squadre, si affiancano gli editor di schemi e formazioni, davvero completi e, naturalmente, il caratteristico album di “Madden Cards”. Queste figurine virtuali (alcune delle quali sbloccano squadre, stadi o cheats) si ottengono comprando dei “pacchetti” con i tokens che si guadagnano compiendo determinate azioni durante le partite (ad esempio ritornare un kick per un TD) o completando le altre numerose modalità di gioco.
Selezionando la voce “game modes” (il menu come tutto il gioco, manuale compreso, è in inglese) ci troviamo, infatti, di fronte a una foltissima lista di voci. Nell’ordine: Mini Camp, Francise, Tournament, 2-Minute Drill, Football 101, Practice e Situation (in cui possiamo scegliere tempo e punteggio da cui partire). Se le modalità “Franchise”, “Tournament” e “Practice” non necessitano ulteriori spiegazioni, è doveroso spendere qualche parola sui tre “veri” sotto-giochi a nostra disposizione.
Il “Mini Camp” è la vera novità. Bisogna affrontare, attraverso quattro livelli di difficoltà, alcuni esercizi atti a migliorare le abilità del giocatore (umano) nei vari fondamentali. Saremo chiamati ad esempio a effettuare giochi di corsa con dei finti bloccanti, oppure cercare di intercettare il maggior numero di passaggi in un minuto di tempo. Completando questi “drills” ci viene assegnato un trofeo in relazione ai nostri punti con la classica suddivisone delle medaglie (bronzo, argento e oro) e, se otteniamo il metallo più pregiato, anche una preziosa Madden Card. Ma non è tutto; superando le prove si sbloccano situazioni in cui bisogna mettere in pratica in partite “vere” ciò che si è imparato nel campo di allenamento. Ad esempio superando la prova dei Field Goals ci ritroveremo sotto di due punti a pochi secondi dalla fine con la richiesta di segnare (sempre in cambio di una Madden Card) il calcio piazzato decisivo.
Il “2-Minute Drill” è una divertentissima modalità in cui si guida solo l’attacco per due minuti cercando di segnare più punti possibili. Dopo un eventuale touchdown, la palla verrà rimessa sulle proprie 20 yard. Anche in questo caso possiamo guadagnare gettoni utili per comprare le Madden Cards. “Football 101” è una vera e propria scuola di football in cui ci vengono spiegati pregi e difetti delle varie formazioni offensive e mostrato come vanno eseguiti alcuni schemi. Schemi che poi dovremo portare a termine noi stessi, ottenendo, come al solito, punti per acquistare le figurine. Nel caso di una irrefrenabile voglia di giocare subito, basta selezionare la voce “Play Now” dal menu principale.