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Madden NFL 07

Dopo la versione per il fratellone maggiore dotato di telecomando, ci apprestiamo a valutare anche il Madden portatile. Un altro touchdown? Continuate a leggere...

RECENSIONE di Michele Maria Lamberti   —   24/01/2007
Madden NFL 07
Madden NFL 07

Regular Season

Accendiamo la console e ci ritroviamo, se abbiamo già avuto modo di conoscere il nuovo Madden su di un televisore, in un’atmosfera che è quella, inconfondibile e molto meno sacrificata delle due edizioni DS precedenti. Le modalità di gioco sono tutte presenti, dal Franchise all’Amichevole, dall’opzione per mettere insieme una squadra di fantasia a quella per creare i propri schemi personalizzati, e se manca l’Hall of Fame, vera novità di quest’anno su Wii, Xbox 360 e PS3 che permetteva di creare un giocatore e portarlo lungo tutti i suoi anni di carriera dalle stalle alle stelle, a compensarla ci pensa la reintroduzione della Season, con la quale guideremo un team per tutta una stagione tentando la scalata al Superbowl, senza preoccuparci troppo di eccessive componenti manageriali. La sua assenza nelle versioni da salotto, a ben vedere, un po’ ingiustificata lo è…

un’atmosfera che è quella, inconfondibile e molto meno sacrificata delle due edizioni DS precedenti

Regular Season

Da segnalare diversi minigiochi, più dei quattro presenti nella versione Wii, utili sia per impratichirsi coi sistemi di controllo sia per divertirsi in multiplayer, fino a quattro giocatori ognuno dei quali, però, dovrà essere dotato della propria cartuccia; ovviamente il multiplayer è disponibile anche nella partita sul campo… Dal punto di vista della presentazione siamo, come dicevamo, piuttosto avanti rispetto agli anni scorsi: finalmente i giocatori hanno una loro bella fotografia che giunge in partita ad incorniciare un’azione di cui andare particolarmente fieri; la musica su licenza, anche se molto ridotta, pompa bella dura anche nei piccoli altoparlanti del DS e in generale, come dicevamo, l’atmosfera che si respira è la stessa dei fratelli maggiori. Una volta scesi in campo abbiamo modo di renderci conto anche dei miglioramenti grafici: il titolo ha acquistato dettagli e per i giocatori, ora ben distinguibili l’uno dall’altro per le loro fattezze fisiche (il volto resta anonimo sotto il casco, ma la cosa è comprensibilissima), e per gli stadi che a volte sono strutture piuttosto imponenti, il tutto senza perdere in fluidità e brillantezza dei colori, mentre a livello di pulizia siamo alla fiera dell’aliasing, che però come sempre accade su DS riesce a dare poco fastidio grazie alle piccole dimensioni dello schermo. Per quanto riguarda il sonoro il caro vecchio Madden parla poco durante le partite, ma ringraziando il cielo quasi mai a sproposito; gli effetti sonori sono ottimi mentre assolutamente eccezionali come qualità i cori da stadio, che pur essendo un attimo ripetitivi con l’ausilio delle cuffie v’immergeranno appieno nell’atmosfera di una tipica Domenica americana!

Meglio sopra o sotto?

Le novità più grosse quest’anno, però, EA Sports le riserva alla partita e al gameplay, e come potete facilmente intuire coinvolgono pennino, Touch Screen e tutte quelle cosette che rendono il DS così particolare. Era anche ora, in effetti, perché se nell’edizione del 2005 uscita giusto in tempo per il lancio della console potevamo perdonare la quasi totale assenza di feature dedicate, la cosa si faceva molto meno sopportabile l’anno successivo… Quest’anno l’azione di gioco si sposta sullo schermo inferiore, deputando quello superiore alla rappresentazione stilizzata della mappa e della posizione di palla ovale e giocatori, utile, ma non eccessivamente, per avere l’azione sotto un controllo ancora migliore, e diverse azioni si possono compiere sul Touch Screen. Diverse, ma non tutte: l’unica azione di gioco da eseguire obbligatoriamente col pennino è il calcio, per effettuare il quale segnerete sullo schermo due punti il massimo possibile distanti tra loro (quindi fateli agli angoli opposti!) per poi unirli con una linea che dovrebbe essere dritta e veloce nella sua esecuzione per ottenere risultati normali. Altre azioni effettuabili col pennino sono le finte e i passaggi, ma questi possono essere deputati anche ai canonici tasti, e c’è un perché.

EA dev’essersi accorta che l’implementazione non è del tutto da manuale

Meglio sopra o sotto?

EA dev’essersi accorta che l’implementazione non è del tutto da manuale: con le finte nessun problema, ma i passaggi cambiano completamente il modo d’intendere un’azione offensiva visto che indicano alla palla non un ricevitore in particolare, ma un’area nella quale verrà lanciata. Fatto salvo il normale tempo richiesto per abituarsi al nuovo controllo, resta il fatto che diversi schemi, in alcune occasioni quelli più efficaci, richiedono la sovrapposizione di due o più corridori per confondere le idee alla difesa avversaria, e avendo adesso la palla solo una direzione di massima e non più un giocatore preciso verso cui puntare, può capitare che sia un altro ricevitore a tentare il catch, mandando a monte i vostri piani o addirittura fallendo su tutta la linea perché occupato ad impegnare i difensori dell’altra squadra in un furioso tackle “di copertura”. Non sarà dunque difficile che, una volta provati i nuovi controlli tattili, torniate ai più rassicuranti e tradizionali tasti frontali, anche perché poi il resto del gioco non fa più di tanto per invogliarvi all’utilizzo del pennino: in-game sarà possibile disegnare un nuovo percorso per i ricevitori prima dell’inizio di un’azione offensiva, magari avendo visto un’evidente falla nello schieramento difensivo avversario, e, questa volta in difesa, assegnare le marcature a uomo. Sono entrambe possibilità molto interessanti specie quando vi sarete impratichiti per bene, ma allora perché nella modalità Create A Play, quando il pennino renderebbe tutto immensamente intuitivo e brillante, non lo si può usare? Misteri di un’implementazione piena di buone idee ma non altrettanto riuscita. Comunque non siamo al disastro, tutt’altro, e a confermare la buona volontà giunge un’ultima feature, quella di richiamare a voce, col microfono, uno schema di gioco sul campo immediatamente prima di un’azione al posto di quella decisa precedentemente nell’apposita schermata, proprio come dei veri quarterback!

Nella terza edizione del Madden per DS i passi avanti sono significativi, e su tutti i fronti. Purtroppo, quella che dovrebbe essere l’arma in più dei giochi per il portatile Nintendo è qui in parte spuntata, e alla fine ci si trova meglio col sistema di controllo canonico piuttosto che con quello via Touch Screen. Ciò rende, nell’ambito portatile, questo Madden tutto sommato inferiore rispetto alla versione per PSP, che è un passo avanti per qualità grafica e presentazione. Il titolo è comunque validissimo, col solido e solito engine simulativo a farla da padrone, capace con le sue mille opzioni di regalare ore ed ore di divertimento ed inoltre finalmente non soffre, sempre nei limiti del possibile, di complessi di inferiorità rispetto alle versioni da salotto. Rimane il rammarico per un passo innovativo compiuto solo a metà, ma comunque consigliatissimo!

Pro

  • Migliorata tecnica e presentazione
  • Il solito Madden!
  • Il Touch Screen in parte funziona bene…
Contro
  • …e in parte no!
  • Multiplayer solo se dotati di più cartucce

I rapporti tra il genere sportivo e le console portatili sono sempre stati parecchio travagliati. La causa principale di tutto ciò è da ritrovare sostanzialmente nel considerevole gap tecnico che ha quasi sempre separato gli handheld dalle console da salotto: se a casa ai tempi dei 16 bit avevamo un FIFA veloce, fluido e perfettamente controllabile, la sia pur onesta versione Game Boy al confronto appariva uno scherzo, e se su Super Nintendo gli sprite digitalizzati di NBA Jam facevano faville, su uno schermo monocromatico quale quello del primo GB erano solo ridicoli.
Le cose non sono cambiate poi di tanto col GBA, che finalmente rendeva in strada le possibilità di un sedici bit da casa: peccato che ai tempi del GBA a casa ce ne fossero già 128, di bit… Il punto di svolta dovrebbe quindi essere coi nuovi portatili, uno, la PSP, praticamente quasi alla pari della generazione di PS2, l’altro, Nintendo DS, che grosso modo permette di fare le stesse cose di una console da casa sia pure con tanti dettagli in meno e qualche sacrificio in più. E’ arrivato dunque il momento, per tutti gli sportivi da taschino, di rialzare la testa e guardare i propri cugini pantofolai con nuova fierezza, senza dimenticare che il DS ha pure un paio di armi in più! Certo, tutto questo teoricamente, ma all’atto pratico?