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Shadow of Rome, la recensione

Il misterioso omicidio di Giulio Cesare sconvolge l'antica Roma e, in particolare, la vita di due amici: Agrippa e Ottaviano. Con la sua ultima fatica, Capcom ci scaraventa in un'epoca di guerre e misfatti.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   17/02/2005

Roma è a un passo dalla rovina: da ogni territorio confinante si ergono nemici pronti non solo a sconfiggerne i soldati, ma anche a irrompere nei territori dell'Impero. Dopo l'ascesa al trono, Giulio Cesare riesce a mettere le cose a posto, imponendo la Pax Romana... che, però, dura poco: l'imperatore viene ucciso in circostanze misteriose, lasciando il potere nelle mani di Antonio. L'imbattibile centurione Agrippa, tornato dal campo di battaglia, trova suo padre Vipsanio imprigionato e accusato dell'omicidio di Cesare. Non credendo a queste accuse, il guerriero verrà aiutato dallo scaltro Ottaviano a scoprire la verità sull'assassinio dell'imperatore, in una serie di eventi che lo porteranno a smettere i panni del soldato per diventare un gladiatore e avere la possibilità di liberare suo padre. Questa, per sommi capi, è la trama su cui si basa Shadow of Rome, l'ultimo prodotto targato Capcom che introduce un'inedita modalità di gioco "alternata": in alcune sezioni, dal carattere spiccatamente arcade, vestiremo i panni del potente Agrippa e dovremo cimentarci in combattimenti all'ultimo sangue; in altre, contraddistinte dai numerosi elementi "stealth", impersoneremo Ottaviano nelle sue missioni di spionaggio. Entrambi i personaggi cercheranno di fare la propria parte per liberare Vipsanio e smascherare i veri colpevoli dell'assassinio di Giulio Cesare.

Shadow of Rome, la recensione

Agrippa e il suo modo di vedere le cose

Prima centurione per vocazione, poi gladiatore per necessità, Agrippa è un personaggio potente e letale, che affronta decine e decine di avversari nelle arene più disparate con l'unico obiettivo di salvare suo padre dall'uccisione per mano di un "campione" scelto attraverso un torneo. Le sezioni di gioco di cui è protagonista sono contraddistinte dalla pura azione: vi ritroverete a combattere utilizzando le sole mani o, meglio, una serie interminabile di armi più o meno potenti, più o meno grandi, più o meno maneggevoli. Le mosse a vostra disposizione sono estremamente numerose: potete semplicemente colpire i nemici ("agganciandone" uno per volta), rubare loro le armi, effettuare combo di efficacia variabile, afferrarli da dietro per lanciarli, "finirli" quando sono a terra o rialzarli per colpirli ancora.

Shadow of Rome, la recensione

Il sistema di combattimento soffre talvolta le incertezze della visuale, comunque gestibile tramite i tasti dorsali del pad, ma si rivela sempre all'altezza della situazione, richiedendo un pizzico di strategia e di scaltrezza nelle situazioni più complesse, quando gli avversari sono numerosi e concentrarsi solo su uno di essi si rivela rischioso. Anche la gestione delle armi è intelligente: ognuna di esse è dotata di una propria barra dell'energia, esaurita la quale si rompe. Più si procede nell'avventura e più le armi si fanno imponenti e letali, il che si traduce in un gran divertimento... Lo scopo principale di un gladiatore è quello di far divertire il pubblico, e Agrippa non può esimersi da questo onere: uccidere i nemici utilizzando combo e mosse spettacolari (dai nomi più stravaganti) farà salire il vostro punteggio, e di tanto in tanto potrete lanciare grida di incitamento alla gente, che risponderà buttando nelle arene armi o cibo. Non dovrete sempre e solo colpire alla cieca, comunque: alcune battaglie richiederanno il completamento di determinate missioni (scortare un prigioniero, ripulire delle zone, dar fuoco ai nemici, distruggere le statue di una squadra avversaria), donando un pizzico di varietà al tutto.

Shadow of Rome, la recensione

Ottaviano e il suo modo di non farsi vedere

Le sezioni di gioco con Ottaviano sono contraddistinte dall'azione "stealth", ovvero dalla necessità di non farsi notare, muoversi di soppiatto, dire le parole giuste, travestirsi e via dicendo. Il personaggio è decisamente meno robusto di Agrippa, dunque gli viene preclusa in automatico la possibilità di combattere: se vi scoprono a gironzolare in posti in cui non siete ammessi, dovrete necessariamente scappare e trovare rifugio per un certo periodo di tempo, terminato il quale tutto tornerà come prima. A meno che, nel frattempo, non vi ammazzino. In alcune occasioni dovrete stendere delle guardie usando caraffe o corde, ma questo tipo di azione viene comunque finalizzata al raggiungimento di zone altrimenti inaccessibili, oppure all'ottenimento di vestiti utili per passare inosservati. I movimenti che Ottaviano può fare ricordano molto quanto visto nella serie Tenchu e in Metal Gear Solid: sporgersi dagli angoli, camminare rasenti le mura, arrampicarsi in determinati punti, nascondersi, ecc. ecc. Se le sezioni con Agrippa sono decisamente poco complicate, diverso è il discorso con Ottaviano: per capire cosa bisogna fare, si procede sempre "a tentativi", ricominciando lo stage ogni volta per fare un esperimento diverso, finché non si trova il modo per proseguire. In alcuni casi è divertente, in altri è terribilmente frustrante...

Shadow of Rome, la recensione

Nessuna ombra sulla realizzazione tecnica

Shadow of Rome è mosso da un motore grafico di grandissima qualità, capace di gestire dei modelli poligonali estremamente complessi e dettagliati, che si muovono in modo fluido e convincente. Le incertezze della grafica si contano sulle dita di una mano, e per assurdo si verificano quando si è al comando di Ottaviano anziché quando, con Agrippa, si affrontano cinque o sei avversari contemporaneamente. Il lavoro svolto per la serie di Resident Evil si nota tutto nella bellezza dei volti, nella ricercatezza delle espressioni, nel realismo dei corpi (massicci o esili che siano) e, non ultimo, nei particolari cruenti: braccia che saltano via, teste che si spappolano, pozze di sangue e gente fatta a metà sono all'ordine del giorno nelle arene dei gladiatori. Anche il "contorno" è convincente, sia nelle ambientazioni che negli effetti speciali che le adornano. Il sonoro, pur non brillando quanto la grafica, ha l'indubbio merito di creare una certa atmosfera, grazie a delle musiche azzeccate e a una serie di effetti convincenti. I dialoghi, però, non si discostano dagli standard a cui Capcom ci ha abituato: gli attori non sono dei professionisti e non riescono a recitare la propria parte come si dovrebbe. "Aggiustare le cose" per la versione italiana del gioco sarebbe stato fantastico, peccato si siano limitati ai sottotitoli (la qualità della traduzione, comunque, è molto buona).

Shadow of Rome, la recensione

Conclusioni

Multiplayer.it
8.2
Lettori (53)
8.8
Il tuo voto

Shadow of Rome è un gioco molto interessante, un "esperimento" che probabilmente avrà delle ripercussioni sul modo di variare il gameplay nei prodotti futuri. Sempre di un esperimento si tratta, però, dunque la magnificenza di alcuni momenti, soprattutto quando si è al controllo di Agrippa, viene offuscata da sezioni di gioco in cui gli obiettivi sono completamente diversi, alla guida di Ottaviano. La cosa è simpatica all'inizio e rappresenta un modo originale e innovativo per raccontare una storia improbabile ma coinvolgente, però poi questa imposizione diventa frustrante. A parte questo appunto, ci troviamo di fronte a un titolo di prima categoria: tecnicamente eccellente, dotato di una trama interessante e addirittura innovativo in alcune soluzioni. Consigliato.

PRO

  • Grafica eccezionale
  • Fasi di combattimento spettacolari
  • Trama coinvolgente

CONTRO

  • Fasi stealth talvolta frustranti
  • Gameplay vario, ma a che prezzo?
  • Dialoghi poco "sentiti"