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Shin Megami Tensei: Persona 3 - Recensione

Oscurità, situazioni occulte, apparizioni demoniache, spiriti e teenagers. Il più interessante J-Rpg degli ultimi mesi arriva in occidente.

RECENSIONE di Massimo Reina   —   10/10/2007

Shin Megami Tensei: Persona 3 è il quarto capitolo (Persona 2: Innocent Sin e Persona 2: Eternal Punishment sono considerati due titoli a parte) di una saga che sembra non conoscere momenti di pausa negli ultimi tempi e che, episodio dopo episodio, continua a ritagliarsi sempre più spazio nei cuori di milioni di appassionati. Dando vita ad un autentico fenomeno chiamato oramai MegaTen (da Megami Tensei), che è sfociato nel corso degli anni, oltre che in diversi titoli per varie piattaforme, anche in produzioni di ogni sorta, quali manga, compilation audio contenenti le OST in cd, novelle, Action figures e gadget. Il gioco che ci accingiamo a trattare in questa recensione, sviluppato da Atlus Co., come i suoi predecessori con lo stesso suffisso è uno spin-off della saga Shin Megami Tensei, da sempre contraddistinta da tematiche "forti" (basti pensare ad esempio al modo in cui si evocano i propri demoni) e volutamente dark.

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La dura vita del teenager giapponese
Persona 3 è ambientato nel Giappone moderno, nell’anno 2009. Protagonista del gioco, neanche a dirlo, un giovane studente orfano della Gekkoukan High School, che ritorna nella sua vecchia città natale, Tatsumi Port Island. Senza spoilerare troppo sulla bella trama diciamo solo che una volta giunto a destinazione e a seguito di alcune vicende, il ragazzo viene attaccato dagli Shadows, creature che si muovono di notte e si nutrono delle menti delle loro vittime. L’attacco subìto risveglia in lui il potere della sua Persona, Orpheus, con l’aiuto del quale sconfigge i nemici. Il termine Persona indica nel gioco una parte dell'anima di un individuo che prende la forma di un mostro, di un demone, e che combatte dopo che chi lo possiede lo evoca, normalmente sparandosi un colpo alla testa con una pistola chiamata Evoker. Presto il giovane scoprirà che anche altri suoi compagni di scuola (inizialmente Mitsuru, Akihiko e Yukari –Ndr) condividono con lui questo potere, entrando a far parte dello Specialized Extracurricular Execution Squad (SEES), un “team” che lotta contro le creature di cui sopra.

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Uno Shenmue in salsa horror

Come quasi tutti i migliori J-Rpg di nuova concezione, anche Persona 3 può contare su una solida base a livello di gameplay. Esso è sostanzialmente caratterizzato da due fasi di gioco ben distinte ma complementari: simulatore di vita quotidiana in cui il protagonista va a scuola, si rapporta a compagni e insegnanti, etc, e gioco di ruolo tradizionale, fatto di combattimenti e level-up. Di base tutto è incentrato sul cosiddetto Calendar System, elemento che struttura di conseguenza l’avventura a periodi, seguendo un calendario “normale”, in cui mesi, giorni e ore si susseguono come nella vita reale. In particolare ogni giornata è suddivisa in tre parti principali (e sette “sotto parti”): giorno (Early Morning, Morning, LunchTime, Afternoon), sera (After School ed Evening) e “dark hour”. Durante i due momenti principali quotidiani, il giocatore può vivere attraverso il Pg la vita di un normale teenager nipponico, andando come detto a scuola, frequentando dei club, dei locali, uscendo con gli amici oppure addirittura giocando (idealmente, in realtà non avviene davvero) con un MMORPG chiamato “Devil Buster”. Tutto ciò non ha una funzione prettamente ludica, ma uno scopo ben preciso: quello che si fa di giorno influisce poi, tramite il Community System (o Social Link), su quanto avviene la notte. Sapersi muovere a scuola o per le vie della città, infatti, serve a reclutare nuovi elementi del party oltre che ad affinare l’intesa con quelli già facenteni parte, e a trovare nuove Persona da fondere.

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Social Link

Durante il gioco, infatti, si possono incontrare fra gli altri svariati personaggi “random”. Ognuno di essi, poco più di una ventina, è associato ad un tipo di social link (e rispettiva Tarot Card), che a sua volta è suddiviso in 10 livelli. Parlare con loro dopo averli conosciuti, ascoltare le loro storie, le loro paure, ma anche aiutarle se è possibile significa incrementare il proprio livello ”sociale” (nello specifico tre parametri: Intelligence, Charm e Courage) e quindi ottenere la loro simpatia, amicizia e alleanza, nonché vantaggi nella creazione e nella gestione dei "Persona". Maggiore è infatti il livello del Social Link, maggiore sarà il bonus di punti esperienza che avremo a disposizione per la realizzazione o nell’evoluzione di una creatura nella Velvet Room (di cui parleremo dopo). Raggiunto il livello massimo di 10 del Social Link di un Pg, si potrà ottenere una Persona molto potente per quella specifica card.

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Il battle-system

Il tutto in attesa e funzione della dark hour. Quest’ultima altri non è che un momento magico-temporale che si colloca fra la fine di un giorno e l’inizio dell’altro, allo scoccare della mezzanotte, quando una enorme torre denominata Tartarus emerge dal nulla dentro la scuola frequentata dai nostri eroi. Questo edificio, costituito da 256 piani generati casualmente, è esplorabile anche dividendo il party per coprire rapidamente l’area, ed è infestato da mostri di ogni specie, tutti visibili sullo schermo e pertanto evitabili, nei limiti del possibile, se non si vuole affrontarli (non ci sono combattimenti casuali). Qui andranno ricercate le 12 ombre da eliminare ogni volta. In alcuni piani, piazzati in punti strategici, sono presenti poi degli "access point" e dei "terminal point" dai quali il giocatore può tornare all'inizio oppure spostarsi in altre zone senza dover quindi rifare ogni volta la stessa strada percorsa. I combattimenti avvengono, come da tradizione, a turni. Il giocatore può controllare però solo il Pg principale, mentre i compagni vengono gestiti dalla CPU. Tuttavia è possibile impartire loro degli ordini semplificati, quali "Stand By" o "Full Assault" ad esempio, per ottenere un certo supporto tattico dalla squadra. La battaglia è gestita tramite apposito menù circolare posto in basso a sinistra dello schermo, da dove è possibile selezionare le varie opzioni disponibili, fra le quali “Attack” (attacchi fisici), “Skills” (sono le abilità speciali associate a quelle della Persona equipaggiata), “Tactics” e “Persona” (assegna una nuova creatura al Pg). Quest’ultima vale ovviamente solo per il personaggio principale, l’unico che può reclutare più Persone e cambiarle in battaglia.

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Angeli e Demoni

Il sistema di combattimento è caratterizzato dall'interessante "One More !". Ogni nemico ha un suo punto debole che può essere legato ad un elemento (fuoco, ghiaccio, qui però indicati con nomi specifici quali Agi o Bufu ad esempio), ad un arma, ad una specifica mossa, etc. Se un membro del party riesce a sfruttare una delle vulnerabilità in questione su un avversario, questi andrà in status "down" mentre l'altro otterrà un "extra turn" che gli consentirà di compiere subito un altro attacco. Se si riesce a ridurre tutti i nemici in questo stato, il videogamer potrà allora realizzare un potente "All Out Attack", una sorta di combo eseguita da tutti i personaggi contemporaneamente, in grado di spazzare via letteralmente il party avverso. Un altro elemento interessante del battle-system di SMT: P3 è legato al particolare parametro che gestisce le condizioni fisiche dei membri del party. Questo aspetto monitora lo status di ogni individuo basandosi su quattro livelli: "great", "good", "tired" e "sick". Se un personaggio si trova in una delle due ultime condizioni il suo apporto durante gli scontri è praticamente nullo, in quanto egli è più debole ai colpi nemici e meno reattivo del solito. Inoltre può infettare anche gli altri elementi del gruppo. Alla fine di ogni combattimento, oltre ai soliti punti, si possono ottenere, tramite un “bonus card game” nuove Persona oppure punti esperienza addizionali, yen, item energetici, ed armi. Anche le “anime” guadagnate così possono essere fuse fra di loro per generarne di nuove e teoricamente più potenti, all’interno della Velvet Room di cui accennavamo poc’anzi, una stanza sulla falsariga di quelle di salvataggio dei vecchi Resident Evil, e dove tutti i fan della saga ritroveranno una vecchia conoscenza: Igor, in questo caso coadiuvato da un’avvenente assistente di nome Elizabeth, colui che oltre ad avere funzioni di guida-tutorial, aiuta l’utente a gestire le “anime” ed i parametri dei Pg, oltre a assegnare alcune sub-quest.

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Grafica e audio

La grafica in game non è certo il fiore all’occhiello di Persona 3. Tuttavia il suo particolare stile piace e svolge a nostro parere perfettamente il “proprio dovere”. Essa infatti si sposa bene con le splendide cut-scenes realizzate in perfetto stile anime e, nell’insieme, con lo stile semi-deformed del character design. Nonostante possa risultare un po’vetusta, in definitiva, soddisfa la vista del giocatore. Belle invece le animazioni, sempre fluide anche nelle fasi più concitate e gli effetti di luce o delle magie. Per quanto concerne il comparto sonoro, invece, il titolo Atlus sorprende per la qualità elevata e l’originalità della colonna sonora. Quest’ultima non è quella tipica dei giochi di ruolo, ma presenta brani rock, pop, jazz e hip-hop in base alle situazioni in cui ci si trova. Ad esempio in certe battaglie è facile ascoltare in sottofondo un pezzo rockeggiante che magari spezza il ritmo lento e monotono di quello “solo piano” che accompagnava fino ad un attimo prima l’esplorazione di un’area. Spesso questi brani sono inoltre cantati e in varie lingue quali cinese, giapponese o inglese dai vari artisti.

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Commento

PlayStation 2 è si conferma ancora l’indiscussa piattaforma regina dei J-Rpg, in attesa di vedere grossi esponenti anche sulle console attuali. Persona 3 ne è infatti la conferma, un ulteriore gioiello che va ad incastonarsi nella già ricca corona del monolite Sony. Non è un gioco per tutti, vista la complessità del gameplay e la durata per alcuni forse eccessiva, ma certo uno di quei titoli perfetti per gli appassionati del genere. Profondo, longevo, completo, il titolo Atlus sembra essere esente da difetti veri e propri, pertanto, nella speranza possa essere presto disponibile in una versione localizzata per il nostro mercato, o perlomeno PAL, il nostro giudizio finale su di esso non può non essere molto positivo.

    Pro:
  • Ottima trama.
  • Gameplay profondo e appagante.
  • Grande longevità.
    Contro:
  • Non per giocatori occasionali.
  • Fasi esplorative forse un tantino ripetitive alla lunga.