66

La leggenda del Titano

Blizzard ha cancellato ufficialmente Titan... che nessuno aveva mai visto: parliamone!

SPECIALE di Christian Colli   —   10/10/2014

Nessuno lo ha mai detto apertamente, perché sarebbe stato un po' offensivo nei confronti di un colosso come quello di Irvine, ma Titan lo si sarebbe potuto definire vaporware già da anni. Ora, invece, cancellato sul nascere, è diventato una leggenda. Buffo, eh? Il progetto Titan rappresenta un po' tutto quello che è diventato il mercato dei videogiochi - e in particolare quello degli MMO - negli ultimi anni: hype, posticipi, chiacchiere da PR, congetture, roboanti vittorie e cocenti delusioni.

La leggenda del Titano

Nell'immaginario collettivo, Titan era destinato a diventare il nuovo World of Warcraft, un MMO che avrebbe rivoluzionato il genere come aveva fatto il capolavoro Blizzard dieci anni fa, il messia che si era fatto a lungo attendere e che ormai conoscevano tutti... senza averne mai visto una foto. Niente filmati, in computer grafica o in presa diretta. Solo chiacchiere. Riferimenti. C'è stato e non c'è stato per anni, insomma, e a un certo punto non c'è stato più. Qualche giorno fa, Blizzard ha ammesso ufficialmente di averne cancellato lo sviluppo, proprio pochi mesi dopo aver annunciato che il team era tornato allo stadio di progettazione. In queste righe ripercorreremo la "non storia" di Titan e offriremo, infine, qualche riflessione su cosa è andato storto e su cosa sarebbe potuto diventare. Perché, ehi, nessuno sa che cos'era Titan, ma tutti sapevano che sarebbe stato un successo.

La nascita del Titano

Blizzard accenna al progetto per la prima volta nel 2007, quando i più attenti si accorgono che, attraverso il suo sito ufficiale, la società di Irvine sta reclutando un "lead 3D character artist" per un fantomatico "next-gen MMO". Le prime delucidazioni le offre il community representative Drysc sui forum ufficiali di World of Warcraft, in risposta alle domande insistenti dei fan: in quel momento il gioco di massa online ambientato nell'universo di Warcraft è uscito da due anni a malapena e sta avendo un successo clamoroso, perciò la comunità si divide tra chi non vede l'ora di giocare il nuovo titolo firmato Blizzard e chi teme per il futuro dei suoi personaggi in World of Warcraft. Drysc conferma che il suddetto "next-gen MMO" non è un'espansione di World of Warcraft, ma un titolo nuovo di zecca, rifiutandosi di fornire ulteriori dettagli.

La leggenda del Titano

A quel punto non restava che attendere, ma la miccia era già stata accesa e quando saltava fuori il nome, gli addetti ai lavori tenevano la bocca cucita mentre i fan si facevano dei veri castelli in aria. Fu solo nel 2008, un anno dopo, che il presidente di Blizzard, Mike Morhaime, tornò sull'argomento durante un'intervista pubblicata dalla rivista Wired: Morhaime aveva sottolineato che il "progetto Titan" non sarebbe stato un sequel di World of Warcraft, ma un'esperienza MMO completamente nuova e diversa. In un'altra intervista, Jeff Kaplan, game director di World of Warcraft, scherzò sul fatto che il progetto Titan avrebbe mescolato fantascienza, tematiche post-apocalittiche e storia in un'unica ambientazione. Nel 2009, il presidente di Activision, Bobby Kotick, avrebbe affermato che Titan era stato pensato per rivolgersi a una comunità molto più variegata di quella degli MMO tipici. I più attenti misero insieme quei pochi e sparuti pezzi di puzzle, giungendo alla conclusione che il progetto Titan non sarebbe stato un "theme park" come World of Warcraft e i suoi cloni, ma qualcosa di più simile a un MMORPG sandbox, forse qualcosa alla Second Life o alla Ultima. La fantasia di milioni di videogiocatori prese il volo e schizzò oltre la stratosfera all'inizio del 2010, quando sul web cominciò a girare il presunto "leak" delle future pubblicazioni di Blizzard da lì a cinque anni. Tra il film e le espansioni di World of Warcraft, l'attesissimo Diablo III e l'episodico StarCraft II, sbucava quel fantomatico MMO che tutti avevano preso a chiamare Titan, come fosse il suo nome ufficiale e non solo la denominazione del progetto. Titan sarebbe dovuto uscire nel 2013, ma quella roadmap non fu mai confermata né smentita da Blizzard: si sarebbe dovuta prendere con le pinze, insomma, ma le dimissioni di Ye Wuilun, il manager di Blizzard China, alimentarono i rumor secondo cui era in qualche modo coinvolto in quella fuga di notizie.

La leggenda del Titano

Ad ogni modo, dopo la suddetta fuga di informazioni i ragazzi di Blizzard parvero un po' più propensi ad esprimersi sul progetto Titan, quasi come se si fosse sbloccato qualcosa. Nel 2011, Morhaime affermò che al progetto stavano lavorando alcuni tra i più esperti sviluppatori di MMO della società, cosa che in effetti metteva sotto una luce diversa i vari spostamenti e cambiamenti nello staff di Blizzard. Sbottonandosi un pelo di più, Morhaime chiarì alcuni punti fondamentali sul progetto Titan, parlando dell'importanza che le gilde e le amicizie rivestivano nel concept, senza però aggiungere nulla di concretamente nuovo. Secondo Paul Sams, chief operating officer di Blizzard, Titan stava venendo sviluppato da un vero e proprio "dream team" che avrebbe superato le più rosee aspettative dei giocatori. Secondo Sams, interrogato riguardo al sempre più affollato panorama di MMO e cloni di World of Warcraft, Titan avrebbe seguito un percorso parallelo alla concorrenza interna ed esterna, sarebbe stato "complementare, non competitivo". Il che ci portò tutti ad escludere il fantasy, dato che quello era il pane di World of Warcraft. Fu sempre Sams, qualche tempo dopo, ad affermare che Blizzard aveva piena fiducia nel progetto e che Titan sarebbe stato il suo gioco più ambizioso di sempre. A suo dire, da lì a vent'anni il progetto Titan avrebbe continuato ad essere giocato, segnando perciò un nuovo record nella storia dell'industria videoludica. Le voci che Titan fosse già giocabile, almeno negli uffici di Irvine, si ricorsero fino al 2012, quando Rob Pardo, il lead game designer di Blizzard, confermò durante un'intervista a Curse che lo sviluppo del nuovo MMO era ormai a metà strada grazie agli oltre cento programmatori che ci stavano lavorando da anni. Insomma, un annuncio sembrava sempre più vicino, un filmato o un'alfa - se non una beta! - sempre più a portata di mano.

Riflettiamo sul progetto Titan, MMO next-gen di Blizzard che non vedrà mai la luce

La caduta del Titano

Avete presente il detto "più sono grossi e più rumore fanno quando cadono"? Ecco, cercandolo su Google potreste trovare una foto di Titan... se solo ne esistesse una. Anche quelle che vedete in questo articolo non sono foto ufficiali, ma artwork che dovevano dare un'idea, in qualche modo, di quello che sarebbe potuto essere Titan, basata più che altro sul lavoro che gli artisti di Blizzard avevano svolto per altri titoli della famosa società. Titan sarebbe dovuto uscire l'anno scorso, secondo il leak della roadmap che indicava il 2013 come data di lancio, ma in realtà l'anno si potrebbe ricordare come uno dei peggiori per la società di Irvine, tra le dipartite di alcune figure importanti del suo staff, il crollo delle sottoscrizioni di World of Warcraft, le polemiche per la prima versione di Diablo III e la cancellazione del precedente BlizzCon annuale.

La leggenda del Titano

Il vero choc, comunque, si è registrato lo scorso maggio, quando è cominciata a girare la voce che il progetto Titan fosse stato sospeso e ricominciato da capo. Secondo Shon Damron, uno dei PR di Blizzard, i ragazzi che si occupavano del nuovo MMO next-gen erano giunti alla conclusione che il gioco necessitasse di grandi cambiamenti in termini tecnologici e di gameplay. Alcuni di loro erano stati persino rimossi dal progetto Titan e collocati in altri team, mentre il nucleo principale degli sviluppatori di Titan ricominciava i lavori da zero. Ad agosto, Mike Morhaime si era espresso riguardo al fatto che il progetto doveva prendere una nuova direzione, ragion per cui bisognava ricominciare tutto alla radice. Pur non sbottonandosi ulteriormente, Morhaime aveva aggiunto che Titan, probabilmente, non sarebbe stato un gioco a sottoscrizione mensile come World of Warcraft, lasciando intendere che si sarebbe unito alla sempre più nutrita schiera di titoli free to play, magari con acquisto iniziale del client, che stanno prendendo piede sul mercato. Infine, qualunque menzione di Titan è stata rimossa dai siti web legati a Blizzard, e poi è arrivato il fatidico 22 settembre 2014: "non ci divertivamo... non c'era più la passione", ha affermato Morhaime, comunicando ufficialmente la chiusura del progetto Titan. "Abbiamo discusso l'idea di ripercorrere una fase di valutazione, ma alla fine abbiamo concluso che [Titan] non era il gioco che volevamo creare". E così, sinteticamente, il presidente di Blizzard ha messo un chiodo alla bara di uno dei più grandi misteri videoludici dell'ultimo decennio. Già, perché, ad oggi, nessuno sa cosa sarebbe diventato Titan, e forse non lo sapevano con chiarezza neppure i ragazzi di Irvine.

La crisi del Titano

Internet è pieno di gente anonima che sostiene di aver provato, giocato, visto o ascoltato Titan a pezzi o nella sua interezza, e non è facile discernere la verità dalla menzogna, ma in questo paragrafo vogliamo mettere insieme tutti i tasselli del mosaico e magari fantasticare su quello che sarebbe potuto essere il MMO next-gen di Blizzard se avesse visto la luce. A quanto pareva, Titan sarebbe stato ambientato sul nostro pianeta Terra, ma in un futuro prossimo in cui l'umanità ha appena respinto, a caro prezzo, un'invasione aliena. I giocatori avrebbero scelto una tra tre fazioni in cui si è divisa la popolazione terrestre, ciascuna intenzionata a prendere il controllo del mondo: le aree di gioco avrebbero incluso gli Stati Uniti, il Sud America, l'Australia e l'Europa. L'ambientazione, insomma, sarebbe stata gigantesca e fedele alle fonti reali, facilmente espandibile con le eventuali espansioni. In tutto questo, i giocatori avrebbero svolto mansioni piuttosto comuni durante il giorno, magari lavorando come macellai, meccanici o imprenditori; la notte, invece, si sarebbero trasformati in agenti segreti per conto della loro fazione e avrebbero affrontato i membri computerizzati o controllati dagli altri giocatori che appartenevano alle fazioni opposte.

La leggenda del Titano

Le classi "d'azione" avrebbero dovuto sfoggiare i nomi più disparati, da Reaper a Titan passando per Juggernaut o Jumper, e ciascuna di esse avrebbe avuto specifiche armi e abilità che le avrebbe differenziate dalle altre. Secondo alcune fonti, il gameplay di Titan ricordava quello di giochi come Team Fortress sotto molti aspetti: qualcuno si era persino sbilanciato, sostenendo che il character design assomigliasse a quello de Gli Incredibili di Pixar, e quindi molto stilizzato, quasi cartoonesco. Il gameplay, poi, sarebbe stato un mix tra prima e terza persona... un po' come Destiny, il recente MMOFPS di Bungie, pubblicato - guarda un po'! - da Activision. Se il combattimento sarebbe stato spiccatamente action-oriented, la parte sandbox sarebbe stata invece molto più interessante di quanto visto negli ultimi MMO. I giocatori avrebbero potuto aprire negozi, assumere e licenziare gli altri giocatori e metter su famiglia grazie a un sistema di relazioni e intelligenze artificiali assolutamente rivoluzionario. L'obiettivo finale di Blizzard era consentire ai giocatori di erigere le loro città e trasformarle in social hub brulicanti di giocatori e di NPC dai comportamenti realistici scriptati. Sono idee grandiose, e viene da chiedersi che cosa esattamente abbia spinto Blizzard a invertire la rotta e a cancellare tutto. Non sapremo mai la verità, ma il fatto che, secondo Morhaime, gli sviluppatori "non si divertissero più" lascia abbastanza perplessi. Tornando nel campo delle ipotesi e delle congetture, ci viene da pensare al mercato e di come sia cambiato rispetto a quando aveva fatto capolino il "next-gen MMO" in quella pagina web del 2007. Ai tempi World of Warcraft era stato la ventata d'aria fresca, la rivoluzione che aveva polarizzato l'attenzione di tutti i fan del genere e non solo. Ai tempi, pagare la sottoscrizione mensile per giocare a un MMO come quello era perfettamente accettabile, comprensibile e dato per scontato. Oggi no.

La leggenda del Titano

Oggi c'è la crisi economica e ci sono tanti altri MMO che assomigliano a World of Warcraft e che competono con esso. Lui se ne sta sempre lì, sul suo trono formato da milioni di utenti, ma anche quelli sono diminuiti e sono passati da dodici a sette milioni, praticamente la metà, nel giro di qualche anno. Si può parlare di calo d'interesse, di ragioni fisiologiche, di concorrenza, ma la realtà è che la nicchia degli MMO si è affollata per anni e oggi c'è semplicemente molta più scelta, soprattutto considerando che molti di essi (quasi tutti?) sono free to play e per una partita e via non servono carte di credito o sottoscrizioni. Il progetto Titan, insomma, non avrebbe trovato il campo libero in cui Blizzard aveva schierato World of Warcraft nel 2005, ma avrebbe dovuto vedersela con svariati concorrenti più o meno sostenuti, il che sarebbe stato un rischio concreto specialmente considerando le ambiziose novità che avrebbe proposto il gioco in un panorama dove i sandbox sono i titoli meno giocati nella già minuscola nicchia degli MMORPG. La cosa che fa più riflettere, oltretutto, è che nonostante tutta la concorrenza World of Warcraft continua a mantenere il primato delle vendite e delle sottoscrizioni (occidentali o asiatiche, poco cambia) perché, a conti fatti, è il gioco di massa online più longevo sulla piazza, con dieci anni di supporto e di sviluppo alle spalle che ne hanno forgiato un'identità e una rifinitura senza eguali, che piaccia come gioco oppure no. Titan, insomma, avrebbe finito col dover affrontare la concorrenza interna dell'altro MMO di Blizzard, un vero e proprio paradosso di difficile soluzione che, evidentemente, Morhaime e soci non hanno voluto rischiare, non certo in un mercato incerto e schizofrenico come quello odierno. Sia come sia, Titan è finito: la leggenda vuole che gli asset siano stati conservati e che lo staff non sia stato smantellato. Si dice che il progetto Titan abbia semplicemente cambiato nome in codice in seguito alla tabula rasa di qualche mese fa e che in futuro potremmo vedere qualcosa, seppur meno ambizioso, che riprenda le fila di questo discorso lasciato in sospeso: Titan è morto, lunga vita a Titan, insomma?